Il Pakistan ha un nuovo primo ministro e la novità non sembra essere marginale per quanto concerne il futuro delle relazioni con gli Stati Uniti e l’India.
Ieri, infatti, il parlamento pakistano ha scelto Shehbaz Sharif come nuovo premier del Paese, pochi giorni dopo che il suo predecessore Imran Khan è stato sfiduciato in un contesto sempre piuttosto incerto, e in cui – con sorpresa di buona parte degli osservatori – l’esercito pakistano ha scelto di rimanere quasi indifferente.
Nel suo primo discorso, il settantenne Sharif ha affermato che intende rimodellare il Pakistan come “un paradiso per gli investimenti”, annunciando anche un aumento del salario minimo. Certo è che lo scenario in cui opera il Paese non è dei più semplici: il Pakistan è al suo 23° salvataggio da parte del FMI e l’economia del paese è sotto pressione per l’aumento dell’inflazione, oltre il 10% quest’anno, ulteriormente stimolata dalla spirale dei prezzi del greggio e di altre materie prime dopo la guerra in Ucraina.
Tuttavia, Sharif sembra essere un personaggio in grado di riuscire a far ciò che i predecessori non sono riusciti a fare. Si tratta di una figura nota a livello internazionale, con una buona reputazione, forte della positiva esperienza di governatore della più grande provincia del Pakistan, il Punjab. Insomma, un uomo ben noto a tutti gli interlocutori internazionali, compresi USA e Cina.
E l’India? Anche Nuova Delhi presterà attenzione alla nuova amministrazione ed è probabile che la nomina di Sharif possa fornire un’apertura per migliorare le relazioni con il suo vicino…
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