Il tasso di cambio EUR/USD sta vivendo un aumento significativo, avvicinandosi a quota 1,0950 durante la sessione europea. Questo movimento è strettamente correlato alla diminuzione dell’indice del dollaro statunitense (DXY), che sperimenta una flessione in anticipo rispetto alla pubblicazione dei dati sull’indice dei prezzi al consumo (IPC) degli Stati Uniti di dicembre.
In questa fase, la coppia principale di valute mostra una contrazione della volatilità, poiché gli investitori si preparano a prendere decisioni informate in seguito ai dati sull’inflazione statunitense.
Il trend del cross EUR/USD nel contesto di mercato
Durante la sessione di trading a Londra, i futures S&P500 hanno registrato guadagni nominali, ma l’umore generale del mercato rimane cauto. Gli investitori manifestano incertezza riguardo ai dati sull’inflazione imminenti.
L’indice del dollaro statunitense (DXY) è sotto pressione di vendita, toccando quota 102,60, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense decennali si attestano appena al di sotto del 4,0%.
Le stime suggeriscono un aumento dell’inflazione generale dello 0,2% rispetto al mese precedente, superando l’incremento dello 0,1% registrato a novembre. In termini annuali, l’inflazione generale accelera al 3,2%, rispetto al 3,1% precedentemente riportato. Nel frattempo, l’inflazione di base, che esclude i prezzi volatili del petrolio e del cibo, mantiene una crescita stabile dello 0,3%. Il CPI di base rallenta al 3,8%, rispetto all’incremento del 4% di novembre, su base annua.
Prospettive della Federal Reserve scenario economico dell’eurozona
Si prevede che un aumento persistente dell’inflazione possa scoraggiare eventuali tagli dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) a partire da marzo. Attualmente, i responsabili della politica della Fed sostengono il mantenimento dei tassi di interesse più alti almeno fino alla fine del primo semestre. La mancanza di fiducia nel ritorno dell’inflazione al target del 2% in modo tempestivo è evidente tra gli esperti di politica monetaria.
Nel contesto della zona euro, il vicepresidente della Banca Centrale Europea (BCE), Luis de Guindos, esprime preoccupazione per il processo di ritorno dell’inflazione al 2%, prevedendo una sua temporanea interruzione. Guindos è allarmato da segnali di una possibile recessione tecnica e da prospettive economiche deboli, riflettendo un restringimento nell’area più anziana del continente.
I dati mensili sulle vendite al dettaglio della zona euro per novembre hanno registrato una diminuzione dell’0,3%, in linea con le aspettative. Tassi di interesse più elevati e pressioni sui prezzi contribuiscono alla crisi dei costi della vita, influenzando negativamente l’impulso della spesa dei consumatori.
Notiamo quindi che il panorama attuale riflette un intricato intreccio di fattori economici che influenzano il tasso di cambio EUR/USD. Ci sono quindi non poche incertezze e bisogna adattarsi alle dinamiche in evoluzione dei mercati finanziari globali.
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