E’ stato molto chiaro Luigi Di Maio nel minacciare voto contrario del M5S alla Legge di Bilancio se questa non dovesse contenere i punti fondamentali portati avanti con forza dal movimento. In primis il reddito di cittadinanza, ma anche la pensione di cittadinanza, quota 100 Fornero e risarcimento dei truffati dalle banche.

In questi giorni ci sono state molte indiscrezioni a proposito del nodo cruciale rappresentato dalla proposta M5S del reddito di cittadinanza, suo cavallo di battaglia sin dall’inizio. Si è arrivati a sospettare che all’interno del Mef (Ministero di Economia e Finanza) non ci fosse realmente la volontà di inserire il reddito di cittadinanza, ma anche altri punti fondamentali, all’interno della manovra.

Così il vicepresidente del consiglio ha voluto fare chiarezza, ed in occasione della riunione coi ministri del movimento ha ricordato a tutti che la nota del Def (Documento di Economia e Finanza) deve essere votata sia dal Consiglio dei Ministri che dal Parlamento e che se questa non dovesse contenere punti fondamentali come reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, quota 100 fornero e risarcimento dei truffati dalle banche, il M5S non voterà a favore.

“Non ha senso parlare solo di deficit. Si deve scommettere sulla crescita e dare risposte ai bisogni dei cittadini” ha affermato Di Maio spiegando la posizione netta del M5S “con l’11% di disoccupazione non possiamo che puntare su investimenti e crescita di qualità.”

Nei giorni scorsi ci sono stati anche momenti di tensione tra Luigi Di Maio e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il tema era naturalmente quello della manovra di Bilancio, nello specifico le riforme del M5S e di conseguenza la questione del rapporto deficit/pil.

Il reddito di cittadinanza in cantiere, ma quando?

Il Vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha parlato del reddito di cittadinanza nel programma Porta a Porta precisando: “da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato.”

Il discorso si è poi inevitabilmente spostato sulla questione delle risorse. Di Maio ha citato la Francia, spiegando che Macron ha dimostrato quanto questi dogmi siano in realtà superati. “Non vogliamo far saltare i conti o far impennare lo spread” ha rassicurato il vicepremier “ma non voglio assolutamente impiccarmi ai numeri, se non quello legato al rapporto deficit/pil al 3%” e ha aggiunto infine: “abbiamo dato le garanzie che non si supera il 3%”.

Di Maio aveva anche attaccato alcuni dirigenti del Mef, si era parlato del Ragioniere Generale dello Stato Daniele Franco e dei tecnici in generale. “Faccio controllare ogni norma ai miei collaboratori perché non mi fido” ha spiegato Di Maio. Poi ha toccato la questione delle pensioni minime affermando che gli anziani “hanno già lavorato e quindi dal primo gennaio gli diamo 780 euro”. Riguardo il reddito di cittadinanza invece occorre del tempo in più per la riforma dei centri dell’impiego, per questo sarà necessario attendere metà marzo.

“Ci hanno lasciato un’Italia in macerie” afferma Luigi Di Maio in un articolo pubblicato sul blog del M5S “un Paese in cui si sono sempre tutelati gli interessi delle lobby e non quelli dei cittadini. Noi lo stiamo rimettendo in piedi.”.

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