Prosegue nel Forex l’erosione del Dollaro Australiano le cui quotazioni si sono talmente abbassate da far rivivere agli operatori lo spettro di una crisi come quella che colpì la divisa dell’Australia nell’oramai lontano 2008. Il rischio chi profila oggi all’orizzonte riguarda la concreta possibilità che il cambio Dollaro Australiano Dollaro Usa possa raggiungere i livelli minimi degli ultimi 10 anni. Dopo aver raggiunto nel corso dell’ultima di Ottava quota 0,7050 il cambio AUD/USD potrebbe presto scendere anche fino a 0,70. Un calo così drastico, però, non sembrerebbe poter avvenire in un lasso di tempo breve. E’ probabile che il livello del cross a 0,7 funga da supporto psicologico evitando così pericolose fughe ribassiste. Insomma il muro psicologico potrebbe tenere alla larga i venditori anche se questo discorso, per ora, è puramente ipotetico. 

Dal punto di vista dell’analisi tecnica sul cambio Dollaro Austrialiano Dollaro Usa, il vero supporto per impedire lo scivolamento del cross è rappresentato da quota 0,68. Questo livello potrebbe finire nel mirino dei traders. L’impressione è che gli investitori che scommettono sulla quotazione di AUD siano in realtà già oggi pronti ad andare più basso. Insomma l’unico argine per fermare in qualche modo il crollo del Dollaro Australiano è il citato livello di tenuta psicologica a 0,7.

Dal punto di vista dell’analisi fondamentale il rischio che il Dollaro Australiano possa arrivare fino ai minimi da 10 anni è sostenuto da due diversi elementi tra loro complementari. Da un lato c’è il vero incubo del Forex in questi ultimi mesi ossia la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il Dollaro Australiano, suo malgrado, è costretto a fare i conti con questa situazione di tensione permanente. Il fatto che il commercio sino-americano non solo non dia segnali di miglioramento ma anzi fornisca continui segnali di peggioramento, trasforma AUD in una sorta di vittima collaterale. Fino a quando la guerra commerciale non cesserà di essere una vera spine nel fianco, pensare a grandi recuperi del Dollaro Australiano appare quantomeno una forzatura. C’è poi un’altra questione che è più legata alle politiche monetarie tradizionali. Il crollo del Dollaro Australiano non è una vera e propria novità. In altre parole che l’andamento del cambio AUD/USD fosse arrivato ad una fase delicatissima non è stato un fulmine a ciel sereno ma bensì la conseguenza dell’atteggiamento della Banca Centrale dell’Australia. Le autorità monetarie australiane, infatti, mantengono  i tassi di interesse fermi all’1,5% dal lontano 2016. Tassi di interese così volutamente bassi per sostenere l’export non fanno bene al potere di acquisto. Ovviamente tutto questo deve fare i conti con la guerra commerciale e dalla combinazione di questi due elementi si spiega l’andamento debole delle quotazioni di AUD. 

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