Dollaro in rafforzamento sostenuto dal risk off del mercato

Nessuna novità dal FOMC della FED che si è concluso ieri sera con i tassi di riferimento che sono rimasti invariati.

Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per le Americhe di State Street Global Markets, ha dichiarato, n consueto commento del giorno dopo, che la la prima riunione del FOMC del nuovo decennio si è rivelata un non-evento. Questo perchè non solo i principali tassi di politica monetaria sono rimasti in sospeso ma anche perchè le stesse dichiarazioni della FED sono rimaste invariate.

Unica novità è stata la decisione dei banchieri centrali di aumentare il tasso IOER di 5 punti base a seguito del calo del tasso effettivo registrato nelle ultime settimane. Secondo l’analista tale decisione dovrebbe essere vista come una mossa tecnica e dovrebbe essere interpretata semplicemente come una messa a punto. Questo significa che non c’è all’orizzonte alcun inasprimento della politica monetaria da parte della banca centrale.

In generale, guardando al futuro, la posizione della FED resta attendista e quindi lontana tanto da un aumento quanto da un calo dei tassi di riferimento.

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Tuttavia, a voler essere rigorosi la possibilità di un ulteriore allentamento è più concreta rispetto a quella di un calo. Il programma di liquidità della FED è stato al centro della due giorni anche se la banca centrale ha rinviato ogni decisione alle prossime riunioni. Tutto questo avrà un impatto limitato sui mercati che sono alle prese con la più spinosa questione della diffusione del coronavirus. L’ipotesi più probabile è che i rendimenti restino sotto pressione mentre, per quello che riguarda il Forex, il dollaro americano trarrà beneficio grazie alla sua natura di valuta rifugio. 

FOMC FED gennaio 2020: previsioni

Il dollaro statunitense continua la sua fase di rafforzamento, favorito dalla fase di risk off in cui si trova il mercato finanziario, pur ritracciando – ieri – in chiusura di giornata. Dai dati sono giunte indicazioni di tenore misto, con gli ordini di beni durevoli deboli ma con la fiducia dei consumatori che è rimasta su valori piuttosto positivi.

Naturalmente, il tutto sembra essere un posizionamento in vista del FOMC di questa sera, che lascerà con ogni probabilità i tassi Fed Funds invariati, confermando la fase di pausa sul sentiero dei tassi e con valutazione moderatamente positiva dell’economia USA, con rischi però verso il basso.

Tra i temi che il comitato affronterà nel suo meeting ci saranno naturalmente quelli legati alla gestione della liquidità, così come quelli sulla strategia e sugli strumenti di politica monetaria. Difficile prevedere un forte impatto sul dollaro. Dunque, tranne che sorgano impreviste novità eclatanti, la reazione del biglietto verde potrebbe essere modesta, con il dollaro che punterà a stabilizzarsi.

Dal canto proprio, ieri l’euro ha continuato a scendere, in un calo spiegato in parte dal generalizzato rafforzamento del dollaro, come sopra brevemente riassunto, e in parte a causa di fattori tecnici (con la rottura del supporto chiave a 1,1000 EUR/USD).

L’esito del FOMC di questa sera difficilmente dovrebbe appesantire il trend ribassista dell’euro, stante la valutazione Fed di rischi verso il basso. Dunque, meglio dirigere il proprio obiettivo verso i dati area euro in uscita, che potrebbero fornire alcuni elementi di valutazione utili per poter arricchire di maggiore consapevolezza le opinioni sull’evoluzione della macrozona.

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