Bonus pagamenti elettronici: arriva un credito d’imposta del 30%. Ecco a chi spetta

alcuni dispositivi Pos sul bancone

Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha introdotto un nuovo Bonus con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili. Questo bonus offre un credito d’imposta del 30% e è destinato agli imprenditori e ai lavoratori autonomi, a patto che soddisfino determinati requisiti.

Il bonus quindi consiste in un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con privati consumatori attraverso strumenti di pagamento tracciabili. Questo beneficio si applica a coloro che hanno dichiarato ricavi e compensi inferiori ai 400.000 euro nell’anno precedente.

Il credito d’imposta sarà applicato sulle commissioni POS per le transazioni elettroniche effettuate dai consumatori a partire dal 1° luglio 2020. Al momento, non è stato stabilito un termine finale per questa agevolazione, ma si presume che venga modificata di anno in anno.

Le commissioni si riferiscono al costo applicato all’esercente sulla transazione da parte del soggetto che ha un contratto di convenzionamento con l’esercente. Il credito d’imposta, invece, è un incentivo fiscale che promuove l’uso di strumenti di pagamento elettronici con il dichiarato intento di contrastare l’evasione fiscale.

L’incentivo del credito d’imposta del 30% sulle commissioni si applica alla cessione di beni o prestazioni di servizi rivolte ai consumatori finali e pagate con carte di credito, debito, prepagate o altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili. È importante notare però che questi strumenti elettronici devono soddisfare i requisiti tecnici di collegamento stabiliti dal Provvedimento n. 211996 del 6 agosto 2021 dell’Agenzia delle Entrate.

Per richiedere il credito d’imposta, gli esercenti devono aver effettuato almeno una transazione verso clienti consumatori nel mese solare. È importante notare che le processing fee non sono soggette al credito d’imposta. Gli esercenti devono conservare la documentazione relativa alle commissioni addebitate per 10 anni a partire dall’anno in cui è stato utilizzato il credito.

Per quanto riguarda l’utilizzo del credito d’imposta del 30% sulle transazioni elettroniche, è possibile compensarlo con le imposte dovute a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa. Se il credito d’imposta viene utilizzato solo parzialmente, l’eccedenza può essere portata in compensazione nei periodi d’imposta successivi senza perderlo.

Al fine di verificare la validità del credito d’imposta, gli operatori che forniscono ai commercianti i sistemi di pagamento elettronici devono trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate le informazioni relative alle transazioni.

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