Calendario economico, tutti i market mover 3 – 7 settembre 2018

Il calendario economico della settimana si presenta particolarmente intenso, dando così il via a un mese di settembre estremamente caldo per alcuni Paese (Italia compresa) e per le macro aree valutarie in generale.

Come nostra abitudine, cerchiamo di capire quali sono gli appuntamenti che sarebbe opportuno tenere sotto controllo, e vediamo dunque i market mover di fondamentale riferimento per tutti i trader che stanno progettando i loro investimenti sui mercati finanziari.

Lunedì 3 settembre 2018

Cominciamo con la giornata di oggi, lunedì 3 settembre 2018. Negli Stati Uniti giornata di riposo (Festa del Lavoro), con la conseguenza che l’attenzione è prevalentemente orientata in Europa. Qui verranno pubblicate le indagini PMI manifatturieri delle principali economie, e il dato aggregato per l’area euro. Non dovrebbero esserci cambiamenti rispetto ai dati mensili precedenti. Sarà interessante altresì sentire le conclusioni del discorso del Presidente della Bundesbank Weidmann, le cui riflessioni verranno condivise in tarda serata, a Borse rigorosamente chiuse.

Martedì 4 settembre 2018

Sicuramente più intensa è la giornata di martedì, che ci propone un calendario fitto di avvenimenti di rilievo in Gran Bretagna. Qui l’attenzione sarà sul report sull’inflazione, e ancora prima sulla pubblicazione dell’indice dei direttori degli acquisti del settore delle costruzioni, forse in decelerazione sotto quota 55 punti. In pubblicazione anche il dato sulle vendite al dettaglio, forse invariato su mese.

Negli USA, si riprende la consueta pubblicazione dei dati statistici. Su tutti, rileviamo quelli ISM sull’occupazione manifatturiera e quello ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero: entrambi dovrebbero risultare in lieve rallentamento rispetto alle rilevazioni precedenti. Una buona tenuta dovrebbe essere considerata positivamente dagli analisti.

Mercoledì 5 settembre 2018

La giornata di mercoledì riporta l’attenzione, almeno parziale, sull’area euro. Vengono infatti pubblicati i dati nazionali e aggregati sulle indagini dei direttori agli acquisti del settore terziario / servizi: ci attendiamo poche novità e una sostanziale stabilità del dato aggregato. Sempre in area euro, attenzione al discorso di Praet della BCE in tarda mattinata, e alla pubblicazione dei dati di vendite al dettaglio (mensile, a luglio), che potrebbe aver invertito la tendenza in negativo.

Negli USA, tempo di pubblicazione dei dati di bilancia commerciale, forse con un deficit in lieve peggioramento, e soprattutto carrellata di discorsi da parte di alcuni membri FOMC come Williams, Bostic e Kashkari.

Giovedì 6 settembre 2018

Anche giovedì 6 settembre gli USA ci offrono alcuni interessanti spunti che sarebbe opportuno non sottovalutare. Il dato più importante è quello della variazione dell’occupazione non agricola, che attendiamo ad agosto in rallentamento, pur positiva per circa 190 mila unità (ex 219 mila unità). Coerenti con uno scenario di maturazione dovrebbero essere anche i dati relativi alla produttività non agricola, al costo unitario della manodopera e alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, da cui non ci attendiamo grandi sorprese. Altro dato su cui esprimere particolare attenzione sarà l’indice ISM non manifatturiero, che atteniamo in accelerazione a 57 punti, mentre meno importanti – ma pur sempre da tenere d’occhio – saranno i dati sugli ordinativi.

Venerdì 7 settembre 2018

Chiudiamo infine con la giornata di venerdì, con un’attenzione nuovamente sposta in area euro. Sono infatti in pubblicazione alcuni dati di modesto rilievo, come la produzione industriale e la bilancia commerciale tedesca e il PIL trimestrale e annuale aggregato in area euro.

Più vasto è il calendario di market mover negli USA. Estrapolando solo quelli da tenere assolutamente in monitoraggio, rileviamo innanzitutto la pubblicazione dell’aggiornamento sul tasso di disoccupazione, che riteniamo stabile al 3,9% anche ad agosto, e la pubblicazione dei dati delle buste paga dei settori non agricoli, con crescita superiore al messe precedente (forse + 190 mila unità).

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