Ripple, Bitcoin e Ethereum crollano: stop trading desk di Goldman Sachs scatena panic selling

Quando si diffuse la notizia secondo cui Goldman Sachs era pronta ad attivare il trading desk sulle criptovalute, la quotazione del Bitcoin, di Ethereum e di Ripple registrò un significativo rialzo. Sulle criptovalute oggi avviene in pratica il meccanismo opposto. Le indiscrezioni di stampa secondo cui ci potrebbe essere una retromarcia da parte di Goldman Sachs potrebbero essere la causa scatenante che ha innescato il sell-off in corso. Le variazioni registrate dalle crypto a maggiore capitalizzazione sono molto forti. Mentre è in corso la redazione di questo post, la quotazione BTC segna un calo del 12 per cento a 6400 dollari, il prezzo di Ethereum è in ribasso del 18 per cento a 228 dollari e Ripple oggi perde l’11,6 per cendo a 0,28 dollari. Un vero e proprio bagno di sangue, quindi, che non è circoscritto solo alle cripto a maggiore capitalizzazione ma riguarda tutte le monete virtuali monitorate e oggetto di quotazione su CoinMarketCap. Il crollo maggiore oggi non è quello di Ethereum ma bensì quello di Dash il cui valore registra un ribasso del 21%. Insomma è bastata la diffusione di indiscrezioni, ancora non confermate, sulla decisione di Goldman Sachs a fare venire giù tutto. A domanda quali sono le cause del crollo del Bitcoin (o di Ripple) oggi, si può tranquillamente rispondere citando le voci su Goldman Sachs. 

Per capire perchè la notizia delude la comunità è bene fare un salto alle origini. Nel lontano 2017 Goldman Sachs aveva aperto la porta alla possibilità di immettere sul mercato una nuova serie di operazioni di trading aventi ad oggetto proprio le criptovalute. Ebbene a distanza di un anno nel corso del quale in concreto non è avvenuto nulla, l’ipotizzata operazione sarebbe stata già accantonata. La causa della retromarcia di Goldman Sachs sul trading desk sarebbe nell’assenza di un quadro di regole chiaro. Insomma il senso del cambio di idea della banca d’affari Usa sembrerebbe essere molto chiaro: poichè non ci sono norme chiare, allora è meglio non azzardare. Questi i motivi ufficiali anche se, come emerge nei gruppi di investitori, qualcuno sospetta che alla base del retrofront di Goldman Sachs ci sia anche una attenta valutazioni sulle quotazioni recenti delle crypto. Non è un mistero che Bitcoin, Ethereum e Ripple oramai hanno perso il fattore sorpresa. 

La retromarcia di Goldman Sachs arriva dopi un mese dalla chiusura della SEC alla questione ETF sul Bitcoin. La banca d’affari Usa, qundi, come la SEC: entrambe dimostrano di non fidarsi. Questo atteggiamento non fa ovviamente bene al sentiment della comunità e dei traders che operano con i CFD e da qui la decisione di vendere BTC, ETH e XRP. 

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