Nuova stretta nelle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Stando a quanto anticipa Reuters, infatti, l’amministrazione a stelle e strisce guidata da Biden starebbe per aggiungere altre 10 nuove aziende cinesi alla blacklist e, forse, inserire 14 compagnie cinesi all’Entity List, ovvero la lista di quelle controparti che devono sottostare a controlli più severi nel momento in cui importano prodotti da fornitori statunitensi.
Anche se per il momento non è chiaro quali siano le 24 società coinvolte, sembra che la motivazione principale che ha spinto Biden in questa direzione sia la violazione dei diritti umani degli Uiguri, la minoranza islamica della regione cinese Xinjiang. Per l’Onu e diverse inchieste giornalistiche, più di un milione di persone sono state illegalmente rinchiuse in campi di detenzione.
Dall’altra parte, Pechino smentisce le accuse di sfruttamento, definendo invece come necessarie le proprie politiche di contenimento, al fine di eliminare gli estremisti.
Tornando alla decisione di Biden, non si tratterebbe comunque di una novità, visto e considerato che il Dipartimento del Commercio statunitense già a giugno aveva aggiunto alla blacklist altre cinque società, per le stesse motivazioni.
Nel 2019 invece era stato Trump a rendersi protagonista di simili azioni, inserendo nella blacklist alcune start-up specializzate nell’intelligenza artificiale, con soluzioni utilizzate per sorvegliare illegalmente Uiguri, Kazaki e altri membri delle minoranze islamiche.
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