Il decreto Superbonus ha messo ulteriormente in difficoltà coloro che, come proprietari di immobili o come imprese dell’edilizia, hanno tentato di beneficiare dell’agevolazione, in quanto stabilisce inizialmente lo stop alla cessione del credito.
In questi ultimi giorni però sono state fatte alcune proposte di modifica volte a correggere il tiro. Ci riferiamo in particolare ad una norma-emendamento della Lega che chiede di non applicare lo stop alla cessione del credito in caso di interventi di edilizia libera, interventi per i quali non è necessario presentare un titolo abilitativo.
Superbonus e interventi di edilizia libera, installazione caldaie e infissi
A chi aveva intenzione di beneficiare del superbonus anche per ottenere uno sconto su interventi di edilizia libera, quali l’installazione di nuove caldaie o infissi, il decreto Superbonus del governo di Giorgia Meloni ha creato non pochi problemi.
Quei proprietari di casa che hanno già versato l’anticipo per lavori di questo tipo si ritrovano tagliati fuori dalla possibilità di ottenere lo sconto in fattura, che decorre dal momento dell’esecuzione dei lavori. Spesso infatti l’acconto viene versato molto tempo prima che i lavori inizino effettivamente, e questo ha reso piuttosto estesa la platea di coloro che si sono impegnati ad eseguire dei lavori contando in uno sconto che invece, all’indomani del decreto Superbonus del governo Meloni, non sarà applicato.
In questo caso la soluzione potrebbe essere quella di far slittare la data del blocco tra qualche mese, o ancora meglio agganciare il diritto allo sconto in fattura previsto dall’agevolazione al pagamento dei lavori anche dell’acconto.
Verificare l’avvenuto pagamento dell’anticipo d’altra parte non sarebbe difficile per il Fisco, in quanto sarebbe sufficiente consultare i bonifici parlanti. In alternativa si potrebbe garantire l’accesso allo sconto in fattura a coloro che possono dimostrare di aver già avviato la procedura per l’inizio dei lavori impegnandosi con un contratto in data certa.
Come funziona l’accordo sulla norma salva-sconti
La maggioranza di governo sembra inoltre essere giunta ad un accordo sulla cosiddetta norma “salva-sconti” del 2022. Il termine per comunicare l’opzione della cessione del credito all’Agenzia delle Entrate scade il 31 marzo 2023, tuttavia ci sono ancora molte fatture che non sono sate “accettate” dalle banche e quindi non possono essere trasmesse al Fisco.
Si vorrebbe evitare che i crediti del 2022 vadano “persi” e per questo si è pensato ad un emendamento che permetterà di caricare questi crediti sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate nonostante la procedura di accettazione della banca non si sia conclusa.
Gli effetti della norma saranno anticipati da un comunicato stampa del ministero, il cosiddetto “comunicato legge”, e questo permetterà all’Agenzia delle Entrate di accettare le comunicazioni.
In tutto sono oltre 300 gli emendamenti che in questi giorni sono arrivati sul tavolo della Commissione Finanze della Camera, ma una buona parte di essi è già stata dichiarata inammissibile. Nel corso della settimana sono poi state avviate le votazioni in commissione, mentre per l’avvio della discussione in Aula si dovrà attendere il 27 marzo.
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