5 motivi per investire nel Sud-Est Asiatico secondo HSBC

Quali sono le previsioni sui mercati del Sud-Est Asiatico? C’è dell’ottimismo nel prossimo futuro, o è meglio adottare una strategia più prudente?

A rispondere a queste (e altre) domande negli ultimi giorni è stato Matthew Lobner, Head of International e Head of Strategy & Planning, Asia-Pacific di HSBC, secondo cui Indonesia, Malesia, Singapore e Filippine nel 2019 potranno fornire la base utile per numerose opportunità di business. Tanto che, sottolinea l’analista, vale la pena prendere seriamente in considerazione l’idea di investire in questa area. Ma perché?

Lobner individua 5 ragioni per cui è bene valutare gli investimenti nel Sud-Est Asiatico:

  1. complessivamente, i 10 membri dell’ASEAN hanno un Pil cumulativo di quasi 2.800 miliardi di dollari nel 2017, superiore a quello di Regno Unito, Francia o India. Se l’ASEAN fosse un’unica economia, occuperebbe il sesto posto a livello mondiale;
  2. le attuali volatilità sui mercati emergenti stanno offuscando i passi in avanti che sono stati compiuti dai Paesi interessati negli ultimi 20 anni. Ne deriva che oggi le economie della macro regione sono molto più “resistenti” di quanto non fossero tempo fa;
  3. le capacità produttive dell’area giocano un ruolo fondamentale nel commercio e nelle catene di approvvigionamento globali, con una crescente propensione all’alta tecnologia;
  4. molte aziende della zona hanno sufficiente esperienza, prestigio e popolarità per poter servire i mercati internazionali e attirare investimenti esteri;
  5. l’urbanizzazione e il miglioramento delle infrastrutture di questa macro area hanno permesso a milioni di persone di accedere a posti di lavoro più remunerativi e a migliori occasioni di istruzione, formazione, servizi finanziari, assistenza sanitaria. La “nuova” classe di consumatori è maggiormente attenta a spendere per viaggi, tech, finanza, assicurazioni.

Naturalmente, lo stesso analista precisa quanto sia difficile fare una generalizzazione di un’area così grande. E, d’altronde, è anche vero che non bisogna sottovalutare i relativi rischi: le oscillazioni delle materie prime e del sentment degli investitori sono due tra i tanti fattori di danneggiamento potenziale di tali economie. Ci sono inoltre ancora tanti ostacoli sul fronte delle barriere non tariffarie.

Ad ogni modo, anche i fattori di rischio non dovrebbero allontanare gli investitori dall’idea di investire in questa macro area che, secondo un recente sondaggio proprio da parte di HSBC, è una delle più attrattive del globo.

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