
Le stablecoin non sono più una curiosità del settore crypto: in poco più di dieci anni sono diventate un vero pilastro della finanza digitale, con una capitalizzazione che oggi supera i 210 miliardi di dollari. Secondo Standard Chartered, nei prossimi tre anni il mercato potrebbe raggiungere quota 2.000 miliardi, grazie anche all’arrivo di nuove regolamentazioni come il recente Genius Act.
Ma cosa significa tutto questo per risparmiatori e investitori? E come si collocano le stablecoin rispetto ai colossi bancari e ai broker tradizionali?
Cosa sono le stablecoin e perché crescono così velocemente
Le stablecoin possono essere considerate una forma di contante digitale: si tratta di valute basate su blockchain, ancorate al valore di monete tradizionali come il dollaro. Offrono pagamenti rapidi, economici e senza confini geografici, rendendole particolarmente utili sia per i trasferimenti internazionali che per l’uso quotidiano.
Inizialmente nate come ponte tra valute fiat e criptovalute, oggi trovano spazio anche fuori dal settore crypto. Banche, retailer e società finanziarie stanno studiando modalità per integrarle nei propri servizi, segnale che il loro ruolo è destinato a rafforzarsi.
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Stablecoin contro banche e broker: i numeri a confronto
Secondo una ricerca recente, la somma di tutte le stablecoin in circolazione supera i 210 miliardi di dollari. Il leader di mercato è Tether (USDT) con circa 150 miliardi, seguito da USD Coin (USDC) di Circle, con circa 63 miliardi.
Per avere un termine di paragone:
- Robinhood ha circa 7 miliardi di dollari di liquidità disponibile per gli utenti,
- Morgan Stanley oltre 200 miliardi in passività verso i clienti, ma gestisce più di 1.700 miliardi di asset complessivi,
- JPMorgan Chase da sola conta più di 2.100 miliardi di dollari di depositi, mentre Bank of America e Wells Fargo insieme superano i 3.300 miliardi.
Questi numeri mostrano chiaramente come, nonostante la crescita esplosiva, le stablecoin rappresentino ancora una frazione minima rispetto ai depositi bancari e agli asset gestiti dai grandi broker.
Il nodo dei pagamenti: potenzialità e limiti
Uno dei campi di applicazione più promettenti è quello dei pagamenti digitali. Tuttavia, il volume giornaliero delle transazioni con stablecoin si aggira intorno ai 30 milioni di dollari, meno dell’1% dei flussi globali. Nonostante ciò, se il ritmo di crescita venisse mantenuto, entro dieci anni potrebbero superare persino sistemi consolidati come SWIFT nei trasferimenti internazionali.
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Come banche e broker si stanno muovendo sulle stablecoin
Le grandi istituzioni finanziarie non stanno a guardare:
- JPMorgan e Citigroup hanno lanciato i propri deposit token, strumenti blockchain che rappresentano denaro custodito presso le banche.
- JPMorgan ha stretto una partnership con Coinbase, permettendo ai clienti di convertire facilmente carte di credito e punti fedeltà in criptovalute.
- Broker come Schwab e Fidelity stanno esplorando possibili applicazioni, mentre Robinhood partecipa già a un consorzio che ha lanciato il Global Dollar (USDG) in Europa e sta sviluppando una propria blockchain.
Opportunità e rischi per chi vuole investire
Le stablecoin sembrano destinate a restare, ma il loro futuro non è ancora scritto. Gli investitori hanno diverse strade:
- Puntare sugli emittenti (ad esempio Circle, che con USDC è tra i principali player),
- Sostenere gli ecosistemi blockchain che ospitano le stablecoin, come Ethereum e Solana,
- Investire nei titoli bancari e dei broker che stanno guidando l’integrazione con questi strumenti digitali.
Tuttavia, non mancano i rischi: alcuni analisti temono che in caso di perdita dell’ancoraggio al dollaro gli utenti possano subire forti perdite. Inoltre, lo sviluppo delle valute digitali delle banche centrali (CBDC) potrebbe ridurre lo spazio di mercato per le stablecoin private.
Conclusione
Il mercato delle stablecoin è oggi grande quanto alcune istituzioni finanziarie minori, ma lontano anni luce dai colossi bancari. La loro forza sta nella capacità di innovare i pagamenti e accelerare i flussi finanziari globali, ma il percorso è ancora in fase iniziale. Per gli investitori rappresentano una nuova frontiera: interessante, dinamica, ma anche ad alto rischio.
Come per ogni asset legato al mondo crypto, la parola d’ordine resta diversificazione: le stablecoin possono essere una parte della strategia, ma mai l’intera scommessa.
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