Come molti altri settori, anche alcuni comparti Fintech sono stati duramente colpiti dalla pandemia da COVID-19 e dalle conseguenti turbolenze economiche: gli investimenti sono evidentemente calati nei primi mesi del 2020, e l’incertezza continua ad appesantire il settore. Tuttavia, l’impatto a lungo termine di COVID-19 sarà diverso da un segmento all’altro, con settori che beneficeranno della crisi nel lungo periodo.
Ad affermarlo è un recente report di CB Insights, che ha esaminato gli effetti a breve e lungo termine di COVID-19 su cinque segmenti Fintech: pagamenti, assicurazioni, banche e prestiti, mercati finanziari e dei capitali e immobili.
Ebbene, nel settore dei pagamenti, il dossier osserva che, mentre le aziende che operano nei settori più colpiti, tra cui viaggi, ristoranti, eventi e intrattenimento, continueranno ad affrontare evidenti difficoltà nel breve termine, le società di pagamenti che servono l’e-commerce hanno visto esplodere il volume dei pagamenti e continueranno a vedere questa buona spinta anche nel breve medio periodo.
Non è d’altronde una novità, né una sorpresa, che il COVID-19 abbia contribuito a un’esplosione del commercio elettronico a scapito della vendita al dettaglio fisica, con una tendenza che porterà le società di pagamento a sottrarre sempre più quote di mercato alle società di pagamento che servono i rivenditori “fisici”.
Nel settore assicurativo, CB Insights nota come la crisi attuale abbia dimostrato quanto siano statici e obsoleti i prodotti assicurativi tradizionali. All’indomani di COVID-19, i consumatori si rivolgeranno a prodotti più flessibili e trasparenti come l’assicurazione on-demand, l’assicurazione parametrica e l’assicurazione basata sugli usi effettivi. Dunque, sul lungo termine a prevalere saranno gli operatori in grado di sfruttare le capacità e le tecnologie digitali per digitalizzare le operazioni chiave della catena del valore, tra cui la sottoscrizione e la gestione dei sinistri, migliorando così l’efficienza operativa e riducendo i costi. Di conseguenza, gli operatori storici potrebbero finire per doversi affidare maggiormente alle startup insurtech business-to-business (B2B) per migliorare le loro capacità digitali.
Nel settore wealthtech e nei mercati dei capitali, le startup hanno raccolto una notevole quantità di liquidità durante COVID-19 e ci sono state anche diverse operazioni di acquisizione con probabile maggiore consolidamento a breve termine.
Un fatto che è diventato chiaro con la pandemia da nuovo coronavirus è che gli investitori vogliono ancora rapporti con i consulenti “umani”. Infatti, secondo il rapporto, nel primo trimestre del 2020 i popolari robo advisor Betterment e Wealthfront hanno avuto un impegno superiore alla media con i consulenti umani. Pertanto, a lungo termine, CB Insights ritiene che i servizi di consulenza ibrida robotica diventeranno mainstream, con una tendenza che potrebbe essere vantaggiosa per operatori affermati, che offrono servizi di consulenza ibrida più consolidati accanto a modelli a commissione zero.
Nel settore immobiliare, la pandemia ha schiacciato la domanda, ma anche l’offerta, poiché i proprietari stanno rinviando le proprie operazioni a quando le condizioni saranno più favorevoli. Sul fronte dei finanziamenti, gli istituti di credito tradizionali hanno inasprito i requisiti, mentre quelli digitali continuano a mantenere degli approcci più versatili. Infine, nel settore bancario e creditizio, le banche digitali continueranno a esercitare la loro concorrenza nei confronti degli operatori tradizionali, con i big che dovrebbero assumere una posizione di maggiore sostenibilità.
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