Contributi a fondo perduto nel decreto Sostegni ter. Ecco a chi spettano i nuovi aiuti per i commercianti

I contributi a fondo perduto per le attività commerciali che hanno subito un danno economico ingente per via di chiusure e restrizioni imposte nell’ambito dell’emergenza Covid-19 sono solo una parte delle misure che il governo di Mario Draghi andrà ad inserire nel decreto Sostegni ter.

Nella giornata di oggi, venerdì 21 gennaio, il testo del terzo decreto Sostegni verrà presentato in Consiglio dei Ministri, e prevede lo stanziamento di un fondo di 200 milioni di euro per gli aiuti economici da destinare ai commercianti danneggiati dalle restrizioni in chiave anti-contagio.

Una delle categorie maggiormente interessate dalle misure contenute nel nuovo decreto Sostegni cui sta lavorando il governo guidato dall’ex presidente della Bce è proprio quella dei commercianti, ed in particolare tutti quegli esercizi commerciali che si sono visti ridurre gli introiti per via delle misure restrittive imposte dall’esecutivo.

Sono già diverse le anticipazioni che sono trapelate nelle scorse ore e che potrebbero essere confermate in occasione del Cdm che si terrà oggi. Si parla del fondo da 200 milioni di euro per l’erogazione di contributi a fondo perduto riconosciuti solo a condizione che nel corso del 2021 vi sia stata una considerevole riduzione del volume d’affari rispetto al 2019.

Quali novità per i commercianti nel decreto Sostegni ter?

Stando alle prime anticipazioni che riguardano le misure inserite nel decreto Sostegni ter, non solo vi saranno alcune novità sul caro bollette, con ulteriori misure volte a mitigare gli aumenti del costo dell’energia, ma anche i contributi a fondo perduto per il 2022.

Ne ha parlato anche Il Sole 24 Ore che ha anticipato quali sono le misure che il governo sta vagliando, ed in particolare annuncia l’intenzione dell’esecutivo di introdurre una misura specifica, che è attualmente in fase di definizione, destinata a sostenere i commercianti al dettaglio.

In questo caso con il decreto Sostegni ter il governo ritiene opportuno intervenire, stando alle ultime indiscrezioni, con un contributo a fondo perduto riconosciuto solo in caso di riduzione del volume d’affari per il 2021, pari o superiore al 30% rispetto al 2019. Potrebbero però beneficiarne solo i commercianti con un fatturato che nel 2019 non superava i 2 milioni di euro.

Per i commercianti 200 milioni di euro di aiuti erogati come contributi a fondo perduto

In tutto, per offrire un aiuto concreto a quei commercianti che hanno subito un ingente danno economico per via delle chiusure e delle restrizioni imposte nell’ambito dell’emergenza Covid-19, il governo ha deciso di mettere sul tavolo un fondo da 200 milioni di euro.

Gli aiuti sono destinati in particolare al settore del commercio al dettaglio, ed il compito di gestire le risorse per i ristori, che andranno a confluire nell’apposito “Fondo per il rilancio delle attività economiche” come previsto dal decreto Sostegni ter, sarà affidato al ministero dello Sviluppo Economico. 

Il nuovo decreto introdurrà inoltre tra le varie misure anche l’estensione del credito d’imposta del 30% sulle rimanenze di magazzino.

Quanto alle misure che verranno inserite nel decreto Sostegni ter, non dimentichiamo che i commercianti sono solo una parte dei beneficiari di aiuti economici ad hoc. Sono infatti previsti anche nuovi ristori per discoteche e sale da ballo, che fino al 31 gennaio 2022 sono state costrette a rimanere chiuse, e per cinema e teatri nonché per le attività del settore turistico e alberghiero.

E restando sempre sul tema degli aiuti per le attività commerciali maggiormente danneggiate dalla politica di chiusure e restrizioni del governo Draghi, il sottosegretario al ministero del Tesoro, Maria Cecilia Guerra, parlando a RaiNews24 Economia ha spiegato che “si farà ricorso a strumenti già utilizzati”.

La Guerra ha specificato che “potrebbe essere il credito agli affitti o la riduzione dell’IMU, un sostegno attraverso il rifinanziamento di fondi esistenti e un intervento per facilitare, dove necessario, il ricorso alla cassa integrazione”.

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