Indice dollaro Usa in calo settimanale: il biglietto verde si è indebolito?

Molto movimento sul Dollar Index nella settimana che si sta avviando alla conclusione. Nonostante il leggero apprezzamento che l’indice sul Dollaro americano registra nella seduta di oggi, il saldo su base settimanale resta decisamente negativo. Parlando di numeri, la progressione attualmente registrata dal Dollar Index è dello 0,5 per cento a quota 105,67.

Tuttavia avendo l’indice accumulato 4 sedute consecutive tinte di rosso, tutto lascia intendere che a fine giornata possa emergere una flessione su base settimanale di circa 1 punto percentuale. Per la prima volta dopo molte Ottave, quindi, la quotazione del Dollaro si indebolisce.

Nel forex gli eventi non sono mai causali e allora è più che legittimo interrogarsi sui motivi di questa inversione. Come mai, dopo settimane continue di rafforzamento, il Biglietto Verde ha preso fiato? Ovviamente una spiegazione c’è ed è normale mettere in relazione la debolezza settimanale del Dollar Index con la pubblicazione, questa settimana, di due market mover Usa pesantissimi: l’inflazione di lugli al consumo e quella alla produzione.

Prima di scendere nel dettaglio esaminando il rapporto di correlazione, ricordiamo ai nostri lettori che non solo è possibile fare trading su numerose coppie valutarie (a partire dal cambio Euro Dollaro) ma è anche possibile investire sullo stesso Dollar Index. Lo strumento per operare in entrambi i casi sono i CFD (Contratti per Differenza). Si tratta di uno strumento di tipo derivato che riproduce l’andamento del sottostante. Se vuoi imparare a fare CFD trading su Dollar Index e altri cross da una stessa piattaforma puoi usare il conto demo gratuito che viene offerto da broker come ad esempio eToro.

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Perchè il Dollar Index questa settimana è in calo?

Il ribasso settimanale dell’indice del Dollaro Usa sta avvenendo mentre il dibattito sull’andamento dell’inflazione negli States è più forte che mai. Dal giorno della pubblicazione dell’indice CPI Usa di luglio, infatti, gli esperti si dividono tra chi ritiene che sia iniziata la fase discendete dell’inflazione e chi invece “invita” a moderare l’ottimismo in quando quello avvenuto a luglio non è un vero giro di boa ma solo una parentesi.

A prescindere da chi possa avere ragione (sarà il tempo a dirlo), la sola cosa certa è che sia sull’inflazione Usa al consumo che quella alla produzione si sono rivelate più basse delle attese indebolendo il dollaro. Ciò è avvenuto perchè gli operatori stanno scommettendo sul fatto che la Federal Reserve possa essere meno aggressiva di quanto preventivato in precedenza nel board di settembre.

In merito all’entità del prossimo rialzo dei tassi, i traders, stando ad un recente sondaggio, propendono per un aumento di soli 50 punti base. Per oltre il 63 per cento degli investitori interpellati, il Fomc di settembre sarà più pacato. C’è però un 36 per cento di investitori intervistati che ritengono possibile un rialzo dei tassi di 75 punti base.

Una cosa è certa: la prossima riunione di politica monetaria della FED offrirà molti spunti di riflessione che si possono tradurre in spunti operativi. Impara già oggi a fare trading CFD sul mercato delle valute usando la demo gratuita eToro da 100 mila euro virtuali (vai sul sito ufficiale del broker).

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