Uso del contante, da domani il tetto scende a 2.000 euro e arriva anche lo sconto sul Pos

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Il secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte si è sin dall’inizio prefissato l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, anche attraverso la riduzione dell’uso del denaro contante. Per muoversi in questa direzione il Governo ha quindi agito su due fronti: da un lato ha abbassato il tetto per i pagamenti cash da 3.000 a 2.000 euro, e dall’altro ha introdotto degli sconti per il POS.

Al tempo stesso sono state introdotte, al fine di rilanciare i consumi, diverse forme di bonus destinati alle famiglie come ad esempio il bonus vacanze da 500 euro. E sia per l’abbassamento del tetto per l’uso del contante, che per l’introduzione del bonus vacanze, si parte proprio da domani, mercoledì 1° luglio.

Il tetto per l’uso del contante scende a 2.000 euro

A partire dal 1° luglio il tetto per l’uso del contante scende da 3.000 a 2.000 euro, il che significa che per tutti gli scambi di denaro, da quelli che riguardano privati e aziende, a quelli che riguardano anche solo due familiari, il limite consentito per pagare cash è quello di 1.999,99 euro. Oltre detta soglia si deve necessariamente ricorrere a strumenti tracciabili, come ad esempio il bonifico, l’assegno, o pagamenti con carta.

Si era anche parlato della possibilità di introdurre dei limiti al prelievo di denaro contante dagli sportelli bancomat, ma alla fine non è stata inserita alcuna nuova norma in tal senso. Nessun limite quindi nemmeno per i versamenti di denaro contante, che appunto non rappresentano una forma di scambio, in quanto il denaro resta nella disponibilità personale del suo possessore.

Si tratta di disposizioni che erano state inserite, stando a quanto riportato da Repubblica, “nel collegato fiscale con la manovra di bilancio 2020”. Ad ogni modo la riduzione del tetto a 2.000 euro è solo un passaggio intermedio, in quanto a partire da gennaio 2022 il tetto verrà ulteriormente abbassato a 1.000 euro.

In questo modo il presidente del Consiglio Conte porta a compimento l’opera che era stata avviata dal governo dei professori di Mario Monti, che aveva abbassato la soglia a 2.000 euro, soglia che però fu poi riportata a 3.000 euro da Matteo Renzi.

E per chi non rispetta gli obblighi, le sanzioni sono definite nel decreto Fiscale. Al ridursi della soglia, si riduce anche l’importo della sanzione di egual misura. Infatti passando da 3.000 a 2.000 euro il tetto per l’uso del contante, passa da 3.000 a 2.000 euro anche la sanzione prevista per le trasgressioni compiute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.

A partire dal 1° gennaio 2022, con il terzo e ultimo step per la riduzione dell’uso del contante previsto dal governo Conte, e quindi il tetto a 1.000 euro, la sanzione per i trasgressori scenderà anch’essa a 1.000 euro.

Il divieto rimane anche per quei pagamenti di somme di denaro inferiori al tetto consentito, ma ‘artificiosamente frazionati’ quindi in realtà parte di un’unica transazione economica il cui importo complessivo supera i nuovi limiti imposti dalla legge.

Sconti sull’uso del Pos per commercianti e professionisti

A partire dal 1° luglio, per i commercianti, artigiani e professionisti che hanno l’obbligo di installare il Pos è previsto un credito d’imposta del 30% dei costi, sia quelli fissi che quelli variabili, sostenuti per l’installazione del dispositivo, ma anche per la sua gestione.

Su Repubblica leggiamo che il credito d’Imposta copre “le commissioni applicate dai prestatori di servizi di pagamento per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali” vale a dire persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta “regolate con carte di credito, debito o prepagate ovvero mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili”.

Per quel che riguarda il bonus, questo è destinato a commercianti e professionisti fino a 400 mila euro di ricavi o compensi. Il fornitore del Pos è tenuto, in base ai provvedimenti attuativi dell’Agenzia delle Entrate e di Bankitalia, a “comunicare all’esercente entro il 20 del mese successivo l’elenco delle operazioni tracciabili effettuate, il valore di quelle complessive e quelle riconducibili ai consumatori finali e le commissioni addebitate”.

Sarà quindi attraverso l’analisi di questi dati che il commerciante potrà calcolare la base di costi sostenuti sulla quale applicare il credito d’imposta al 30%. A partire dal mese successivo a quello di riferimento poi, il credito d’imposta potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24 e verrà riportato nella dichiarazione dei redditi “non concorrendo alla formazione né della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi né del valore della produzione ai fini dell’Irap”.

Vi è poi l’aspetto delle eventuali sanzioni per quegli esercenti che non si dotano di Pos oppure non accettano pagamenti tramite Pos. Nessuna sanzione è stata prevista infatti, il che significa, come sottolinea lo stesso Codacons “che da domani dotarsi di Pos e accettare o meno pagamenti elettronici sarà ancora a discrezione dell’esercente, e nulla cambierà rispetto al passato, considerato che l’obbligo del Pos esiste in Italia già dal 2014″.

Il bonus vacanze, come funziona e a chi è destinato

Il Bonus vacanze 2020 è una delle misure che il Governo ha messo sul tavolo per spingere i consumi, ed in particolare per sostenere il settore più colpito dalle conseguenze economiche legate all’emergenza coronavirus, quello del turismo.

Tutte le famiglie che hanno un Isee in corso di validità che non supera i 40 mila euro possono richiedere il cosiddetto Bonus Vacanze. Per fare la richiesta si deve essere in possesso dell’identità digitale Spid ed utilizzare l’app dei servizi pubblici IO per richiedere un Qr-code da spendere presso strutture ricettive, agriturismi e B&B in tutta Italia.

Ogni nucleo familiare può ottenere un solo bonus, e questo potrà essere usato anche da un componente diverso da quello che ha fatto la richiesta. Le condizioni impongono che il bonus venga usato una sola volta dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, e che venga speso in unica soluzione.

Il bonus vacanze varia d’importo in base al numero dei componenti del nucleo familiare che ne beneficia. Il bonus è infatti di 150 euro massimo per nuclei composti da una sola persona, di 300 euro per nuclei composti da due persone, e 500 euro per nuclei composti da 3 o più persone.

Sconti per lavori edilizi

Sempre a decorrere dal 1° luglio parte anche il maxi credito d’imposta al 110% per i lavori edilizi, ma l’ottenimento del bonus è vincolato ad alcuni paletti. I lavori previsti dall’intervento per il quale si intende beneficiare del bonus devono produrre un efficientamento energetico, oppure devono essere svolti in chiave antisismica, devono riguarda l’installazione di pannelli fotovoltaici oppure colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Attraverso l’iter di conversione in legge del dl Rilancio potrebbero però essere apportate delle modifiche al testo. Si ipotizza che il bonus possa essere esteso alle seconde case, ma si esclude l’estensione agli alberghi e il taglio dei massimali di spesa.

Secondo quanto riportato da Repubblica, per quel che riguarda la riqualificazione energetica “l’impianto base prevede la detrazione potenziata per gli interventi effettuati dal 1° luglio al 31 dicembre che consentano il miglioramento di due classi energetiche (o del conseguimento di quella superiore, se il doppio salto fosse impossibile): si tratta di cappotto termico degli edifici e sostituzione degli impianti di riscaldamento”.

Se il proprietario dell’immobile esegue questi lavori, nell’ambito degli stessi si incentivano attraverso lo stesso bonus anche gli altri interventi di riqualificazione, come ad esempio gli infissi, sempre nella misura del 110% della spesa. Quanto agli interventi di miglioramento in chiave anti-sismica, il bonus previsto è ancora del 110% purché gli edifici interessati non sorgano in zona sismica 4.

In quest’ultimo caso il contribuente può rinunciare alla detrazione fiscale per avere invece uno sconto in fattura operato direttamente dalla ditta, oppure la trasformazione in credito d’imposta da cedere a soggetti terzi, tra cui le banche, in un accordo che consenta lo svolgimento dei lavori a costo zero.

Il bonus Renzi passa da 80 a 100 euro

Sempre nella prospettiva di imprimere una spinta ai consumi, a partire dal mese di luglio il cosiddetto bonus Renzi viene incrementato fino a 100 euro, ed in più la platea di lavoratori cui è destinato si allarga notevolmente.

Le modifiche rientrano nella manovra fiscale messa in atto con la legge di Bilancio 2020, e prevede che nell’ambito della riduzione del cuneo fiscale, alcuni lavoratori si trovino in busta paga un bonus di 100 euro al mese. Per ottenere il bonus i lavoratori non dovranno fare nulla, sarà invece compito dei datori di lavoro, nel ruolo di sostituti d’imposta, ad inserire l’importo in busta paga.

A beneficiare del nuovo bonus saranno anzitutto quei lavoratori che già ricevono il bonus di 80 euro, vale a dire 11 milioni di lavoratori circa. Il bonus Renzi è destinato però solo ai lavoratori con reddito che non supera i 26.600 euro, mentre il nuovo bonus vede una platea più ampia, fino a 28 mila euro di reddito.

Il bonus poi si trasforma in detrazione fiscale decrescente per i redditi compresi tra 28 mila e 40 mila euro annui. Si parla di una somma compresa tra i 480 e gli 80 euro per i redditi fino a 35 mila euro, e tra 80 e zero euro per la fascia 35-40 mila.

Il bonus, secondo quanto stabilito dal decreto Rilancio, sarà destinato anche a quei lavoratori che risultano incapienti per il minor reddito di lavoro prodotto nel 2020 a causa dell’emergenza coronavirus. Complessivamente il nuovo bonus per i lavoratori dipendenti ha un valore di 7 miliardi e 458 milioni di euro distribuiti su una platea di circa 16 milioni di lavoratori.

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