Clima e sostenibilità: forse la crisi da coronavirus non sarà così deprimente come quella del 2008

La crisi da nuovo coronavirus si è abbattuta sull’economia e sulla finanza mondiale con particolare incisività. Eppure, anche se molti analisti propendono per un parallelismo con le gravi difficoltà vissute nel 2008, in realtà non mancano le autorevoli voci che ricordano come in realtà l’emergenza potrebbe essere tollerata meglio rispetto a quella di 12 anni fa, almeno sotto il profilo degli investimenti sostenibili e del clima.

A parlare in questi termini è una nota a cura di Andrew Howard, Head of Sustainable Research e Isabella Hervey-Bathurst, Equity Research Analyst, di Schroders. Vediamo in quali termini.

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Investimenti sui cambiamenti climatici

La prima cosa che Howard e Hervey-Bathurst notano nel loro approfondimento è che, in buona sostanza, comparando l’odierna situazione con quella del 2008, si può notare quanto il contesto sia cambiato per le tecnologie “green” e per le politiche ambientali.

Proprio a causa del diverso contesto, è difficile immaginare che l’evoluzione del tema possa seguire la stessa strada già tracciata 12 anni fa, tanto da ritenere che chi investe sui cambiamenti climatici può oggi contare su basi più solide rispetto a quelle passate.

Veicoli a batteria elettrica

Il primo dei segmenti che finisce nella nota di Schroders è quello dei veicoli a batteria elettrica. Nel 2008 il segmento era una nicchia molto ristretta, tanto che negli USA erano presenti solo tre modelli, due in Europa, nessuno in Cina.

Oggi invece sono a disposizione oltre 50 modelli negli USA, 70 in Europa e – ebbene si – più di 220 in Cina. Alla crescita del numero di modelli disponibili ha fatto fronte il calo dei costi, con il prezzo di una batteria agli ioni di litio che è crollato dell’85% negli ultimi dieci anni, andando a influenzare positivamente il prezzo finale delle vetture elettriche. Dunque, siamo di fronte a un segmento non più di nicchia.

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Costi delle energie rinnovabili

Sempre in termini di paragone, nel 2008 la domanda per l’energia solare era dominata da un numero ristretto di Paesi europei ed era fortemente dipendente dai sussidi. Oggi i prezzi del fotovoltaico solare sono calati dell’80% rispetto al 2008, e la domanda è finalmente globale.

Per quanto attiene gli altri segmenti, nel 2008 il settore eolico era sicuramente più maturo rispetto al solare, ma anche qui è stato possibile assistere a un radicale crollo nei costi e ad un aumento dell’efficacia. All’inizio del 2020, eolico e solare erano le forme più economiche di nuova produzione energetica in due terzi del mondo.

Politiche ambientali

Un altro punto di particolare rilievo è che oggi il cambiamento climatico fa parte del dibattito corrente in ambito politico e aziendale.

Attualmente gli impegni a livello climatico sono molto più solidi, e con gli Accordi di Parigi del 2015 i leader globali si sono impegnati ad agire in maniera collettiva per limitare l’aumento delle temperature. La COP26 – la Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici del 2020, originariamente prevista per novembre – potrebbe essere rimandata, ma non cambia comunque un rinnovato impegno per raggiungere concretamente gli obiettivi climatici.

L’impatto del Covid-19

Certo è – concludono i due esperti – che a cambiare a causa del Covid-19 è anche il modo di lavorare, che a sua volta impatterà sui temi di cui sopra. Moltissime perone hanno iniziato a lavorare da casa, e conferenze e meeting sono diventati virtuali. Questa evoluzione dovrà dunque indurre le aziende a rivalutare alcune pratiche che fino a poco tempo fa erano considerate la norma, con impatti benefici sul clima.

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