ISEE 2020 e agevolazioni Inps: come richiedere i bonus luce, gas, acqua e telefono

Per poter accedere a tutta una serie di bonus e agevolazioni, ma anche per poter beneficiare di misure come il Reddito di Cittadinanza o la Pensione di Cittadinanza, occorre compilare e presentare il proprio ISEE, vale a dire l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

Ma cos’è l’ISEE in sostanza? Si tratta di un indicatore che rappresenta la situazione economica dell’intero nucleo familiare di cui fa parte un dato contribuente. Comprende quindi non solo le entrate sotto forma di stipendio, o derivanti da altre forme di reddito, ma molti altri aspetti che riguardano appunto la situazione economica complessiva del nucleo.

Per poter ricevere una qualche prestazione sociale dobbiamo infatti presentare l’ISEE, dal quale si evince il livello di ricchezza dell’intera famiglia, a cominciare dalla giacenza media del conto corrente (bancario o postale), le somme in giacenza sotto forma di titoli finanziari (risparmi), e vi si inseriscono anche i beni immobiliari, le polizze vita, i redditi vari come accennato, e persino i veicoli intestati ai vari componenti.

Insomma nell’ISEE si trova pressoché tutto ciò che può riguardare la condizione economica di un determinato nucleo familiare, ed è sulla base dell’indicatore che ne risulta che vengono accolte o respinte le domande di accesso a vari tipi di prestazioni sociali.

Bonus e agevolazioni Inps da richiedere presentando l’ISEE

È necessario presentare l’ISEE per richiedere il Reddito di Cittadinanza, come abbiamo accennato, ma ci sono molti altri tipi di prestazioni sociali cui si può accedere, tra bonus e agevolazioni Inps.

Tra i bonus di cui si può beneficiare presentando l’ISEE troviamo ad esempio il bonus mamma, gli sconti sulle bollette della luce, del gas, dell’acqua e persino del telefono. Ed è ancora presentando l’ISEE che si possono ricevere gli assegni al nucleo familiare ANF, nonché altre agevolazioni rese attive dallo Stato indirizzate a nuclei familiari con redditi bassi.

Non tutti sono in grado di compilare autonomamente il modello ISEE, quindi il contribuente che non intende presentare la domanda direttamente online dal sito dedicato all’INPS utilizzando le proprie credenziali di accesso, può anche decidere in alternativa di rivolgersi ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf).

Per poter compilare l’ISEE occorre essere in possesso di tutte le informazioni necessarie, una buona parte delle quali sono già reperibili nella dichiarazione precompilata. Per evitare di incorrere in errori però bisogna sempre verificare i dati e compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).

Ed è direttamente l’Inps a fornire al contribuente tutte le istruzioni necessarie per compilare la DSU, indispensabile per richiedere l’ISEE, che a sua volta serve per poter fare domanda per eventuali prestazioni sociali. Ricordiamo in ogni caso che la DSU ha validità dalla sua presentazione fino al 31 dicembre successivo.

I dati che vengono inseriti nelle dichiarazioni, a cominciare dai dati anagrafici, quelli relativi al reddito e al patrimonio del nucleo familiare in oggetto, vanno a finire nell’Archivio Nazionale ISEE che è amministrato dall’INPS, e sono resi disponibili per controlli, verifiche e accertamenti svolti dagli Enti erogatori e dalla Guardia di Finanza.

Nella realizzazione dell’ISEE si tiene però conto anche di tutta una serie di aspetti non strettamente economici. Si vlauta infatti il numero dei componenti del nucleo familiare, la presenza di eventuali figli minori o di disabili, che quindi a parità di ricchezza fanno la differenza permettendo a seconda dei casi di accedere a prestazioni sociali, bonus e agevolazioni Inps diversi.

Come richiedere i bonus acqua, luce, gas e telefono

Il bonus telefonico può essere richiesto dai contribuenti che hanno un indicatore ISEE che non ecceda la sogia degli 8.111,23 euro. Il bonus in questo caso consiste di uno sconto del 50% sul canone del telefono.

Il bonus luce, vale a dire il bonus energia elettrica, può essere richiesto da chi ha un indicatore ISEE inferiore agli 8.256 euro. Se si tratta di famiglie con almeno 3 figli, l’asticella viene alzata fino a 20 mila euro.

Anche l’importo del bonus varia in base all’ISEE, infatti può andare da un minimo di 125 euro fino ad un massimo di 184 euro. Il bonus luce nello specifico viene riconosciuto per tutto l’arco dell’anno, e la domanda deve essere riformulata e ripresentata ogni anno, esattamente un mese prima della scadenza del contributo, per ottenere nuovamente il bonus.

Il bonus gas permette di ottenere un risparmio del 15% sulla spesa di fornitura annua. I requisiti Isee sono esattamente quelli che permettono di accedere al bonus luce, quindi il tetto è fissato a 8.256 euro. L’importo del bonus però cambia in base alla regione, all’area climatica del gestore della fornitura e in base alla famiglia anagrafica.

Il bonus acqua permette di ottenere la distribuzione nell’arco di 24 ore di 50 litri di acqua a titolo gratuito ed è stato attivato il 1° luglio 2018. Con il bonus acqua quindi il beneficiario piò ricevere circa 18,25 metri cubi di acqua gratis ogni anno.

La quantità però non è fissa, deve essere moltiplicata per il numero di componenti del nucleo familiare. Anche in questo caso per ottenere il bonus è necessario presentare la domanda con in allegato il modello ISEE. Per essere accolta, l’Isee non deve superare il valore di 8.107,5 euro, soglia che viene portata a 20 mila euro nei casi di famiglie con almeno 4 figli.

Per non pagare il canone Rai bisogna avere 75 anni e serve il modello ISEE

I contribuenti che hanno compito 75 anni possono richiedere l’esenzione dal pagamento del canone Rai, ma l’Isee non deve suoperare gli 8.000 euro. Per non pagare il canone basta presentare la domanda inoltrandola all’Agenzia delle Entrate con l’apposito modulo, al quale deve essere poi allegato l’ISEE.

Inoltre se l’ISEE non supera gli 11.600 euro, oppure si percepisce un reddito da pensione la cui soglia non ecceda i 18 mila euro, è possibile ottenere il bonus conto corrente. Questo bonus permette di fatto di aprire un conto corrente a zero spese, che però presenta un limite di operazioni su base mensile.

Agevolazioni sugli affitti, quando presentare domanda

Gli inquilini che hanno un reddito basso possono beneficiare di un contributo che permette di coprire l’intero importo dovuto per l’affitto. Si tratta del cosiddetto Fondo per la Morosità Incolpevole, viene gestito dagli enti Regione, e viene attivato attraverso l’emanazione di un bando regionale con requisiti e importi aggiornati di volta in volta.

In questo caso il richiedente, oltre ai requisiti specifici che vengono indicati nel bando, dovrà presentare un ISEE che non ecceda la soglia dei 26 mila euro.

Sconto del 20% per Imu, Tari e tributi locali 2020

Per ottenere lo sconto del 20% sull’Imu e sugli importi da pagare per Tari e altri tributi locali è necessario scegliere come modalità di pagamento l’addebito diretto su conto corrente bancario o postale.

Ci sono poi delle agevolazioni per le famiglie con un reddito limitato, che possono presentare domanda per accedere a diversi contributi distribuiti dall’Inps, ma che vengono assegnati dal proprio Comune di residenza. Tra questi vi sono:

  • Il bonus Bebè
  • Il bonus asilo nido 2020
  • L’assegno di maternità 2020
  • Gli assegni al nucleo familiare (ANF) 2020

Per ricevere il Bonus Bebè l’ISEE del nucleo familiare non deve superare i 25 mila euro. Il bonus è destinato solo alle neomamme, vale a dire alle donne con figli di età fino a 12 mesi, ed ammonta ad un totale di 80 euro al mese. Il bonus bebè sale poi a 160 euro mensili nel caso di ISEE uguale o inferiore a 7.000 euro.

Per quanto riguarda il bonus asilo nido, è un contributo destinato alle famiglie per il pagamento della retta scolastica dell’asilo, e quindi ne possono beneficiare tutti i genitori, siano essi naturali, affidatari o adottivi, attraverso una richiesta presentata all’Inps. Il bonus verrà erogato per un massimo di 3 anni.

Il valore del bonus varia in base all’ISEE e alla composizione del nucleo familiare. Per i genitori con ISEE di valore compreso tra i 25 mila e i 40 mila euro l’importo riconosciuto come bonus asilo nido è di 2.500 euro annui.

Per le famiglie che hanno un reddito ISEE di oltre 40 mila euro il bonus scende a 1.500 euro annui, mentre se l’ISEE è pari o inferiore a 25 mila euro, l’importo del bonus sale fino a 3.000 euro all’anno.

L’assegno di maternità 2020 invece viene erogato per un totale di 5 mensilità ed il suo valore complessivo è di 1.740,60 euro, che corrispondono a conti fatti a 358,12 euro al mese. In questo caso il richiedente deve presentare istanza presso il proprio Comune di residenza allegando alla richiesta l’ISEE del nucleo familiare, che dovrà risultare inferiore a 17.416,66 euro.

Vista la natura del bonus e la sua platea, la richiesta per ottenere il beneficio dovrà essere effettuata necessariamente entro 6 mesi dal parto, oppure dall’ingresso in famiglia nel minore nel caso di adozione o affido. L’importo del bonus comunque è soggetto ogni anno all’adeguamento ISTAT, pertanto il suo importo varia leggermente di volta in volta.

Gli assegni per nucleo familiare ANF 2020 sono aiuti versati dall’Inps che vengono concessi in forma esclusiva dal Comune di residenza. I beneficiari sono le famiglie con almeno 3 figli minori, che possono presentare domanda al proprio Comune allegando anche in questo caso l’ISEE.

Oltre ai requisiti legati all’ISEE, che non deve superare il valore di 8.788,99 euro, vi sono altre condizioni che devono essere rispettate per poter accedere al beneficio, a cominciare dal fatto che la famiglia deve essere composta anche da un genitore ma almeno 3 figli minori nello stesso nucleo familiare.

Con la legge di Bilancio 2020 tutti i bonus famiglia sono stati prorogati anche per il 2021, ed ora siamo in attesa dell’assegno universale 2021, vale a dire un contributo che viene erogato a tutte le famiglie in possesso dei requisiti ISEE all’interno delle quali vi sono figli fino all’età di 18 anni.

Compilazione dell’ISEE, ecco gli errori da evitare

Nel compilare l’ISEE può capitare di commettere alcuni errori, compromettendo l’esito della domanda cui il documento viene allegato. Ma quali sono gli errori che dobbiamo assolutamente evitare? Come dobbiamo fare per correggere gli errori e i dati non corretti della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU)? E soprattutto, quand’è che si rischiano sanzioni per dati ISEE non corretti?

La nuova ISEE 2020 è entrata in vigore nel gennaio 2017, e da allora sono state introdotte le nuove modalità di calcolo del reddito, della composizione del nucleo familiare e patrimoniale, e sono stati emessi i nuovi moduli per fare la richiesta.

È cambiato inoltre l’iter per il rilascio delle attestazioni ISEE, con nuove tempistiche che riassumiamo schematicamente qui di seguito.

  • Entro il 2° giorno lavorativo successivo all’acquisizione dei dati dell’Agenzia delle Entrate, l’INPS calcola l’ISEE e lo rende disponibile per il rilascio. Questo avviene entro 10 giorni lavorativi
  • Entro il 4° giorno lavorativo i soggetti che hanno acquisito la DSU provvedono ad inviare i moduli telematicamente utilizzando il nuovo sistema ISEE INPS
  • Entro il 4° giorno lavorativo successivo alla ricezioine dei dati autodichiarati avviene l’acquisizione dei dati dell’anagrafe tributaria da parte del sistema informativo ISEE.

E se nel modello ISEE 2020 dovessero essere stati inseriti dei dati inavvertitamente errati? Ecco cosa potrebbe succedere, e cosa fare.

Ecco gli errori da evitare nella compilazione dell’ISEE

Alcuni errori devono essere assolutamente evitati, vediamo quali sono. Iniziamo col dire che può accadere che l’ISEE presenti degli errori nella parte relativa alle informazioni che vengono fornite direttamente dall’Agenzia delle Entrate e che sono basate sui dati presenti in archivio, o sulle autodichiarazioni del contribuente.

Sono dati che si evincono da pregresse dichiarazioni dei redditi, che arrivano dalle variazioni catastali degli immobili in vendita, o per compravendite, donazioni ecc… Ma cosa deve fare il cittadino se si accorge di aver inserito dati sul reddito errati? Bisogna assolutamente inviare prima possibile la rettifica del dato, servendosi dell’apposito modulo integrativo che dovrà essere compilato nella sezione II del quadro FC8 dove si dovrà inserire il valore esatto.

Se si sbaglia l’ISEE si può rifare? Ecco come si può rimediare in caso di errori

Se nella fase di compilazione dell’Isee si commettono degli errori e quindi si pone l’esigenza di correggerli, niente paura, si può fare. L’ISEE 2020 può essere anche rifatto da capo in caso di errori, come ad esempio l’omissione del numero di conto corrente, che è uno di quelli più comuni. In questo caso specifico infatti l’INPS invia una segnalazione di anomalia al CAF o all’intermediario indicato per la presentazione dell’ISEE.

Il soggetto istante può inviare la dichiarazione ISEE al CAF richiedente o integrarla. Ad esempio nel caso in cui si accorga di aver dimenticato di inserire un conto corrente o un libretto deposito o un numero di carta di credito all’interno del modulo ISEE può presentare una nuova dichiarazione ISEE inserendovi i dati mancanti.

Succede poi in alcuni casi che a mancare sia la Certificazione Unica, oppure che siano stati commessi errori nella dichiarazione dei redditi, casi in cui è possibile rimediare. Per quel che riguarda la certificazione, questa può essere inserita senza problemi in seguito, mentre quanto alla dichiarazione dei redditi, i dati possono essere rettificati successivamente.

Se gli errori riguardano invece la dichiarazione ISEE che è stata preparata a cura del CAF, il quale ha riscontrato magari dei problemi legati al sistema di comunicazione dati, oppure si è trattato di semplici dimenticanze, il Caf è tenuto a presentare una rettifica ISEE.

Se l’errore è stato commesso invece dal contribuente, si può alternativamente presentare una nuova dichiarazione, oppure l’integrazione con il quadro FC8 – ISEE integrativo. Gli enti preposti al controllo, in questi casi, effettuano una nuova verifica negli archivi.

Se ci sono invece delle discrepanze tra quanto dichiarato e quanto risulta dalla consultazione degli archivi, gli enti preposti al controllo possono inoltrare le informazioni alla Guardia di Finanza, e sono dunque le Fiamme Gialle ad occuparsi della verifica.

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