
Immagina di poter fare soldi semplicemente facendo crescere alberi.
Sembra bello, ma non è affatto fantasia: grazie ad alcuni interventi ministeriali, infatti, i boschi italiani stanno per trasformarsi in vere e proprie miniere d’oro verde. Il trading di crediti da carbonio sta per diventare realtà anche in Italia, aprendo nuove opportunità finanziarie per chi gestisce aree forestali.
Vediamo insieme come funziona questo mercato emergente e perché potrebbe interessarti.
Cos’è un credito di carbonio e perché vale denaro
I crediti di carbonio sono essenzialmente certificati che rappresentano la quantità di CO2 assorbita dagli alberi e dal suolo forestale. In parole semplici, è come se ti pagassero per l’aria pulita che gli alberi producono. I crediti hanno un valore economico perché molte aziende, per compensare le proprie emissioni inquinanti, sono disposte ad acquistarli.
Il recente decreto firmato dai ministri Pichetto e Lollobrigida crea finalmente un quadro normativo che permette di quantificare, certificare e commercializzare questi crediti sul mercato italiano, anticipando persino la regolamentazione europea in materia.
Come guadagnare con gli alberi
Per chi possiede o gestisce aree forestali, il potenziale di guadagno è significativo, ma richiede un impegno a lungo termine e pratiche di gestione specifiche. Certo, non basta semplicemente possedere un bosco: bisogna infatti dimostrare che stai facendo qualcosa di “addizionale”, ovvero superiore agli standard minimi richiesti dalla legge.
Ecco i requisiti principali per generare crediti di carbonio commerciabili:
- Progetto di gestione forestale sostenibile con obiettivi specifici
- Impegno minimo di 20 anni nella gestione sostenibile dell’area
- Pratiche che dimostrabilmente aumentano lo stoccaggio di carbonio rispetto allo scenario base
- Monitoraggio periodico dei risultati ottenuti
- Certificazione da parte di enti terzi riconosciuti delle quantità di carbonio stoccate
Il meccanismo finanziario: come funziona il trading
Il valore di questi crediti sarà determinato dal mercato, seguendo il principio della domanda e dell’offerta. Come ogni asset finanziario, il prezzo potrebbe fluttuare significativamente, creando opportunità sia per investimenti a lungo termine che per trading più speculativo.
Una volta certificati, i crediti verranno registrati nel Registro Pubblico dei Crediti di Carbonio gestito dal CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) all’interno del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). Il registro funzionerà come una sorta di “borsa verde” dove compratori e venditori potranno incontrarsi.
Attività forestali che generano crediti: ecco le opportunità di investimento
Più nel dettaglio, il decreto ministeriale identifica cinque principali attività che possono generare crediti di carbonio commerciabili:
Attività | Descrizione | Potenziale di generazione crediti |
---|---|---|
Miglioramento gestione forestale | Pratiche che aumentano la capacità di stoccaggio carbonio | Medio-alto |
Imboschimento e rimboschimento | Creazione di nuove aree boschive | Alto |
Arboricoltura da legno | Coltivazione di alberi per produzione legnosa | Medio |
Agroforestazione | Integrazione di alberi in sistemi agricoli | Medio |
Prodotti legnosi di lunga durata | Utilizzo del legno in prodotti duraturi | Basso-medio |
Come investire in questo settore?
Ora, per chi fosse è interessato a investire in questo settore emergente, esistono diverse strategie possibili, dalla gestione diretta alla partecipazione in fondi specializzati. Come per ogni investimento, diversificare è sempre una buona idea.
Una strategia potrebbe essere quella di acquistare terreni forestali o agricoli da convertire in progetti di stoccaggio carbonio, partecipando a specifiche iniziative imprenditoriali.
Un’altra opzione è investire in aziende specializzate nella gestione forestale sostenibile o in fondi che si concentrano su questo settore. I più esperti potrebbero anche considerare il trading diretto dei crediti una volta che il mercato sarà pienamente operativo.
Naturalmente, non è tutto rose e fiori. Investire in crediti di carbonio comporta rischi specifici che vanno compresi prima di impegnare capitale significativo. Innanzitutto, parliamo di impegni a lunghissimo termine: 20 anni non sono uno scherzo, e in questo periodo possono cambiare molte cose, incluse le regolamentazioni.
C’è anche il rischio di eventi naturali catastrofici come incendi, malattie o infestazioni che potrebbero danneggiare le foreste e quindi il valore dei crediti. Non dimentichiamo poi l’incertezza regolatoria: siamo agli albori di questo mercato e le regole potrebbero evolversi nel tempo.
In ogni caso, il potenziale economico di questo nuovo mercato è immenso e potrebbe rivitalizzare molte aree rurali italiane attualmente in difficoltà. Si stima che le foreste italiane coprano circa il 36% del territorio nazionale, con un potenziale di stoccaggio carbonio significativo.
Per i proprietari di piccole aree boschive, questo potrebbe significare una nuova fonte di reddito che rende economicamente sostenibile la gestione forestale. Per gli investitori, rappresenta una nuova classe di asset che combina potenziale di rendimento finanziario con impatto ambientale positivo.
Prossimi passi e timeline di implementazione
Il decreto interministeriale è stato firmato, ma mancano ancora alcuni passaggi tecnici prima che il mercato sia pienamente operativo. Si prevede che entro la primavera 2026 il sistema sarà completamente funzionante, con i primi crediti commerciabili già nel corso del prossimo anno.
Nel frattempo, chi è interessato dovrebbe iniziare a documentarsi sulle pratiche di gestione forestale sostenibile e valutare il potenziale delle proprie aree o di possibili acquisizioni. La pianificazione anticipata sarà fondamentale per posizionarsi vantaggiosamente in questo nuovo mercato.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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