Nella giornata di ieri il dollaro si è rafforzato ulteriormente, andando a rivedere i livelli massimi che erano stati lasciati circa due mesi fa. È molto probabile che la ragione di questo movimento sia da ascrivere al fatto che è emersa, in ambito internazionale, una improvvisa soddisfazione per la notizia – poi smentita dall’OMS – della scoperta di due farmaci utili per il coronavirus.
In realtà, non siamo così vicini a trovare una cura contro questo virus, ma è interessante notare quanto sia stato reattivo il mercato a tali indiscrezioni.
A giovare al dollaro sono inoltre state alcune informazioni macro, con gli occupati ADP e ISM non manifatturiero risultati migliori delle attese. Sarà quindi la volta dell’employment report, sicuramente il report più atteso, anch’esso con previsioni positive.
Dunque, salvo che non emergano dei dati molto negativi su tale fronte, tali da stupire con pessimismo gli analisti, il biglietto verde dovrebbe riuscire a consolidare, chiudendo la settimana al rialzo.
Peraltro, ricordiamo come a contribuire al sentiment generale di mercato abbia contribuito anche la notizia che la Cina ha annunciato il dimezzamento dei dazi su alcune importazioni dagli USA, proprio per poter mitigare le ricadute economiche del coronavirus.
Naturalmente, in maniera simmetrica al dollaro, l’euro ha corretto, scendendo nella giornata di ieri da 1,10 a 1,09 EUR/USD, sopraffatto dalla maggiore forza della sua controvaluta.
A niente sono servizi i dati PMI dell’area, pur rivisti al rialzo. È evidente che l’euro, in questa fase, sia in grado di reagire meno rispetto al dollaro quando si tratta di inglobare gli effetti degli aggiornamenti dei dati macro.
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