È stato un inizio di settimana piuttosto faticoso per il dollaro, che ha aperto le negoziazioni in flessione a causa del tweet di Trump, che ha annunciato la volontà di reintrodurre i dazi su acciaio e alluminio nei confronti di Brasile e Argentina, a causa del deprezzamento delle rispettive valute.
A pregiudicare lo stato di salute del dollaro è stato anche il dato macro sull’ISM manifatturiero, che ha deluso, scendendo leggermente, contro attese di aumento, e mantenendosi pur sempre sopra quota 50. Oggi non sono previsti dei dati e degli eventi di rilievo, e dunque il dollaro dovrebbe arginare le perdite, stabilizzandosi o scendendo ulteriormente in maniera lieve. Se ci saranno sviluppi negativi sul fronte della guerra dei dazi, la valuta verde potrebbe indebolirsi ulteriormente.
Da quanto sopra ne è derivato il fatto che l’euro ha aperto la settimana in rialzi, portandosi sulle soglie di 1,11, di riflesso alla correzione del dollaro. Non ci sono invece state reazioni alla revisione al rialzo del PMI manifatturiero dell’eurozona, probabilmente anche a causa della leggerezza dello spostamento e del fatto che comunque l’indice rimane sotto quota 50 (46,9), la soglia che separa le condizioni di ottimismo da quelle di pessimismo.
Infine, c’era attesa per le prime dichiarazioni di Christine Lagarde come presidente della Bce: la nuova timoniera dell’Eurotower ha confermato che la crescita dell’area rimane debole, soprattutto a causa della congiuntura globale. A meno di spunti inattesi il cambio dovrebbe dunque stabilizzarsi.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!