Nuovo contratto per colf, badanti e baby sitter, a partire dal 1° ottobre saranno assistenti familiari

Il precedente contratto collettivo nazionale era scaduto nel 2016 e non era più stato rinnovato, ed ora a partire dal 1° ottobre 2020 sarà in vigore il nuovo contratto per lavoratori domestici quali colf, badanti e baby sitter, che saranno raggruppati un un’unica categoria di lavoratori.

Il nuovo contratto collettivo nazionale per i lavoratori domestici (CCNL) è stato siglato in data 8 settembre 2020. Tra le firme in calce quelle delle principali associazioni sindacali: Filcams CGIL, Federcolf, Fidaldo (di cui fanno parte anche Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc) e Domina.

L’annuncio ufficiale arriva dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5s), che ha fatto sapere che con il nuovo CCNL si vanno a meglio disciplinare le posizioni di circa 860 mila lavoratori regolari, con l’introduzione din importanti novità che riguardano il mercato e l’organizzazione del lavoro domestico.

Con il nuovo contratto collettivo nazionale si vanno inoltre a regolarizzare i contratti a nero e quelli sommersi, che secondo le stime Istat rappresentano oltre il 53% del settore, per un totale di circa 2 milioni di lavoratori.

La nuova normativa regolamenta la possibilità di accrescimento personale dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche, con un occhio di riguardo per il trattamento pensionistico. Per alcune categorie di lavoratori domestici è anche previsto un aumento della retribuzione e in alcuni casi si introduce la possibilità di ottenere dei permessi di formazione.

Tra le novità anche la cancellazione della tripartizione in colf, badanti e baby-sitter e la contestuale introduzione di nuove categorie classificatorie, nonché l’introduzione di una normativa specifica per quelle famiglie che hanno bisogno di una assistenza h24, per le quali sarà più conveniente assumere una badante per le ore notturne oppure una lavoratrice in sostituzione alla titolare.

Cos’è il nuovo contratto collettivo nazionale per lavoratori domestici?

Come accennato, il nuovo contratto collettivo nazionale (CCNL) per lavoratori domestici va a sostituire la vecchia normativa scaduta nel 2016 e mai più rinnovata. Il nuovo contratto interesserà circa 860 mila lavoratori regolari, e fino a 2 milioni di lavoratori se si contano anche i lavoratori a nero e i contratti sommersi.

Il nuovo contratto collettivo nazionale sarà in vigore a partire dal 1° ottobre 2020 fino al 31 dicembre 2022, e si pone tra i suoi obiettivi, quello di contrastare il lavoro nero e i contratti sommersi appunto.

Si prefigge anche lo scopo di regolarizzare i trattamenti lavorativi e reddituali dei lavoratori domestici che comprendono un numero di soggetti in costante crescita, anche per via dell’innalzamento dell’età media della popolazione italiana.

I lavoratori domestici stanno assumendo con il passare degli anni un ruolo di sempra maggior rilievo nella società moderna, da cui l’esigenza di disciplinare in maniera accurata l’intera categoria di lavoratori, che con il nuovo contratto si chiameranno assistenti familiari.

Gli assistenti familiari verranno suddivisi in quattro categorie in base alle mansioni alle qualifiche e alle attività svolte. Variano anche i trattamenti pensionistici che verranno attribuiti alle varie figure previste dalla nuova normativa, con la distinzione di due classi sulla base di determinate variabili che comprendono il tipo di attività svolta e il tipo di orario in cui viene svolta.

Nuovo CCNL lavoratori domestici: aumentano le retribuzioni

Con il nuovo contratto collettivo nazionale per lavoratori domestici, vale a dire colf, badanti e baby-sitter, si vanno ad aumentare le retribuzioni. Significa che gli assistenti familiari guadagneranno di più a partire dal 1° ottobre 2020? E più in generale come funziona l’aumento delle retribuzioni?

A rispondere a queste domande ci pensa uno dei sindacati che hanno firmato il CCNL, Filcams CGIL. Accanto alla cui firma troviamo anche quelle di Federcolf, Fidaldo (di cui fanno parte anche Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc) e Domina.

“La prima importante novità riguarda la retribuzione corrisposta a una particolare categoria di lavoratori: quelli di livello medio B super” spiegano dal sindacato “Dal 1° gennaio 2021 questa categoria di lavoratori potrà beneficiare di una retribuzione mensile maggiorata di 12 euro, con un sistema di indennità che aumenterà, dal 1° ottobre 2020, da 100 euro a 116 euro”.

“I lavoratori che potranno accedere a questo compenso aggiuntivo sono coloro che si occupano della cura dei bambini al di sotto dei 6 anni di età oppure gli assistenti familiari e i badanti che si occupano della cura della persona non autosufficiente (lavoratori a livello C super o D super). Anche per loro la maggiorazione del compenso si spiega con una maggiore attenzione, precisione e difficoltà per il lavoro che viene richiesto”.

Questo quanto illustrato dal sindacato nel merito dell’aumento della retribuzione previsto dal nuovo CCNL. Inoltre, a quei lavoratori che attesteranno la certificazione di qualità sarà riconosciuto un aumento dello stipendio di altri 10 euro. Si parla in questi casi di assistenti educatori formati, i quali si occupano specificamente della cura dei bambini con disabilità, problemi di apprendimento o disturbi dell’attenzione.

Sono sempre gli assistenti educatori formati ad occuparsi anche dell’assistenza a persone anziane con problemi di salute. Ed è in considerazione della loro formazione professionale che viene loro riconosciuto un trattamento retributivo più elevato.

Con il nuovo CCNL, cancellata la tripartizione colf, badanti e baby-sitter

Con il nuovo CCNL viene cancellata la vecchia tripartizione tra colf, badanti e baby-sitter, figure che saranno accorpate in un’unica categoria che sarà quella degli assistenti familiari. Tutti i lavoratori domestici vengono inseriti quindi in questa macro categoria, e suddivisi solo in base alle mansioni svolte, alle attività e alle competenze professionali.

Si introducono quindi tre categorie per classificare gli assistenti familiari, e due diverse tabelle in base alle quali si fa il calcolo del trattamento pensionistico. Quelle che prima si chiamavano colf diventano lavoratori e lavoratrici addetti alla cura della casa, mentre quelle figure che in precedenza venivano chiamate semplicemente badanti diventano lavoratori e lavoratrici addetti all’assistenza di un altro essere umano.

La terza categoria è quella dell’assistente educatore formato, una figura sostanzialmente nuova, come sottolineato da Assindatcolf, ovvero un lavoratore che grazie a qualifiche professionali e competenze è in grado di assistere e accudire persone (bambini compresi) che hanno particolari disabilità fisiche o psichiche, con disturbi di apprendimento o con problemi relazionali.

Questa terza figura, per via delle sue competenze specifiche, può beneficiare di un corrispettivo retributivo maggiore che consiste di un aumento di 10 euro sulla normale retribuzione.

Cosa cambia per le famiglie? Ecco quali sono i vantaggi

I vantaggi non dovrebbero essere limitati al lavoratore che grazie al nuovo contratto collettivo nazionale può essere meglio inquadrato come figura professionale, ma anche per le famiglie stesse che fruiscono dei servizi offerti dai lavoratori domestici, ora assistenti familiari.

Lo stesso sindacato Assindatcolf ha sottolineato che con il nuovo contratto collettivo nazionale, anche per le famiglie in difficoltà economiche e in stato di bisogno risulterà più conveniente ad esempio assumere una badante per le ore notturne.

A partire dal 1° ottobre 2020 infatti chi assumerà una badante per le ore notturne potrà versare contributi previdenziali sull’orario puramente convenzionale di 8 ore, con una riduzione settimanale di 24 ore.

Altre novità introdotte con il CCNL per i lavoratori domestici riguardano l’estensione del periodo di prova fino a 30 giorni per tutti i conviventi, e l’introduzione del congedo per donne vittime di violenza. Inoltre sono state fissate le linee guida che permetteranno di agire concretamente nella riduzione dei rischi legati al luogo di lavoro.

Con il nuovo CCNL ci saranno permessi di formazione

Si tratta di un’altra novità introdotta con il nuovo contratto collettivo nazionale per i lavoratori domestici, i quali potranno ottenere dei permessi speciali per seguire percorsi formativi.

Il lavoratore che intende seguire un percorso di formazione può, stando alle novità introdotte con il nuovo CCNL, beneficiare di fino a 40 ore annuali di permesso formazione utili al miglioramento delle proprie competenze professionali. Per poter accedere a questo permesso però il lavoratore interessato dovrà essere in possesso di determinati requisiti.

Il numero totale delle ore di permesso formazione può inoltre aumentare a 64 su base annua per quei lavoratori che decideranno di frequentare percorsi formativi riconosciuti dall’Ebincolf, che è l’ente bilaterale di settore.

Per quel che riguarda i requisiti necessari, sono sostanzialmente due: il lavoratore deve essere in possesso di un contratto a tempo pieno e a tempo indeterminato, e deve avere una anzianità di almeno 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro.

Cresce il numero delle badanti ma diminuisce il numero delle colf

Il sottosegretario generale di Domina, Lorenzo Gasparrini, ha evidenziato il modo in cui il mondo dei lavoratori domestici stia rapidamente cambiando in Italia, coerentemente con l’invecchiamento del modello di società, che vede un altrettanto rapido aumento dell’età media della popolazione.

È aumentato il numero di lavoratori che offrono assistenza ad altri esseri umani, ed è diminuito il numero di addetti al settore delle pulizie domestiche. Stando ai dati, dal 2012 le colf sono diminuite di oltre il 32%, mentre le badanti per persone anziane e invalidi sono aumentate di oltre l’11%.

Anche per far fronte ad una situazione in continua evoluzione, secondo il sottosegretario generale di Domina, il CCNL rappresenta un enorme passo avanti verso l’abbattimento e il contrasto al lavoro sommerso, che rappresenta circa il 53,3% del totale. Attualmente si stima che l’intero settore dei lavoratori domestici produce circa l’1,3% dell’intero PIL dell’Italia, pari a circa 18,96 miliardi di euro annui.

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