Reddito di cittadinanza, sospesi gli obblighi per i beneficiari a causa dell’emergenza coronavirus

L’emergenza coronavirus ha di fatto cambiato le nostre abitudini, non fosse per altro che per le norme imposte dal Governo per contenere la diffusione del contagio. Le limitazioni introdotte con il decreto governativo del 9 marzo impongono di restare a casa se non per: motivi di salute, comprovate esigenze di lavoro, altre necessità come fare la spesa o andare in farmacia.

Qualcosa cambia anche per i percettori del Reddito di Cittadinanza, che per due mesi non saranno tenuti ad adempiere ad alcuni obblighi. Lo stop quindi non riguarda l’erogazione delle mensilità del reddito di cittadinanza, ma solo le sue condizionalità.

Il 16 marzo la presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento economico che contiene diverse misure volte a dare maggiore liquidità alle famiglie. È stato introdotto ad esempio un bonus una tantum di 100 euro per coloro che dopo lo stop per molte attività, hanno continuato a lavorare nella propria sede di lavoro, e al tempo stesso è stato riconosciuto un maggior numero di permessi per la Legge 104.

Confermato il reddito di cittadinanza, per due mesi senza obbligo di lavoro

Sui social network si era iniziato a parlare della possibilità che il pagamento del reddito di cittadinanza sarebbe stato sospeso per l’emergenza coronavirus, ma non è così. Il pagamento avverrà in maniera puntuale, saranno solo gli obblighi ad esso correlati ad essere sospesi, ma solo per due mesi.

Era stata avanzata anche l’ipotesi che il pagamento della mensilità di marzo sarebbe stata corrisposta in anticipo, ma anche questa si è rivelata poi infondata.

Vediamo invece cosa cambia esattamente per i percettori del reddito di cittadinanza. I beneficiari non perderanno alcun assegno a causa dell’emergenza coronavirus, in quanto le novità riguardano solo la politica attiva.

Il decreto legge cura-Italia stabilisce infatti che per i prossimi due mesi i beneficiari del reddito di cittadinanza continueranno a ricevere il sussidio, ma gli obblighi di attivazione saranno sospesi.

La partecipazione da parte dei percettori del reddito ai programmi di politica attiva slitta infatti al mese di maggio. Lo stesso vale anche per i percettori della disoccupazione Naspi, del Discoll e per i beneficiari di integrazioni salariali.

A partire dall’entrata in vigore del decreto legge cura-Italia il cosiddetto principio di “condizionalità” viene meno. Risulta quindi sospeso quel vincolo che lega il godimento di un sussidio all’impiego e alla partecipazione alle politiche attive del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro congrue.

Nei Centri per l’Impiego quindi non andranno avanti le convocazioni per la partecipazione ad iniziative di intervento per il Patto di servizio personalizzato, che riprenderanno solo dopo metà maggio.

Si para quindi un nuovo ostacolo dinanzi allo sviluppo della cosiddetta Fase 2 del reddito di cittadinanza, fase che è partita con un notevole ritardo e tra mille difficoltà, e che a quanto pare resterà arenata fino a primavera inoltrata. Cause esterne questa volta, visto che lo stop è una diretta conseguenza dell’emergenza di coronavirus.

Stando a quanto rilevato dall’Inps nel mese di gennaio, ad oggi i nuclei familiari titolari del reddito di cittadinanza sono 933 mila, per un totale di 2,4 milioni di individui. Non tutti i soggetti beneficiari del sussidio però sono “occupabili”, una parte infatti è destinata ai Patti per l’inclusione sociale.

L’Anpal, nel suo ultimo report redatto a metà febbraio, ha evidenziato che su un totale di 908 mila beneficiari che potrebbero stipulare un patto per il lavoro, si sono presentati alla prima convocazione solo in 396 mila.

Il numero complessivo di Patti di Servizio sottoscritti è di 263 mila, mentre il totale delle persone che hanno trovato lavoro alla stessa data è di 40 mila, anche se non è possibile stabilire quanti posti siano stati effettivamente riconducibili al reddito di cittadinanza.

Intanto va annoverato tra i progetti in ritardo sulla tabella di marcia anche quello che riguarda i cosiddetti Puc, cioè i progetti utili alla collettività. Attività che sarebbero i Comuni a dover organizzare e promuovere al fine di coinvolgere attivamente i beneficiari del reddito di cittadinanza per un minimo di 8 ore settimanali, ma che di fatto solo in pochissime realtà sono stati effettivamente avviati.

A tal proposito arriva una proposta da parte di Roberto Novelli (Fi), pensata a favore delle fasce più deboli della popolazione. “Molti Comuni stanno cercando volontari per aiutare anziani e disabili attraverso la consegna a domicilio della spesa e dei farmaci” dice Novelli “è l’occasione per impegnare queste persone in servizi alla collettività”.

“Gli anziani sono i soggetti più a rischio” osserva ancora Novelli “bisogna far sì che non debbano uscire di casa, consegnando a domicilio i beni di prima necessità. L’Anci predisponga d’urgenza un Puc valido per tutti i Comuni, che preveda quale attività la consegna a domicilio della spesa e degli altri beni di prima necessità da parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza”.

Reddito di cittadinanza, confermata la data dei pagamenti di marzo

Gli obblighi relativi alla cosiddetta Fase 2 del reddito di cittadinanza sono momentaneamente sospesi fino al mese di maggio, come detto, ma per il resto non cambia nulla, e i beneficiari riceveranno regolarmente l’accredito delle mensilità.

L’erogazione del sussidio procede senza intoppi dunque, nonostante l’emergenza coronavirus, anzi a maggior ragione vista l’emergenza. La data dell’accredito della mensilità di marzo è infatti confermata, e resta quella standard, senza alcuna variazione.

È altresì possibile, per chi avesse i requisiti e intendesse farlo, presentare la domanda per il reddito di cittadinanza. La domanda può essere presentata direttamente online sulla pagina del Reddito di Cittadinanza sul sito della Pubblica Amministrazione, effettuando l’accesso al proprio account con SPID.

Per chi invece già percepisce il reddito, la data per l’accredito delle spettanze sulla Carta Postepay del Rdc resta quella di sempre, vale a dire entro il 27 marzo.

Le altre date degli accrediti restano invariate anch’esse. Il calendario completo prevede il pagamento dei mesi di aprile, giugno, luglio, agosto, ottobre e novembre tra il 24 e il 27 del mese. Per maggio il pagamento dovrebbe avvenire tra il 25 e il 27 in quanto il 24 cade di domenica. Nel mese di settembre tra il 24 ed il 28, mentre a dicembre tra il 21 ed il 24, in ogni caso prima di Natale.

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