Una nota di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, fa il punto sulla crescita economica cinese, e sui collegamenti con la lunga guerra commerciale tra Pechino e gli Stati Uniti.
La nota di Mirabaud rammenta innanzitutto come il rimbalzo dell’indice di fiducia registrato a novembre in Cina, sia stato seguito da un miglioramento della crescita delle attività economiche, in linea con un aumento dei finanziamenti. Le ultime statistiche ci dicono infatti che i nuovi prestiti in renminbi sono aumentati, e che la crescita del finanziamento sociale complessivo ha superato il 17% anno su anno.
Per quanto concerne la produzione industriale, invece, il Paese ha conseguito un aumento di oltre il 6%su base annua, grazie a un aumento nella produzione di auto, macchinari, telecomunicazioni e computer. Bene anche la delle vendite al dettaglio, sebbene il settore delle automobili sia ancora in calo. Ad esser stabile è altresì al crescita degli investimenti, indebolita leggermente da un settore manifatturiero poco mosso e da un trend moderato degli investimenti per le infrastrutture.
Non sembra pertanto esserci un riflesso negativo dalla lunga guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che hanno peraltro raggiunto la cosiddetta Fase 1 di un eventuale accordo che dovrebbe supportare la crescita il prossimo anno.
In particolare, gli Stati Uniti hanno deciso di non aumentare i dazi su 150 miliardi di dollari di importazioni cinesi, Le tariffe già introdotte a settembre saranno ridotte della metà. Da parte sua, invece, Pechino ha scelto di non imporre alcun dazio supplementare sulle auto USA, e aumentare nei prossimi due anni le importazioni dagli Usa per 200 miliardi di dollari.
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