Banche: cosa significa e cosa è CET1, TIER1, SREP (guida sul significato)

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Stare al passo con i termini della finanza non è facile anche perchè il vocabolario finanziario è sempre in continuo aggiornamento. Negli ultimi anni avrai certamente sentito parlare di CET1, TIER1 e SREP. Queste strane parole sono uscite dal mondo della finanza in senso stretto e sono entrate in quello dell’informazione economica si ma più generalista. Il risultato di questo spostamento è che oggi anche semplici cittadini, non interessati ad investire in borsa o a fare trading online, si ritrovano con parole come CET1, TIER1 e SREP senza sapere il loro significato. In questa guida troverai una risposta a tre domande:

  • cosa significa e cosa è il CET1
  • cosa significa e cosa è il TIER 1
  • quale è il significato e cosa è lo SREP

Se non vuoi fermarti ai semplici acronomi ma vuoi invece approfondire partendo dalle definizioni non devi far altro che leggere i paragrafi seguenti. Prima di andare avanti, però, una precisazione per meglio circoscrivere il campo. Oggi si parla di CET1, TIER1 e SREP in relazione alle banche italiane e, più in generale, a tutti gli istituti. In pratica si ha il CET1 banche, il TIER1 banche e così via. Comprenderai che solo un addetto ai lavori può conoscere il significato di questi termini che, per tutti gli altri, sono invece semplici acronomi da prendere per acquisiti. E’ per ovviare a tutto questo che nasce la presente guida.

CET1 banche cosa è e cosa significa

Tra gli acronomi più usati quando si parla delle banche c’è CET1. Questa parola decisamente poco pratica viene spesso citata quando di parla di patrimoni delle banche. Poichè la sicurezza delle banche ha un impatto diretto sullo stato di salute dell’economia, ecco allora che CET1 è diventato iun acronimo spesso citato anche dai media più generalisti.

CET1 significa Common Equity Tier 1 ratio. Dietro a questa definizione inglese c’è semplicemente un coefficiente patrimoniale che viene convenzionalmente usato per valutare e quantificare la solidità di una banca. Il Common Equity Tier 1 o appunto CET1 è una unita di grandezza di tipo derivato nel senso che altro non è che il risultato della divisione tra il Tier 1 e le attività di bilancio ponderate per il rischio. Le regole vigenti stabiliscono che le banche sistemiche devono avere un CET1 pari ad almeno l’8 per cento. E’ proprio questa percentuale ad essere usata dall’European Banking Authority (EBA) per effettuare i noti stress test sulle banche.

Sono partito da questo primo acronimo perchè esso è quello che si sente più spesso sui media anche più generalisti. Poichè nella spiegazione su cosa è e come funziona il CET1 ho fatto cenno al TIER1, credo sia ora il caso di parlare di questo secondo acronimo sempre riferito alle banche.

TIER1 banche cosa è e cosa significa

Il TIER1 è un parametro che fa riferimento al capitale delle banche italiane. In realtà ci tengo a precisare che accanto al TIER1 (l’acronimo pià noto entrato anche nell’informazione generalista), c’è anche il TIER2 e il TIER 3. Tutte e tre queste voci indicano grandezze riguardanti il patrimonio di una singola banca. TIER1, TIER2 e TIER3 sono parametri previsti dagli accordi di Basilea 1 e Basilea 2 sulla vigilanza bancaria.

Concretamente il TIER1, il TIER2 e il TIER3 sono parametri a cui si è fatto ricorso per andare oltre l’aspetto puramente contabile del patrimonio di una banca avvicinandosi alla nozione di prezzo di equilibrio o fair value della banca. Ma concretamente cosa sono il TIER1, TIER2 e TIER3 delle banche? Si tratta semplicemente di parametri che sono formati da tutta quella serie di poste del passivo che sono presenti nel bilancio di una banca. I numeri, ossia 1,2 e 3 indicano il peso della seniority che è ovviamente crescente con il progressivo salire da 1 a 3.

Questo in generale mentre alla domanda cosa è il TIER1 rispondo facendo riferimento al capitale azionario (fatto sia di azioni ordinarie che di azioni privilegiate) che viene identificato con la componente primaria del capitale di rischio della banca. Il TIER1 delle banche può essere scomposto in Core Tier 1 e Hybrid Tier1. Anche di questi acronomi avrai certamente sentito spesso parlare ed allora è logico spendere alcune righe per spiegare il significato di queste parole. Il Core Tier 1 comprende solo azioni ordinarie e non le privilegiate mentre l’Hybrid Tier 1 prende in considerazione anche le azioni privilegiate.

Ma quindi cosa è il TIER1 in parole povere? Semplicemente la parte del capitale che la banca ha a disposizione per far fronte perdite senza andare a colpire il patrimonio dei clienti. Ovviamente questo discorso è prettamente teorico poichè se davvero una banca dovesse andare a usare il TIER1 non sarebbe certamente un segnale positivo. In base agli accordi di Basilea III il Tier1 per tutte le banche è fissato al 6 per cento del loro patrimonio.

SREP banche: cosa è e cosa significa

Anche di SREP delle banche avrai certamente sentito parlare. SREP è una siglia che significa Supervisory Review and Evaluation Process. Volendo una definizione in Italia si può fare riferimento alla seguente dicitura: processo di revisione e valutazione prudenziale. Concretamente la SREP altro non è che un processo attraverso il quale le autorità di vigilanza europee calcolano i livelli di rischio delle singole banche. Guà da questa definizione puoi dedurre da solo che SREP non indica parametri relativi al patrimonio ma bensì un processo di valutazione. Non quindi un caso se nella quasi totalità dei casi i media sono soliti parlare di SREP BCE accanto a SREP banche proprio perchè sono organi di derivazione della Banca Centrale Europea. Le valutazioni della Vigilanza attraverso la SREP vengono effettuate ogni anno e sono parte integrante del rafforzamento patrimoniale degli istituti imposto dalla BCE.

La SREP si conclude con con l’invio da parte dell’autorità di vigilanza di una lettera alla banca oggetto dei test. Nella missiva, riservata, sono indicati i problemi che i test hanno riscontrato. La vigilanza, inoltre, indica anche quali sono le azioni consigliate per risolvere le criticità imponendo anche i tempi entro i quali la banca deve implementare soluzioni per mettere il patrimonio nuovamente sotto controllo.

Da tutto quello che ho detto, emerge come il significato di SREP sia ricondicibile essenzialmente a procedure e non a parametri.

Regolamentazione banche e accordi di Basilea

Poichè in questa guida ho spesso fatto riferimento agli accordi di Basilea (Basilea 1, Basilea 2 e Basilea 3), credo sia utile dedicare l’ultimo paragrafo proprio a tali accordi da cui tutto poi è effetivamente partito. 

Il primo accordo frutto del lavoro del Comitato di Basilea (organo formato dagli enti regolatori dei paesi del G10) risale al 1988. Basilea 1 conteneva una iniziale definizione di capitale minimo per le banche. Con l’accordo di Basilea 1 era passato un principio molto importante per la sicurezza delle banche e della clientela: ad prestito erogato gli istituti dovevano accantorare una quota di capitale a puro scopo prudenziale.

Nell’anno 2004 è poi arrivato Basilea 2 che ha introdotto una serie di requisiti patrimoniali più stringenti per superare gli errori emersi con l’applicazione di Basiliea 1. Il primo accordo, infatti, penalizzava tutti quegli istituti bancari che vantavano un portafoglio con un più alto merito di credito.

A causa della grave crisi finanziaria del 2008-2009 il Comitato ha varato Basilea 3, accordo che contiene tutta una serie di indicazioni sulla regolamentazione, supervisione e gestione dei rischi. 

Attenzione a non ritenere che il cammino da Basilea 1 a Basilea 3 sia stato semplice. L’attuazione degli accordi, infatti, è stata lenta e spesso osteggiata a causa di esigenze diverse da parte dei paesi membri del Comitato. Ad ogni modo, però, senza gli accordi di Basilea sulla Vigilanza e senza l’arrivo di CET1, TIER1 e SREP, la stessa sopravvivenza di molte banche italiane e non solo sarebbe stata messa in pericolo. E con essa intere economie e società. 

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