Nella giornata di ieri la Cina ha pubblicato gli ultimi dati del suo indice PMI del settore manifatturiero rilevato dal NBS, che dopo due mesi di stabilità a 50,2 punti, ha ceduto terreno collocandosi a 50 punti per il gennaio, principalmente a causa del calo della componente della produzione, rimasta in territorio espansivo, pur in correzione di quasi due punti, e di quella degli ordini esteri, che è scesa da 50,3 punti in dicembre a 48,7 punti in gennaio, poco sotto il livello di novembre (48,8 punti).
Osservando più da vicino l’indice, emerge come la correzione abbia costituito un motivo di interesse soprattutto per le medie imprese, dove l’indice era in un trend di miglioramento da qualche mese a questa parte.
L’indice non manifatturiero è invece salito da 53,5 punti in dicembre a 54,1 punti in gennaio, grazie al marginale miglioramento del PMI dei servizi e al recupero dei quello del settore costruzioni, che si è riportato a 59,7 punti, vicino poco livelli di novembre dopo il netto calo di dicembre.
Ad ogni modo, il deterioramento del dato non sembra essere figlio dell’impatto del Coronavirus, visto e considerato che la rilevazione del NBS si è conclusa il 20 gennaio, ovvero il giorno in cui il presidente Xi Jinping ha pubblicamente ammesso la gravità del problema, e tre giorni prima della decisione di isolare la città di Wuhan, da cui si è generato il virus.
L’indagine Markit si è invece svolta tra il 12 e il 24 gennaio, e potrebbe dunque incorporare qualche informazione in più. Tuttavia, è molto difficile che gli impatti statistici dell’avvento del virus si possano avvertire prima dei questionari in vista della chiusura per le vacanze di capodanno, che verranno pubblicati nel mese di febbraio.
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