
Parlate sempre e solo dei cambi principali sul vostro sito e mai delle altre coppie! Così ci ha scritto un lettore e da qui l’idea di approfondimento su una coppia molto particolare: AUD/NZD. Il cross misura il valore del dollaro australiano rispetto a quello neozelandese e, contrariamente a quello che si può pensare, è da sempre sotto stretta osservazione di investitori, trader e analisti di mercato. Negli ultimi anni il cross ha mostrato una certa volatilità, influenzata da fattori interni ed esterni a entrambe le economie, dal prezzo delle materie prime alle politiche monetarie, fino all’andamento dell’economia cinese, partner commerciale strategico sia dell’Australia e che della Nuova Zelanda. Pechino è quindi una sorta di minimo comun denominatore tra i due paesi oceanici e, di riflesso, tra le rispettive valute.
In questa guida analizzeremo i principali fattori che condizionano l’andamento del cambio AUD/NZD per poi passare alle previsioni dei prossimi mesi. Come si muoverà il cross AUD/NZD nella parte finale del 2025 e ad inizio 2026 è la domanda che ci andremo a porre.
Prima di procedere ci preme evidenziare che seppure non stiamo parlando di una coppia principale, tutti i migliori broker forex, consentono di speculare su AUD/NZD. Ad esempio FP Markets.
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Fattori principali che influenzano il cambio AUD/NZD
Storicamente il valore del cambio tra dollaro australiano e dollaro neozelandese è sempre dipeso non non un solo fattore ma da un mix che ingloba driver macroeconomici, finanziari e anche geopolitici. Alcuni sono classici nel senso che sono comuni un pò a tutto il forex (pensiamo ad esempio alle decisioni di politica monetaria) mentre altri sono molto specifici.
Tra i fattori generali ci sono:
- la politica monetaria e i tassi di interesse: la differenza tra i tassi di interesse fissati dalla Reserve Bank of Australia (RBA) e dalla Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) incide direttamente sull’attrattiva dei due asset e quindi un rialzo dei tassi in Australia rispetto alla Nuova Zelanda andrà a rendere AUD più interessante, attirando flussi di capitale.
- i dati economici domestici a partire da Pil, occupazione, inflazione e bilancia commerciale. Lo vedremo dopo quando parleremo di previsioni ma possiamo già dare un’anticipazione adesso: secondo gli analisti di UBS, l’attuale solidità dei market mover australiani è uno dei principali motivi del rafforzamento recente dell’AUD
- il prezzo delle materie prime: l’Australia è uno dei maggiori esportatori di metalli preziosi e risorse naturali. Un rialzo dei prezzi di oro, rame e altri metalli ha storicamente sempre favorito il dollaro australiano, dato che incrementa i ricavi di esportazione e supporta la bilancia commerciale.
E poi ci sono i fattori specifici dell’area geografica. L‘influenza cinese tanto per iniziare visto che gigante asiatico è il principale partner commerciale di entrambi i Paesi. Le prospettive della valuta cinese (CNH) e la domanda cinese di commodities australiane hanno sempre impattato direttamente sul tasso AUD/NZD. E poi il ruolo dei fondi pensione con i Superannuation australiani che, gestendo ingenti patrimoni, dispongono di margini per aumentare i rapporti di copertura valutaria verso medie storiche.
Andamento storico del cambio AUD/NZD
Prima di parlare di previsioni diamo un occhio allo storico. Negli ultimi anni, il cross AUD/NZD ha oscillato tra valori medi di 1,05–1,10, con picchi rialzisti e ribassisti legati a shock economici globali, variazioni nei prezzi delle materie prime e modifiche nelle politiche monetarie dei due Paesi. Focalizzando l’attenzione solo sugli ultimi anni nel 2023–2024 l’AUD ha mostrato resilienza grazie alla ripresa dei prezzi dei metalli e a una politica monetaria più accomodante rispetto alla Nuova Zelanda mentre ad inizio 2025 il cross ha registrato momenti di volatilità legati a dati economici contrastanti e alla percezione di un rallentamento del NZD, mentre l’AUD beneficiava di una domanda stabile di risorse da parte della Cina.
Senza dilungarci più di tanto, il movimento del cambio negli ultimi anni ha riflesso la combinazione tra forza relativa dei fondamentali australiani, debolezza dei dati neozelandesi e flussi finanziari globali.
Previsioni AUD/NZD per fine 2025 e inizio 2026
Secondo l’ultima analisi di UBS, il dollaro australiano continuerà a mostrare forza rispetto al dollaro neozelandese nei prossimi trimestri. La banca svizzera ha rivisto al rialzo le proprie previsioni sul cambio, indicando valori attesi di 1,1400 per la fine del 2025 e 1,1200 per la fine del 2026.
Secondo gli analisti svizzeri ci sono almeno tre fattori diversi alla base della prospettiva positiva per il dollaro australiano:
- la solidità del quadro macro dell’Australia: tutta una serie di indicatori economici robusti, inclusi crescita del Pil, mercato del lavoro stabile e inflazione sotto controllo, supportano AUD.
- il rally nei prezzi dei metalli preziosi: l’aumento del prezzo dell’oro molto esportato dall’Australia rafforza la bilancia commerciale e sostiene il dollaro australiano.
- l’outlook favorevole per lo yuan cinese (CNH): una valuta cinese più forte migliora la competitività dell’Australia nelle esportazioni verso il mercato asiatico, rafforzando il dollaro AUD.
Al contrario, il dollaro neozelandese appare sotto pressione. Secondo gli analisti di UBS i recenti dati economici deboli provenienti dalla Nuova Zelanda potrebbero portare la Reserve Bank of New Zealand a un taglio dei tassi d’interesse più ampio.
Una dinamica di questo tipo andrebbe a ridurre il carry trade a favore del NZD contribuendo ad una ulteriore perdita di terreno rispetto all’AUD.
Come investire sul cambio AUD/NZD

Le previsioni indicate da UBS suggeriscono che l’AUD/NZD possa superare quota 1,14 entro la fine del 2025, sostenuto da fondamentali solidi, prezzi delle materie prime favorevoli e flussi finanziari positivi. Per l’inizio del 2026, la banca prevede un lieve riequilibrio a 1,12 frutto di una maggiore stabilizzazione.
Per gli investitori queste stime sono utili per pianificare posizioni strategiche sul cambio. Per farlo è però fondamentale usare broker davvero specializzati sul forex. Un esempio è FP Markets che è da sempre molto apprezzato quando si parla di trading sulle valute per due motivi: la rapidità nell’esecuzione degli ordini e gli spread molto bassi.
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