Fino a 5.000 euro di multa a chi accende il caminetto o la stufa a legna in diverse Regioni, ecco quali

un salotto con stufa a pellet accesa

Il divieto di accendere il caminetto o la stufa a legna riguarda per ora solo alcune Regioni del nord Italia, e nasce nel dichiarato intento di ridurre le emissioni di Co2 nell’atmosfera. Insomma le stesse emissioni che circa 400 jet privati hanno emesso in dosi massicce nei cieli scozzesi a novembre dello scorso anno quando si tenne l’incontro a Glasgow Cop26.

Ma il clima è una priorità, lo sappiamo, anche se chiaramente viene dopo la comodità dell’usare un jet privato, e dopo determinati interessi geopolitici, ma sicuramente prima del bisogno di scaldarsi dei comuni cittadini, e quindi nelle Regioni dell’Italia settentrionale scattano le multe per chi accende il caminetto o la stufa a legna.

Fino a 5.000 euro di multa per chi accende il camino in quali Regioni

Si tratta di multe che possono arrivare fino a 5.000 euro, piuttosto salate quindi, e sono previste già in diverse Regioni italiane. In Lombardia c’è la sanzione più pesante, infatti è proprio qui che la sanzione può raggiungere 5 mila euro, ma complessivamente sono almeno 5 le Regioni che prevedono multe simili:

  • Lombardia
  • Veneto
  • Piemonte
  • Toscana
  • Emilia Romagna

Ma quand’è che scatta esattamente la multa? Nelle Regioni che abbiamo appena elencato la sanzione viene comminata prima di tutto usando generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle, sia che essi siano camini, stufe o termostufe a legna oltre che stufe ad accumulo alimentare a biomassa legnosa.

Peccato, perché con quello che costano il gas e l’energia elettrica, senza contare il rischio che si arrivi ai razionamenti, e che quindi pur essendo disposti a svenarsi si finisca al freddo comunque, quella dei camini e delle stufe a legna sembrava proprio un’ottima soluzione.

Invece no, anzi proprio perché si teme un ampio ricorso a queste soluzioni alternative visti i prezzi proibitivi di gas e luce, al Nord si mettono bene in chiaro le cose: scaldarsi bruciando legna può costare ancora più caro.

In Lombardia il divieto è scattato già al 1° gennaio 2020, e riguarda l’installazione di generatori di calore alimentati da biomassa legnosa, come stufe e camini con emissioni superiori a quelle consentite, ed è obbligatorio che i generatori di calore abbiano almeno 4 stelle oltre che utilizzare generatori di calore domestici con 0, 1 o 2 stelle.

A partire dal 1° ottobre 2018 inoltre, sempre in Lombardia, per le stufe a pellet con potenza inferiore ai 35kW è consentito usare solo pellet di classe A1, e chi non rispetta le regole le multe vanno da 500 fino a 5.000 euro.

E se in Lombardia quando si tratta di ‘salvare l’ambiente’ fanno sul serio, in Veneto non sono da meno. Infatti con la delibera n. 836/17 si vieta l’installazione di generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle e non si possono utilizzare generatori di classe inferiore alle 2 stelle. Vietato anche installare generatori inferiori a 4 stelle e usare generatori di classe inferiore alle 3 stelle.

In Emilia Romagna invece viene limitato l’uso di caminetti e stufe a legna, con il dichiarato intento di tutelare la qualità dell’aria. Stufe e camini vietati sono quelli di classe 1 e 2 stelle installati negli immobili civili in cui è presente un sistema alternativo di riscaldamento domestico, che siano ubicati ovunque nel territorio della Regione entro i 300 metri slm.

Caminetti spenti quindi, quanto meno in alcune Regioni del Nord, e nel frattempo yacht e jet privati continuano a solcare mari e cieli senza alcuna limitazione di sorta. L’intento sarà anche quello di ridurre l’inquinamento, per quanto sia difficile convincersene, ma non si spiega perché sacrifici e rinunce debbano arrivare sempre dai comuni cittadini.

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