Manovra economica 2020: 6 agevolazioni fiscali per ristrutturare casa

La nuova Legge di Bilancio, oltre a prevedere tutta una serie di tasse e balzelli che hanno sostanzialmente la funzione di scongiurare l’aumento dell’IVA previsto dalle Clausole di Salvaguardia, ed oltre a contenere una serie di misure volte a combattere l’evasione fiscale come mai fatto prima, fornisce anche una serie di agevolazioni interessanti che riguardano l’edilizia ed in particolare le ristrutturazioni.

Una delle novità è quella del bonus facciate, che permette un recupero fiscale del 90%. Confermati poi altri 3 bonus di cui da anni si usufruisce ampiamente, bonus che hanno dato un contributo indubbiamente importante per la sopravvivenza di tante imprese installatrici e produttrici. Si tratta in questo caso dei bonus ristrutturazione edilizia, ecobonus e arredi.

Rimane poi in vigore il bonus sisma, mentre per quel che riguarda il bonus verde, inerente la sistemazione dei giardini, niente da fare. Quest’ultimo non verrà infatti riproposto, a meno di modifiche durante l’iter parlamentare di approvazione della legge. Non si trattava in ogni caso di un bonus che aveva riscosso grande successo, dal momento che prevedeva un vantaggio massimo di 180 euro l’anno, che non si traduceva certo in un risparmio significativo né per i contribuenti né per le aziende.

Il bonus ristrutturazione

Cominciamo dal bonus ristrutturazione, che prevede una agevolazione del 50% su una spesa massima di 96mila euro per unità immobiliare, oppure per condominio nel caso in cui l’intervento interessi parti comuni.

Il bonus viene riconosciuto sotto forma di detrazione Irpef da spalmare su un periodo di 10 anni, che agevola tutti i lavori appartenenti alla categoria urbanistica che rientrano nella definizione di manutenzione straordinaria o superiore.

Il bonus ristrutturazione vale anche per le spese finalizzate alla sicurezza, all’abbattimento delle barriere architettoniche e al cablaggio dell’immobile, più tutte quelle spese relative al risparmio energetico che però non rientrano nell’ecobonus.

Per quel che riguarda gli interventi su edifici condominiali, sono agevolate tutte le spese che esulano dalla gestione di routine dello stabile. Infine il bonus mobili, valido nella misura del 50% su un tetto di 10mila, che si applica all’acquisto di elementi d’arredo o grandi elettrodomestici effettuato in seguito alla ristrutturazione dell’immobile

L’Ecobonus

Si tratta di una detrazione del 65% con un vantaggio fiscale che può arrivare ad un massimo di 100mila euro, ottenibile su una spesa di 153.846 euro. Quando si applica? Si applica negli interventi di coibentazione termica degli edifici e sull’installazione di pannelli solari.

Qualora la coibentazione termica riguardi edifici condominiali è prevista una maggiorazione del bonus che può raggiungere il 75% a seconda di quanto l’intervento di coibentazione migliora la prestazione energetica. Se invece si procede con la sostituzione degli infissi e con l’installazione di tende da sole, viene applicato il bonus ristrutturazione

Sono incentivate anche le nuove caldaie, ma il bonus cambia a seconda della tipologia. E’ previsto infatti un bonus del 65% per le caldaie a condensazione di classe A con sistemi di termoregolazione evoluti, mentre se non vi sono tali sistemi lo sconto si ferma al 50%, purché la caldaia sia di classe A, mentre se è di classe B niente bonus.

Il Sismabonus

Il Sismabonus si applica solo agli edifici che sono situati in zona sismica 1, 2 o 3 e consiste in uno sconto Irpef del 70% a patto che i lavori di ristrutturazione portino ad un avanzamento di classe sismica dell’edificio, mentre raggiunge il 75% se avanza di due classi invece che di una sola.

Anche in questo caso i vantaggi aumentano se si tratta di edifici condominiali. Se l’intervento riguarda parti comuni dei condomini infatti il bonus sale di 10 punti raggiungendo così l’80% se l’avanzamento è di una classe sismica, se invece è di due classi sismiche si arriva all’85%.

C’è però un limite alla cifra massima su cui è possibile applicare la detrazione, che è 96mila euro. Il limite sale invece a 136mila euro se gli interventi di ristrutturazione producono anche un miglioramento dell’efficienza energetica.

La detrazione Irpef relativa al sismabonus inoltre è particolarmente conveniente perché invece di essere splamata sul periodo di 10 anni, viene spalmata su 5. Ma c’è anche da dire che raramente questo genere di interventi si può svolgere mentre la casa è abitata.

Il sismabonus prevede anche degli incentivi per l’acquisto di una abitazione che è stata costruita in seguito alla demolizione del precedente fabbricato, sempre a patto che sia situato nelle zone sismiche 1, 2 o 3. In questo caso si può ottenere una detrazione fino ad un tetto massimo di 96mila euro. Se la nuova abitazione ha una classe energetica superiore rispetto a quella della precedente la detrazione è del 75%, mentre se il miglioramento è di due classi energetiche, la detrazione sale all’85%.

La cessione del credito

Se per ragioni fiscali, ad esempio quando chi ha diritto al rimborso previsto da uno dei bonus ha redditi imponibili Irpef molto bassi, si preferisce non pagare tutto e subito e attendere poi i rimborsi del fisco, si può effettuare la cessione del credito a chi realizza i lavori. Così facendo si ottiene un immediato sconto in fattura.

La stessa ditta che si occupa dell’installazione o il produttore, possono poi a loro volta cedere il credito a terzi. E’ questo che ha spinto i produttori di caldaie a pubblicizzare un doppio prezzo: quello che viene praticato al cliente che gestisce lo sconto in proprio e quello con la cessione del credito.

Il bonus facciate

Indubbiamente interessante è poi il cosiddetto bonus facciate, che riguarda gli interventi di manutenzione e rifacimento delle facciate che verranno effettuati nel 2020. Si tratta di un bonus del 90% che, a differenza di quanto accade per il bonus ordinario relativo alla ristrutturazione, non avrà il tetto dei 96mila euro.

Resta comunque da vedere quale sarà il testo definitivo della legge di bilancio, perché non è detto che nel corso del suo iter di approvazione in parlamento non subisca alcuna modifica. Senza contare che sarà necessario leggere le successive circolari interpretative, che chiariranno in che modo si coordinerà questo provvedimento con quello relativo alla coibentazione termica degli edifici, vale a dire un bonus che un tetto di spesa invece ce l’ha e non può superare il 75%.

Il rinnovo degli impianti elettrici condominiali

Quest’ultimo incentivo in realtà non è contenuto nella Legge di Bilancio. E’ stato varato dall’Arera, acronimo che sta per Autorità per l’Energia e l’Ambiente e riguarda l’ammodernamento delle colonne montanti, vale a dire quelle linee di cavi che partono dei contatori elettrici e raggiungono le singole unità immobiliari.

Questo bonus riguarda tutti gli edifici costruiti prima del 1970, ma anche gli edifici costruiti fino al 1985 considerati critici. Il bonus impianti elettrici può andare dai 400 euro ai 600 euro per piano e dai 700 euro ai 900 euro per utenza e per poterne usufruire è necessario che i lavori di ristrutturazione si svolgano tra il 2020 e il 2022.

Gli importi del bonus possono però essere aumentati fino a diventare da 700 a 900 euro per piano e da 1.000 a 1.200 euro per utenza, se quando si effettuano i lavori sulla colonna montante, il condominio decide anche di centralizzare tutti i misuratori in un unico vano.

Si possono poi aggiungere altri 100 euro al metro, fino ad un tetto massimo di 1.500 euro, per l’eventuale parte di cavo che verrà utilizzata per collegare la colonna montante con il confine di proprietà. Alla fine degli interventi, per i condomini dovrà essere possibile attivare potenze contrattuali che raggiungono i 6kw.

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