Bitcoin, Ethereum e Ripple: crollo non fa più notizia. Croce della morte per il BTC?

Sarà a causa del contesto festivo ma il nuovo crollo delle criptovalute non fa notizia. Eppure i ribassi sono da capogiro con il Bitcoin che registra un calo del 6,3, la quotazione Ethereum in flessione del 3,4%, Ripple a -4,3% e via via tutte le altre altcoin. A salvarsi dall’ennesimo bagno di sangue che si abbatte sulle criptovalute sono esclusivamente il Litecoin, Cardano e Dash. Anche in questi casi, però, si tratta di movimenti tecnici molto contenuti che certamente non impattano su un sentiment di giornata (l’ennesima) che resta fortemente negativo. Il nuovo crollo delle criptovalute ha praticamente portato le quotazioni del Bitcoin e delle principali altcoin ai livelli minimi da inizio 2018. In base ai prezzi real time, la quotazione ETH, scendendo sotto i 400 dollari, è praticamente precipitata ai minimi dallo scorso novembre. Rispetto ad allora c’è però una importante differenza. Ad ottobre, infatti, il prezzo di Ethereum stava crescendo mentre oggi è nel pieno della sua caduta (-70% da allora). Discorso simile vale per Ripple che oggi ha raggiunto il suo valore più basso dopo il picco di gennaio. La quotazione XRP oggi si muove in area 0,52 dollari, vale a dire lo stesso valore di metà dicembre. In questo contesto a limitare i dati è stato paradossalmente proprio il Bitcoin il cui prezzo è si calato ma si è limitato a raggiungere i limiti dallo scorso 6 febbraio quando era caduto sotto quota 6000 dollari. 

Con un simile bagno di sangue davanti, l’umore stesso degli investitori è ridotto ai minimi termini. Oramai le analisti incentrate sulla ricerca delle cause alla base del crollo delle criptovalute si sprecano. Nei giorni scorsi, ad esempio, l’allora crollo delle crypto era stato addebbitato alla decisione di Facebook, Google e Twitter di bloccare la pubblicità sul Bitcoin & C. Ieri il ribasso era stato invece imputato alla mossa di Reddit sui pagamenti in BTC. La verità è però che le criptovalute, indipendentemente dai fattori di condizionamento negativi, sono in una fase delicatissima tanto che secondo alcuni analisti la ragione del crollo di oggi è da ricercare in quanto avvenuto nei mesi del rally. In quella fase, infatti, molti investitori, attratti dal boom, si avvicinarono alle criptovalute con un approccio prettamente emotivo. C’è poi la questione della croce della morte. In borsa la croce della morte è un fenomeno che si verifica quando la media a 50 periodi incontra la media a 200 periodi, dove con “media” si intende il grafico del valore medio giornaliero di un asset. L’incontro, causato dall’intersezione tra un grafico di breve periodo periodo in calo e uno di lungo in aumento, determina appunto la croce della morte. Nel caso dell’andamento attuale delle criptovalute, proprio la quotazione BTC sarebbe molto vicina ad incontrare questo fenomeno. Se la situazione è questa, cosa è meglio fare? E’ preferibile investire su un rialzo della quotazione BTC o su un nuovo crollo? La risposta a questa domanda resta aperta perchè la croce della morte, per quanto facile da vedere graficamente, diventa difficile da interpretare. Secondo alcuni esperti questo fenomeno è il segnale che il mercato (in questo caso le quotazioni BTC) possano subire un nuovo crollo ma, secondo altri esperti, si tratterebbe solo di un falso ossia di una “trappola per orsi”. Il dibattito resta quindi aperto. 

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