Ricavi e profitti: definizione, differenze e importanza

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Entrate, ricavi, profitti, utili. Non tutti hanno la giusta dimestichezza nel padroneggiare tali termini, con la conseguenza che i non addetti ai lavori spesso commettono degli errori nell’utilizzare un vocabolo piuttosto che un altro. Questo è un errore perchè i tre termini possono essere considerati sinonomi solo nel linguaggio di tutti i giorni mentre, dal punto di vista finanziario, esisono precise differenze tra ricavi, entrate e profitti. Proprio per questo vogliamo fornirvi qualche distinguo che vi tornerà sicuramente utile per evitare confusioni. Partiremo dal concetto più semplice, ossia le entrate, per poi passare al concetto di ricavo e quindi di profitto. Per finire faremo un accenno a quello che viene definito come “margine di profitto”.

Entrate: cosa sono

Il primo concetto, e probabilmente quello più semplice, è relativo alle entrate. Le entrate sono tutto ciò che la società ottiene come ricavo delle proprie attività, caratteristiche (cioè, quelle legate alle attività operative ordinarie, il core business di un’azienda) e non caratteristiche. Al di là di tale specifica, tutte le entrate sono entrate!

Ricavo: cosa è

Partiamo dalla definizione di ricavo. La domanda che ci poniamo è semplice: cosa si intende per ricavo dal punto di vista finanziario? Il ricavo indica quello che è il valore monetario totale delle entrate di un’azienda, e non va confuso con il risultato dell’attività d’impresa. Il calcolo del ricavi è semplice. Basta infatti moltiplicare la quantità di prodotti venduta per il rispettivo prezzo.

Per questo motivo il ricavo non è assolutamente uguale all’utile. I due concetti sono quindi molto diversi tra loro. L’ammontare complessivo del ricavo equivale al fatturato ossia alla somma degli incassi in denaro registrati in un certo intervallo di tempo. Quando i ricavi sono maggiori ai costi allora possiamo parlare di utile societario. Nell’analisi fondamentale sulla una società, la voce ricavi è da tenere in debita considerazione. In linea di principio quanto maggiore è il ricavo tanto più è probabile che l’organizzazione economica sa capace di produrre una certa ricchezza. 

Attenzione perchè la buona impresa non è solo quella che è capace di far lievitare i ricavi ma anche quella che è capace di contenere i costi. In taluni ambiti di mercato non è possibile riuscire ad avere un ricavo costantemente in aumento e per questo motivo diventa essenziale andare ad agire sui costi. 

Ricavo e guadagno differenze

Ci permettiamo di aprire una veloce parentesi perchè, spesso, a causa di quello che abbiamo affermato nel precedente paragrafo, si è portati a considerare ricavo e guadagno come dei sinonimi. La realtà è ben diversa. Ricavo e guadagno non sono la stessa cosa e tra ricavi e guadagni ci sono precise differenze. Il ricavo è infatti il valore monetario totale delle entrate, mentre il guadagno è un risultato derivato che si ottiene sottraendo ai ricavi stessi i costi di gestione dell’attività. Per definizione, parliamo di economicità nel caso in cui i ricavi superano i costi generando un guadagno mentre parliamo di dis-economicità nel caso in cui i costi sono più alti dei guadagni stessi. 

Profitto: cosa è

Il profitto è un termine un po’ più complicato da valutare rispetto alle entrate. Sinteticamente, possiamo definire tale indicatore come la somma di tutte le entrate, meno le spese. Ciò significa che tutto ciò che una società porta dal suo core business, meno tutto ciò che un’azienda paga per rimanere in attività, è il suo profitto.

A sua volta, per poter analizzare congruamente il business societario, sarà particolarmente utile non solamente comprendere a quanto ammonta il profitto e come è stato formato, quanto altresì in che modo il profitto viene utilizzato (per ulteriori affari o viene utilizzato per pagare gli azionisti?).

In aggiunta al concetto di profitto che sopra abbiamo delineato, c’è anche un “profitto operativo” che vi suggeriamo di considerare. Il profitto operativo, o utile operativo, è tutto il reddito operativo generato dall’impresa meno i costi caratteristici legati ai beni venduti.

Contrariamente al profitto operativo, il profitto reale viene calcolato considerando il totale delle entrate meno tutti i costi fissi. Una distinzione evidentemente importante, visto e considerato che molti costi non sono fissi (alcuni esempi di costi fissi includono assicurazione, buste paga, affitto e servizi pubblici).

Margine di profitto: cosa è

Una volta compresa la differenza tra entrate e profitti, o tra ricavi e utili, potete mettere a frutto queste conoscenze calcolando il margine di profitto per un’azienda. Ma di cosa si tratta?

Piuttosto semplicemente, il margine di profitto di un’azienda è il profitto suddiviso per i ricavi, e ci fornisce una buona analisi preliminare su quali siano i costi operativi complessivi di un’azienda. Ad esempio, in un’azienda con 60.000 euro di ricavi trimestrali e 22.000 euro di profitti trimestrali, il margine di profitto può essere calcolato nel 36,6% (22.000 / 60.000 = 0,366).

Il margine di profitto è un indicatore piuttosto importante, poiché fornisce agli investitori e agli stakeholders un’idea di quanto si possa guadagnare per ogni dollaro di entrate. Nel nostro esempio, per ogni euro di reddito l’azienda guadagna 0,36 euro.

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