Tetto al contante a 5.000 euro non sarà nel decreto Aiuti quater, ecco perché

Nessun problema per quel che riguarda il via libera al decreto Aiuti quater da parte del Parlamento, ma la misura che prevede l’innalzamento al tetto del contante a 5.000 euro alla fine non ci sarà.

Il Parlamento ha infatti dato il suo benestare alla bozza del provvedimento che stanzia 9,1 miliardi di euro per le varie misure a sostegno di famiglie e imprese in crisi, ma a quanto pare alcuni piccoli ritocchi ci sono stati, infatti uno degli interventi non compare più nel testo del decreto.

Le prime versioni del provvedimento, che dovrebbe contrastare in qualche modo i rincari che famiglie e imprese italiane stanno affrontando, contenevano infatti, tra le varie misure, la rimodulazione del Superbonus, l’innalzamento dell’esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali e la proroga del taglio delle accise sui carburanti.

C’era però anche una misura che prevedeva l’innalzamento del tetto per i pagamenti con denaro contante, che sarebbe stato portato a 5.000 euro (invece che a 10.000 come richiesto inizialmente dalla Lega) a partire dal 1° gennaio 2023.

Il tetto ai contanti a 5.000 euro sparisce dal decreto Aiuti quater

Il tetto per i pagamenti con denaro contante dovrebbe scendere ulteriormente, dagli attuali 2.000 euro, a soli 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2023.

Il governo di Giorgia Meloni tuttavia ha fatto sapere che ha intenzione di innalzare il limite per i pagamenti cash, e proprio per questo ha inserito nel decreto Aiuti quater una misura ad hoc, misura che tuttavia non risulta essere più presente nel testo definitivo.

Nell’ultima versione del decreto Aiuti quater che sarà presto pubblicata in Gazzetta Ufficiale non è presente la misura che innalza il tetto per i pagamenti con denaro contante fino a 5.000 euro. L’ultima “riscrittura” del testo del decreto, del 16 novembre, ha escluso questa misura dal provvedimento del governo Meloni.

Si tratta di una misura che era indicata per l’esattezza al comma 2 dell’articolo 6 della bozza che è entrata alla riunione del Consiglio dei ministri, ma nell’ultima versione del decreto non c’è più.

Si ipotizzava che si potesse essere trattato di un errore, o anche di un dietrofront da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che tuttavia aveva già annunciato appena qualche giorno fa il via libera in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

“Abbiamo scelto di alzare il tetto del contante a 5.000 euro” aveva dichiarato in quell’occasione il presidente del Consiglio “l’avevamo già in programma e la scelta che è stata fatta è di allinearsi alla media europea”.

Non erano mancate le polemiche, con l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che aveva dichiarato: “se queste indiscrezioni venissero confermate sarebbe un favore ai corrotti ed evasori, un segnale negativo e un grande passo indietro per l’Italia”.

Perché il tetto al contante non è più presente nel decreto Aiuti quater

Il tetto al contante a 5.000 euro quindi non sarà nel decreto Aiuti quater, ma questo in realtà non vuol dire che a partire dal 1° gennaio 2023 verrà automaticamente impostato sui 1.000 euro come previsto salvo interventi di questo esecutivo.

Tutto dipende dalle motivazioni alla base dell’esclusione della misura dal decreto Aiuti quater. Una spiegazione in merito è stata data da fonti di governo che hanno confermato l’intenzione dell’esecutivo di Giorgia Meloni di proseguire nella direzione dell’innalzamento del tetto ai pagamenti cash.

Non si tratta quindi di un dietrofront del governo di centrodestra, e “il tetto al contante resterà quello indicato durante il Cdm” spiegano le stesse fonti, assicurando che la misura che porterà il tetto ai pagamenti in contante a 5.000 euro sarà comunue varata, solo che invece di essere inserita nel decreto Aiuti quater sarà inserita nella Legge di Bilancio 2023.

Il motivo della cancellazione della misura sul tetto del contante infatti sarebbe legato al fatto che “non c’erano i requisiti di urgenza previsti dal decreto legge”.

La decisione di rimuovere la misura dal decreto Aiuti quater sarebbe infatti arrivata solo in seguito alle osservazioni della presidenza della Repubblica sulla mancanza dei requisiti di necessità e urgenza che in teoria dovrebbero caratterizzare le misure, e in considerazione del fatto che l’aumento del tetto sarebbe comunque scattato solo a partire dal 1° gennaio 2023.

Con una nota inoltre alcune fonti della Lega hanno tenuto a precisare che la misura non ha ricevuto nessun intoppo, e che all’atto pratico nulla cambia, in quanto “dal 1° gennaio 2023 il tetto per l’uso del contante salirà a 5.000 euro e la norma sarà inserita nella Legge di Bilancio”.

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