Investimenti in criptovalute non dichiarati al fisco? Ora c’è il condono

Importanti novità per tutti coloro i quali hanno investito in criptovalute ma non sono in regola con il pagamento delle imposte al fisco italiano. La loro è certamente una situazione incresciosa ma comprensibile visto che, essendo la materia decisamente nuova, il rischio di incappare in errori e quindi non pagare le imposte dovute è sempre molto alto.

Chi si dovesse trovare in questa situazione potrebbe presto ricorrere ad un condono che, allo stato attuale dei fatti, sarebbe allo studio del governo.

Ma in cosa consiste il condono per gli investimenti in criptovalute non dichiarati al fisco? E come funzionerebbe un provvedimento simile? Fino ad ora l’Agenzia delle entrate equiparava le valute virtuali a quelle estere e di conseguenza anche le conversioni dei crypto-asset erano soggetti all’imposizione di una tassazione del 26 per cento. L’imposta sostitutiva può essere rateizzata fino a un massimo di tre rate annuali di pari importo che devono essere versate a partire dal 30 giugno 2023. Sulle rate successive alla prima gli interessi applicati sono del 3 per cento.

Le nuove regole a cui l’esecutivo sta lavorando per cercare di porre ordine fiscale al settore delle criptovalute prevedono l’introduzione di un’imposta di bollo del 2 per mille a cui si aggiunge la possibile rivalutazione per eventuali plusvalenze con imposta al 14 per cento. Fin qui tutto chiaro, ma cosa dovrebbe fare chi chi non ha indicato i guadagni da criptovalute nella dichiarazione dei redditi? Il condono a cui l’esecutivo sta pensando prevede la presentazione di una dichiarazione, su un modello che verrà poi comunicato dall’Agenzia delle entrate, grazie alla quale sarà poi possibile sanare la propria posizione. Fondamentale sarà la distinzione tra chi ha effettuato plusvalenze e chi invece non riuscito a farle.

Nel caso in cui ci dovesse essere un’assenza di redditi, sarà necessario pagare una sanzione ridotta dello 0,5 per cento per ciascun anno di vuoto sul valore delle attività in criptovalute che non sono state dichiarate. Viceversa, chi invece dovesse aver ottenuto un reddito, vale a dire dovesse esser riuscito d ottenere un guadagno dalle cripto-attività, dovrà pagare un’imposta sostitutiva pari al 3,5 per cento calcolato sul valore delle attività detenute al termine di ogni anno oppure nel momento in cui viene realizzato il reddito. A questa somma si deve poi sommare anche un ulteriore 0,5 per cento per ogni anno anno a titolo di sanzioni.

Per adesso la nuova imposizione fiscale sui guadagni da criptovalute e il condono per investimenti in crypto non dichiarati è in una fase preliminare. La prima bozza del provvedimento potrebbe essere soggetta a correzioni. In ogni caso, stando ai calcoli effettuati, sarebbero interessate al provvedimento le persone fisiche con cifre non inferiori a 2mila euro di proventi. Staremo a vedere cosa succederà con l’eventuale provvedimento finale.

Con l’introduzione di maggiore chiarezza fiscale sulle criptovalute, diventa più sicuro investire in crypto-asset. Ti ricordiamo che è sempre consigliabile usare piattaforme affidabili per operare come ad esempio Binance (qui il sito ufficiale).

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