Aumenti in busta paga con il decreto Aiuti. Ecco quanto riceveranno in più i lavoratori

Non si tratterà di grandi somme, per quel che riguarda gli aumenti derivanti dal mini taglio del cuneo fiscale che saranno infatti nell’ordine di una manciata di euro. La misura dovrebbe essere inserita nel prossimo decreto Aiuti, quello con cui i lavoratori si aspettavano fino a qualche giorno fa la proroga del bonus 200 euro.

Si tratta in ogni caso di una misura destinata alla platea dei lavoratori con reddito fino a 35 mila euro, ma invece di 200 euro i beneficiari si dovranno accontentare nella migliore delle ipotesi di poco più di 20 euro.

Su base annuale la cifra avrebbe anche potuto risultare interessante, in un contesto di normalità, ma nell’attuale situazione economica, con i livelli di inflazione così alti e le tutt’altro che rosee prospettive per il futuro, quei 20 euro in più in busta paga sono decisamente troppo poco.

Nel nuovo decreto Aiuti mini taglio del cuneo fiscale

Doveva essere un taglio del cuneo fiscale in grado di produrre degli aumenti in busta paga tangibili e concreti, invece la misura inserita nel nuovo decreto sarà tutto sommato impercettibile per i beneficiari.

Nel corso di questa settimana il testo del prossimo decreto Aiuti dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Per l’esattezza ci si aspetta che il disegno di legge sia presentato tra le giornate di mercoledì e giovedì, ma quali sono le misure che dovrebbe contenere? Oltre al taglio del cuneo fiscale si parla anche di un, seppur minimo, aumento delle pensioni. In questi caso si tratterebbe di un aumento dell’assegno previdenziale del 2%, e non ci sarebbero limiti di reddito ma sarebbe esteso a tutti i pensionati.

Ma restando sulla questione degli aumenti in busta paga per i lavoratori con un reddito al di sotto dei 35 mila euro, le cifre che sono trapelate in questi giorni lasciano molto a desiderare.

Complessivamente lo spazio di bilancio a disposizione per il nuovo decreto Aiuti, che dovrebbe fare da apripista alla Legge di Bilancio 2023, dovrebbe essere di circa 14,3 miliardi di euro, 12 dei quali effettivamente utili per le misure, mentre poco più di due miliardi andranno a coprire le norme già approvate e inserite nel decreto Aiuti di maggio.

Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale, la base di partenza per il calcolo delle copertura è di 1 miliardo e mezzo, che è la somma resasi necessaria nella Legge di Bilancio 2022 per operare la sforbiciata dello 0,8% per i redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro.

Dal momento che il nuovo decreto Aiuti prevede di operare un taglio analogo, sappiamo che approssimativamente occorrerà una cifra analoga o poco più nel caso in cui alla fine si decidesse di operare un taglio del cuneo fiscale aggiuntivo di 1 punto invece che 0,8 per la stessa platea per i sei mesi che vanno da luglio a dicembre 2022.

Quanti soldi in più in busta paga con il mini taglio del cuneo fiscale

Per i lavoratori con reddito fino a 35 mila euro quindi il nuovo decreto Aiuti dovrebbe prevedere un taglio del cuneo fiscale dello 0,8 o dell’1%, ma di quanto aumenterebbero le buste paga? Secondo il calcolo fatto da Il Corriere della Sera, un lavoratore con un reddito di 35 mila euro annui lordi grazie al mini taglio del cuneo dovrebbe ricevere un aumento mensile dello stipendio di circa 27 euro.

La cifra però è destinata a calare ulteriormente per un lavoratore che percepisce un reddito annuo di 28 mila euro, che dovrà accontentarsi di 22 euro in più in busta paga, per poi approdare addirittura a 12 euro in più sullo stipendio nel caso di lavoratori con reddito di 15 mila euro.

Aumento delle pensioni del 2%, gli importi

L’aumento delle pensioni è dovuto alla rivalutazione dell’assegno previdenziale in considerazione della crescita del costo della vita. Un aumento, quello delle pensioni, che doveva però scattare solo a partire dal nuovo anno e che, invece, partirà già dal mese di settembre.

È infatti previsto un anticipo nella misura del 2% della rivalutazione delle pensioni. L’aumento definitivo dell’assegno previdenziale scatterà poi a partire da gennaio 2023 e sarà, secondo le stime de Il Corriere della Sera, nella misura dell’8% considerati gli attuali tassi di inflazione.

Per quanto riguarda gli aumenti sulle pensioni ricordiamo che il meccanismo di rivalutazione prevede tre fasce: il 100% fino a 4 volte la pensione minima, pari a 523 euro al mese, il 90% tra 4 e 5 volte la pensione minima e il 75% al di sopra di questa soglia. In ogni caso per via dell’anticipo del 2% che scatterà a settembre bisognerà poi calcolare il conguaglio sulla base dell’indice annuo dell’inflazione calcolato dall’Istat.

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