La società edtech Classover Holdings sorprende i mercati con un ambizioso piano di investimento in Solana, accelerando una tendenza crescente tra le aziende a costruire riserve con criptovalute diverse da Bitcoin.
Una riserva strategica da 900 milioni di dollari
Classover Holdings, azienda newyorkese specializzata nell’apprendimento interattivo online, ha annunciato l’intenzione di espandere radicalmente la propria esposizione a Solana (SOL), portando il totale delle risorse disponibili per l’acquisto della criptovaluta a 900 milioni di dollari. La mossa, resa possibile da due accordi distinti con fondi focalizzati su Solana, rappresenta una delle più grandi operazioni di treasury crypto mai intraprese da una società non direttamente legata al mondo blockchain.
L’ultimo annuncio riguarda un’intesa con Solana Growth Ventures LLC, che si è impegnata ad acquistare fino a 500 milioni di dollari in note convertibili garantite emesse da Classover. Questo strumento finanziario consente all’investitore di convertire il debito in azioni della società, ma fino all’80% dei proventi potrà essere impiegato da Classover per l’acquisto diretto di Solana.
Già a inizio maggio, l’azienda aveva reso noto un primo accordo da 400 milioni di dollari in equity con Solana Strategies Holdings LLC, con parte significativa del capitale destinato all’acquisto e allo staking di SOL. In totale, Classover ha già iniziato a costruire la sua riserva acquistando 6.472 SOL, per un valore di circa 1 milione di dollari.
Solana diventa l’asset strategico delle corporate
Il caso Classover è solo l’ultimo di una serie di esempi che testimoniano un crescente interesse aziendale verso Solana come strumento di riserva e generazione di valore. Storicamente, Bitcoin ha dominato questo tipo di approccio. Tuttavia, la velocità, la scalabilità e il basso costo delle transazioni di Solana stanno convincendo sempre più aziende a includerla nelle proprie strategie.
Sol Strategies, ex Cypherpunk Holdings, è una delle pioniere di questo modello. L’azienda ha riconvertito la propria missione per focalizzarsi interamente su Solana, passando da un singolo validatore con 101.200 SOL a gestirne quattro con oltre 395.000 SOL, per un valore superiore ai 63 milioni di dollari.
Anche il settore fintech si converte a Solana
Un’altra transizione significativa è quella di Janover Inc., fintech immobiliare quotata al Nasdaq, oggi completamente riconvertita al Web3 dopo l’ingresso di un gruppo di ex dirigenti di Kraken. Janover ha scelto di puntare sulla generazione di yield attraverso lo staking di SOL, reinvestendo i guadagni in ulteriore accumulo. La sua tesoreria comprende oltre 621.000 SOL, per un valore vicino ai 100 milioni di dollari.
Nel frattempo, aziende di altri settori come Upexi, produttore di beni di consumo, e il gruppo sanitario asiatico NewGen hanno annunciato piani di investimento rispettivamente da 100 milioni e 30 milioni di dollari per lo staking di Solana.
Galaxy Digital converge su SOL abbandonando ETH
Anche Galaxy Digital ha ufficializzato il mese scorso una significativa riallocazione del proprio portafoglio, vendendo circa 65.600 ETH (oltre 100 milioni di dollari) e acquistando 752.240 SOL. Secondo Mike Novogratz, CEO della società, l’atteggiamento verso Ethereum è “estremamente ribassista”, mentre l’interesse su Solana è in forte crescita. Questo cambio di rotta potrebbe influenzare altri operatori istituzionali, contribuendo a un ulteriore afflusso di capitali verso l’ecosistema Solana.
Dati on-chain e crescita degli utenti
Le metriche nella finanza decentralizzata supportano questa narrativa. Il volume di scambio sui DEX di Solana ha superato i 500 miliardi di dollari in tre mesi, mentre Ethereum si è fermata sotto i 400. Inoltre, gli indirizzi attivi su Solana sono saliti oltre quota 220 milioni, superando di gran lunga Ethereum e le sue soluzioni layer-2 messe insieme. Si tratta di un chiaro segnale di adozione reale e attività di rete crescente.
ETF con staking su SOL in stallo
Tuttavia, non tutto procede senza incertezze. La SEC ha recentemente espresso preoccupazioni sui fondi che offrono esposizione allo staking, incluso quello su Solana, mettendo in dubbio la loro classificazione legale come ETF. I gestori dei fondi coinvolti, Rex Financial e Osprey Funds, hanno dichiarato di voler chiarire ogni aspetto normativo prima del lancio, ma la questione rimane aperta.
Solaxy: la Layer 2 che risolve le criticità di Solana
Con un crescente interesse su Solana da parte di aziende oltre che investitori retail, emerge Solaxy superando i 44 milioni di dollari nella prevendita in corso, un’innovativa Layer 2 sviluppata su Solana ma compatibile anche con le reti EVM. Il progetto nasce per risolvere criticità come congestione, transazioni fallite e scalabilità insufficiente, garantendo un’infrastruttura fluida e reattiva per sviluppatori e utenti.
Solaxy permette transazioni ad alta velocità con commissioni minime, ottimizzando l’esperienza d’uso della rete Solana. Il token $SOLX consente di partecipare alla governance, pagare commissioni più basse sulla layer2 e accedere allo staking, che attualmente offre un rendimento del 91% APY. La prevendita del token è aperta solo per altri 11 giorni, al prezzo di 0,001746 dollari, successivamente ci sarà la quotazione del token su cripto exchange come Uniswap.
Per chi desidera cogliere le opportunità legate all’espansione dell’ecosistema Solana, Solaxy rappresenta un entry point strategico, combinando performance tecnica e un modello di partecipazione accessibile.
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