Cambia il primo scaglione Irpef? Ecco a chi conviene e perché

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha recentemente espresso l’intenzione di ampliare in modo significativo il primo scaglione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef). Tale dichiarazione conferma l’obiettivo del suo governo di ridurre le tasse per tutti i contribuenti. Questa misura avrebbe un impatto positivo sui redditi di ogni contribuente, sebbene in misura variabile a seconda del reddito stesso.

Dopo diverse settimane di indiscrezioni, il governo sembra aver rivelato le sue intenzioni riguardo alla riforma fiscale che entrerà in vigore all’inizio del 2024. Tra le diverse ipotesi di revisione delle aliquote Irpef, sembra che quella che prevede un’estensione della fascia di reddito soggetta all’aliquota più bassa, pari al 23%, abbia prevalso. Questa modifica comporterebbe vantaggi per tutti i lavoratori dipendenti e pensionati.

Per comprendere appieno il significato delle dichiarazioni di Giorgia Meloni e per comprendere le future azioni del governo in materia di riforma fiscale, è necessario avere chiare le regole per il calcolo dell’Irpef. Questa imposta, progressiva, personale e diretta, viene applicata sui redditi da lavoro dipendente, assimilati e di impresa.

Attualmente, le aliquote Irpef si applicano in base a quattro scaglioni di reddito. I dettagli sono i seguenti:

  • Un’aliquota del 23% si applica ai redditi fino a 15.000 euro.
  • Un’aliquota del 25% si applica ai redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro.
  • Un’aliquota del 35% si applica ai redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro.
  • Un’aliquota del 43% si applica ai redditi superiori a 50.000 euro.

Come già accennato, l’Irpef è un’imposta progressiva, il che significa che l’aliquota si applica solo alla porzione di reddito che supera l’importo dello scaglione precedente. Prendiamo ad esempio un reddito di 30.000 euro: per i primi 15.000 euro si applica un’aliquota del 23%, per i successivi 13.000 euro (fino a 28.000 euro) si applica un’aliquota del 25%, mentre per gli ultimi 2.000 euro si applica un’aliquota del 35%.

A seconda del reddito, si applicano anche detrazioni specifiche, le cui regole variano a seconda del tipo di reddito. Per ulteriori informazioni sulle detrazioni da lavoro dipendente, lavoro autonomo e pensioni, è possibile consultare le relative guide.

L’intenzione di ampliare il primo scaglione di reddito annunciata da Meloni sarebbe vantaggiosa per tutti, ad eccezione di coloro che guadagnano meno di 15.000 euro, per i quali non ci sarebbero variazioni rispetto all’attuale situazione.

Al di sopra di questa soglia, invece, tutti trarrebbero vantaggio dalla revisione delle aliquote Irpef, poiché la parte di reddito compresa tra 15.000 e 28.000 euro sarebbe soggetta a un risparmio fiscale del 2%.

Ad esempio, considerando uno stipendio di 28.000 euro, al netto delle detrazioni, l’attuale Irpef annuale ammonta a 6.700 euro. Con le novità proposte da Meloni, tale importo scenderebbe a 6.440 euro, garantendo un risparmio netto di 260 euro all’anno. Lo stesso risparmio verrebbe applicato anche ai redditi superiori a questa soglia, poiché si pagherebbero 260 euro in meno di imposta per i primi 28.000 euro di reddito.

Per chi guadagna meno di 28.000 euro, il risparmio sarebbe inferiore. Ad esempio, una persona con un reddito di 18.000 euro pagherebbe solo 60 euro in meno all’anno, mentre per un reddito di 20.000 euro il risparmio sarebbe di 100 euro.

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