Stando a quanto afferma l’Istat, nel mese di dicembre 2020 l’inflazione misurata mediante l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha fatto registrare un aumento dello 0,3% su base mensile e un calo dello 0,1% su base annua.
Con l’occasione, l’Istat ha anche specificato che, in media, nel 2020 i prezzi al consumo hanno registrato un calo dello 0,2%, contro un incremento dello 0,6% nel 2019. Al netto dei beni energetici e di quelli alimentari freschi, i prezzi sono cresciuti dello 0,5%, come nel 2019, mentre al netto dei soli energetici la crescita è dello 0,7%, contro lo 0,6% del 2019.
Cos’è l’inflazione
L’inflazione è un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi in un periodo di tempo determinato. Il suo conteggio e la sua periodica valutazione è molto importante, considerato che l’inflazione è uno degli indicatori più affidabili per poter indicare l’evoluzione del potere di acquisto della moneta.
In linea di massima, con l’incremento dei prezzi, e dunque con l’inflazione, ogni unità monetaria (nel nostro caso, l’euro), potrà acquistare meno quantità di beni e di servizi. Conseguentemente, l’inflazione misura anche l’erosione del potere di acquisto da parte dei consumatori.
In ogni caso, questo non significa che l’inflazione abbia necessariamente delle connotazioni negative. Anzi, una crescita sostenibile dei prezzi è desiderata da tutte le istituzioni monetarie (la BCE ha nello statuto un target di inflazione del 2% annuo). Se tuttavia l’inflazione cresce troppo rapidamente, o se invece non cresce, tanto da sfociare in terreno negativo, allora questo potrebbe rappresentare un brutto biglietto da visita per la tenuta dell’economia a cui fa riferimento.
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