Pagamenti in contanti: al via i controlli del fisco e le sanzioni per chi supera il limite

Il tetto massimo per i pagamenti in contanti che è stato fissato dal precedente esecutivo è di 2.000 euro, e lo scopo sarebbe quello di contrastare in questo modo il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia. Un obiettivo sicuramente complesso da raggiungere, e per il quale probabilmente dovremmo contare più che altro su una seria riforma del fisco in grado di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio e semplificare.

Sono proprio questi infatti gli obiettivi che il governo di Mario Draghi si prefigge di raggiungere con la riforma del fisco cui sta lavorando, ma mentre siamo in attesa di vedere se questa riforma soddisferà le aspettative, contribuendo anche a ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale, si vanno intensificando i controlli relativi all’uso del denaro contante.

Il Fisco intensifica i controlli sull’uso di denaro contante

L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si mostrava fermamente convinto che riducendo l’utilizzo di denaro contante sarebbe stato possibile intervenire efficacemente sull’evasione fiscale. Il limite per i pagamenti con denaro cash è stato così ridotto a 2.000 euro fino a fine dicembre 2021, per poi scendere ulteriormente a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Per verificare che gli Italiani stiano rispettando suddetti limiti il fisco ha avviato una serie di controlli che potrebbero portare a sanzioni anche molto elevate per i trasgressori. Ma chi è che rischia di più, e quando scattano esattamente i controlli del fisco?

Tra le situazioni a rischio vi sono prima di tutto quelle in cui si rilevano movimenti bancari ‘sospetti’, come nei casi di versamenti il cui ammontare supera ampiamente la giacenza media del titolare del conto corrente bancario o postale.

Se sembrano esserci i presupposti che dimostrerebbero una attività fraudolenta da parte del contribuente, il fisco può decidere di chiedere i documenti che attestano le spese effettuate, e da questi sarebbe in grado di evincere se i limiti validi per i pagamenti con denaro contante sono stati rispettati oppure no.

Un’altra situazione che potrebbe richiamare l’attenzione del Fisco è quella in cui si rileva una discrepanza tra quanto viene dichiarato nel modello 730 e il tenore di vita condotto dal contribuente.

Questa è peraltro una situazione tutt’altro che rara, in cui abbiamo un cittadino che dichiara un reddito basso, ma nonostante ciò risulta intestatario di beni di lusso, come auto lussuose o barche, e non si limita nello shopping acquistando articoli particolarmente costosi con certa frequenza.

Quali sono i contribuenti che rischiano di più per via dei controlli?

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, i controlli del fisco circa gli spostamenti di denaro contante scattano soprattutto nei seguenti ambiti:

  • movimenti bancari che comprendono versamenti sul conto di importi relativamente elevati
  • attività di controllo da parte del Fisco finalizzati a verificare eventuali episodi di evasione fiscale
  • grosse discrepanze tra redditi dichiarati e tenore di vita condotto dal contribuente.

Non tutti i cittadini corrono lo stesso livello di rischio rispetto ai controlli del Fisco. Maggiormente esposti sono ad esempio quei contribuenti che ricevono somme di denaro anche da fonti diverse dalla propria attività lavorativa principale.

A stare attenti ai movimenti di denaro devono essere anche i parenti stretti nel momento in cui decidono di regalare somme di denaro ai propri figli, nipoti, genitori eccetera. Infatti se la somma donata in denaro contante supera i 2.000 euro, (e a partire dal 1° gennaio 2022 i 1.000 euro) si rischiano sanzioni molto pesanti nonostante non si tratti in alcun modo di un episodio di evasione fiscale.

Le sanzioni previste dall’attuale normativa sono infatti piuttosto salate, con multe che possono andare da un minimo di 2.000 fino ad un massimo di 50.000 euro. Inoltre ad essere sanzionato non è solo chi dà il denaro o chi lo riceve, ma entrambi i soggetti.

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