La sterlina britannica si sta dimostrando sorprendentemente resiliente al caos intorno a Brexit. Su tale fronte, di fatti, continua a vincere la confusione, con il primo voto indicativo sulle varie opzioni di gestione dell’uscita del Regno Unito dall’UE che ha visto respinte tutte le proposte dal Parlamento.
Si può comunque notare che due opzioni (la prima di una relazione inclusiva di un’unione doganale permanente, la seconda di un referendum confermativo di ogni accordo), sono state sconfitte con margini molto contenuti. Con margini sicuramente più ampi è invece stata bocciata la proposta di revoca dell’art. 50, sebbene con numerose astensioni.
Intanto, per poter salvare l’accordo, la premier May ha offerto le proprie dimissioni in caso di approvazione per consentire ad altri di gestire la seconda fase del processo. Tuttavia, sebbene la mossa ha convinto alcuni euroscettici a garantire il proprio appoggio, DUP e altri euroscettici hanno confermato che continueranno a votare contro.
Appare peraltro molto improbabile che l’intesa possa passare contro il voto del DUP, o se più di 10 conservatori votano contro. Lo speaker della Camera ha già ribadito che non accetterà la riproposizione di una mozione sull’accordo se non conterrà modifiche significative. In sintesi, quanto accaduto ieri ha incrementato la probabilità di un’uscita no deal il 12 aprile. Per evitarla, a questo punto, è necessario che lunedì si verifichi una maggiore convergenza sulle opzioni più popolari.
Come accennato, in tutto ciò la sterlina si dimostra tendenzialmente molto resiliente. Durerà?
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