Lo spread BTP BUND sembra essere entrato in una sorta di limbo. La recente ufficializzazione dell’entrata dall’Italia in recessione tecnica non ha determinato un incremento evidente del differenziale di rendimento tra il titolo di stato italiano a 10 anni e quello analogo tedesco. Secondo alcuni analisti, però, l’assenza di reazione potrebbe solo essere momentanea e lo spread BTP BUND potrebbe presto tornare a salire anche in modo significativo. In poche parole la tregua dello spread potrebbe essere alla fine anche perchè con un paese che è ufficialmente in recessione tecnica, considerare quantomeno verosimili le previsioni del governo su una crescita del PIL 2019 dell’1 per cento, divebta davvero difficile. Questo ragionamento non è questione di pessimismo ma bensì di analisi sui rapporti di azione e reazione. 

Del resto che l’Italia sia alle prese con una nuova crisi economica (affrontata con politiche di deficit come quelle intraprese dal governo Lega-5 Stelle), lo si intuisce anche da una serie di altri indicatori macroeconomici. L’andamento dell’inflazione in Italia nel 2019 è un campanellino di allarme che viene trascurato. L’indice dei prezzi al consumo in Italia ha registrato a gennaio un rialzo dello 0,1 per cento mensile e dello 0,9 per cento su base annua. In pratica l’inflazione su base annua è cresciuta al livello più basso dal mese di aprile 2018. 

L’andamento di questo dato macro suggerisce l’idea che la domanda italiana sia in stagnazione e questo non è mai positivo. Partendo da tali premesse è possibile che l’inflazione possa scendere sotto dell’1 per cento sull’intero anno determinando così una ennessima sconfessione di un altro dei target fissati a suo tempo dal governo nel DEF (dove l’obiettivo è una crescita dell’inflazione dell’1,2 per cento nel 2019). 

La presenza di prospettive così di poco auspicio non è però solo responsabilità dell’Italia. Il fatto è che il Bel Paese vuole provare ad attuare politiche a deficit in un contesto generale completamente sfavorevole. A febbraio, infatti, l’indice Sentix dell’Eurozona ha segnato un calo a -3,7 punti da -1,5 punti precedenti. Per l’indicatore sulle fiducia si è trattato del sesto ribasso consecutivo. 

Se i segnali che arrivano dall’Eurozona (contro la quale l’Italia si è imbarcata in una guerra) non sono positivi, quelli che giungono dal mondo non sono da meno. A novembre 2018, infatti, il commercio globale ha segnato una contrazione dell’1,6 per cento mentre a dicembre il PMI globale è sceso sotto a quota 50 punti segnando il passaggio ad una fase di contrazione. 

In una situazione simile, immaginare che ci sia qualcuno disposto ad aiutare l’Italia non è affatto semplice. L’Italia dovrà vedersela con le sue sole forze ma questo, di per sè non facile per un paese normale, diventa quasi impossibile per un paese in pieno deficit. 

Il 2019, quindi, resta “bellissimo” solo per alcuni membri del governo mentre la realtà è quella di un Paese sempre più debole e sul quale pendono delle vere e proprie spade di Damocle quali sono le scellerate clausole di salvaguardia ossia gli aumenti automatici dell’Iva in caso di non conseguimento degli obiettivi di bilancio. Siamo sicuri che lo spread BTP BUND non si accorga molto presto di tutto questo?

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