Nel 2022 meno investimenti in criptovalute mentre il mercato matura, la previsione di KPMG

Nel corso del 2022 si registrerà una riduzione degli investimenti nel mercato delle criptovalute parallelamente a quel processo di maturazione dell’intero settore cui stiamo già assistendo.

Si tratta della previsione contenuta nel rapporto della società di revisione e consulenza globale KPMG, dalla quale emerge un dato molto realistico: ci sarà un rallentamento degli investimenti in criptovalute anche nella seconda metà del 2022.

Nel rapporto viene spiegato che in considerazione del fatto che gli investimenti globali in società di criptovalute e blockchain sono scesi a 14,2 miliardi di dollari nella prima metà del 2022, da un record precedente di 32,1 miliardi dell’anno scorso, è previsto un rallentamento degli investimenti in crypto anche per la restante parte dell’anno.

Meno investimenti in criptovalute, cosa dice il rapporto di KPMG

Nel suo nuovo rapporto, la società di revisione e consulenza globale KPMG spiega che “durante la prima metà del 2022 numerosi fattori si sono combinati per influenzare la traiettoria al rialzo degli investimenti fintech a livello globale, tra cui incertezza geopolitica, mercati pubblici turbolenti, interruzioni e sfide continue della catena di approvvigionamento, alti ivelli di inflazione e aumento dei tassi di interesse”.

“Finché la fine dei livelli di incertezza resta non ancora in vista gli investimenti fintech nella seconda metà del 2022 potrebbero essere piuttosto modesti” viene precisato nel rapporto di KPMG.

Nella prima metà del 2022 sono stati messi a segno dei punti importanti nel settore delle criptovalute, con alcune società che hanno conseguito traguardi significativi.

La società fintech tedesca Trade Republic per esempio, o la società di infrastrutture crypto Fireblocks. Quest’ultima ha infatti raccolto 550 milioni di dollari, mentre l’exchange di criptovalute FTX si è assicurato 400 milioni di dollari e ConsenSys, produttore di infrastrutture di Ethereum, ha conseguto utili per 450 milioni di dollari.

Nonostante questo la seconda metà del 2022 potrebbe rivelarsi particolarmente deludente per l’intero settore delle criptovalute. Infatti nel rapporto di KPMG si legge che “sebbene gli investimenti siano rimasti molto forti rispetto ai risultati pre-2021, il secondo semestre del 2022 potrebbe presentare più sfide per le aziende del settore”.

Secondo KPMG questa previsione riguarda in particolare le aziende al dettaglio che offrono monete, token e token non fungibili (NFT). Viene descritto un settore che “è crollato in modo significativo” nella prima metà dei 2022, anche per via dell’instabilità generata dalla gestione della crisi ucraina.

Ad incidere negativamente sull’andamento del mercato delle crypto è stato anche il pesante aumento dell’inflazione, e in questo contesto di profonda incertezza globale il crollo del sistema Terra ha assestato un ulteriore duro colpo all’intero settore, minando la fiducia degli investitori.

E tuttavia secondo il rapporto “gli investimenti fino a metà 2022 sono rimasti di gran lunga al di sopra di tutti gli anni precedenti al 2021”. “Ciò mette in evidenza” si legge ancora nell’analisi di KPMG “la crescente maturitò dello spazio e l’ampiezza di tecnologie e soluzioni che attraggono investimenti”.

Quali saranno i migliori investimenti nel mercato delle criptovalute

KPMG prevede che per il resto dell’anno gli investitori prediligeranno progetti infrastrutturali blockchain, in particolare quelli incentrati sull’utilizzo della blockchain nella modernizzazione dei mercati finanziari, ma anche verso progetti nell’ambito della compliance e sui prodotti relativi alla tracciabilità delle transazioni.

Secondo KPMG ci sarà anche un crescente interesse per le stablecoin “in particolare da parte delle aziende che cercano di ottenere i vantaggi operativi delle croptovalute”.

Quanto alla possibilità di superare questa fase ribassista del mercato delle criptovalute, KPMG avverte che alcune società che operano nel settore saranno “duramente messe alla prova anche perché alcune cercheranno di ricapitalizzare a valutazioni più basse”.

KPMG ritiene che “società di criptovalute ben gestite, che hanno sane politiche di gestione del rischio, visione a lungo termine e solidi approcci di gestione dei costi e del rischio” prevarranno, mentre per le altre non ci sarà che il fallimento.

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