Riunione BCE ottobre 2023: cosa sarà deciso sui tassi? Conferma o aumento?

Focus sulla riunione BCE del 26 ottobre 2023 - BorsaInside

Dopodomani 26 ottobre si terrà la riunione della BCE. L’attesa tra investitori e analisti è palpabile anche perchè il contesto globale, dall’ultimo summit dell’EuroTower, è ulteriormente peggiorato a causa dello scoppio della guerra tra Israele e Hamas e delle conseguenti nuove tensioni geopolitiche. Si tratta di un elemento inatteso che si aggiunge alle già note preoccupazioni per l’Europa, in particolare alla prospettiva di una recessione.

Con i prezzi di gas e petrolio che hanno ripreso a salire ricreando le condizioni per un possibile nuovo rialzo dell’inflazione, attuare una politica monetaria restrittiva diventa sempre più complesso per la Lagarde. E proprio per questo motivo lo scenario più probabile che potrebbe emergere dalla riunione BCE del 26 ottobre prossimo è quello di una conferma dei tassi al livello attuale, senza aumenti. C’è la consapevolezza che, ora più che mai, sia necessario adottare la massima prudenza possibile.

Tuttavia (e in questo la BCE è spesso stata maestra) conviene non dare mai nulla per scontato anche perchè c’è sempre chi ritiene auspicabile un ulteriore rialzo dei tassi evidenziando come un atteggiamento più accomodante da parte dei banchieri centrali potrebbe essere controproducente in quanto destinato a dare un’immagine ottimistica sul contenimento dell’inflazione.

Riunione BCE e successiva conferenza stampa della governatrice Christine Lagarde sono quindi i market mover più attesi della settimana anche perchè è risaputo che dalle notizie che arriveranno da Bruxelles dipende sia l’andamento delle borse europee che le dinamiche sul mercato del Forex a partire dal cambio Euro Dollaro.

Ed allora, cosa si dovrebbero attendere gli investitori dalla riunione BCE del 26 ottobre 2023 e quali potrebbero essere le implicazioni per l’Eurozona?

Riunione BCE 26 ottobre 2023: le previsioni degli analisti

I pareri degli analisti sull’esito della riunione BCE del 26 ottobre sono molto discordanti. Anche questo è un segnale della fase di incertezza che i mercati stanno attraversando. Volendo fare i pignoli andrebbe evidenziato come a fine settembre tutto fosse molto più chiaro. Lo scoppio della guerra tra Hamas e Israele e le conseguenti tensioni geopolitiche hanno reso nuovamente tutto confuso.

Secondo François Rimeu – Senior Strategist, La Française AM – la Banca Centrale Europea non modificherà i tassi di interesse chiave nella riunione di ottobre lasciando il 4 per cento per il tasso di deposito e 4,5 per cento per il tasso Refi. Per l’esperto, l’inflazione sottostante (vale a dire quella al netto dell’energia e dei generi alimentari) tende verso il ribasso ma il target del 2 per cento fissato dallo stesso EuroTower è fantasioso.

Inoltre per l’analista l’ultimo rialzo dei rendimenti obbligazionari europei, causato dal rally dei Treasury Usa di settembre, ha di fatto reso più aspre le condizioni monetarie e ciò dovrebbe indebolire le stime di crescita dell’Europa.

In merito poi al quantitative tightening, l’analista ritiene plausibile che le discussioni tra i membri del board, dopo mesi di stasi, possano tornare ad essere molto fitte a causa dei commenti che sono arrivati nei giorni scorsi dai falchi dell’EuroTower. Nonostante questa “novità” gli esperti non si attendono ulteriori dettagli sul reinvestimento dei titoli nell’ambito del PEPP. Essi quindi arriveranno solo quando la BCE avrà terminato la revisione del quadro operativo prevista (primavera del 2024).

Molto simile la previsione degli analisti di ING. Secondo gli esperti olandesi non ci sarà nessun ulteriore aumento dei tassi e resta confermato che il primo taglio del costo del denaro non sarà prima dell’estate 2024. Si tratta di un orizzonte temporale lungo (il che si traduce nella nuova politica dei tassi alti più a lungo) che trova ragione di essere nelle previsioni su un indebolimento economico dell’area Euro più rapido di quanto attualmente previsto dalla Bce e in quella su una disinflazione almeno fino alla fine dell’anno.

Anche secondo Ales Koutny, responsabile dei tassi internazionali presso Vanguard, la BCE manterrà i tassi invariati nella riunione di giovedì. L’esperto, però, ha anche avvertito sul fatto che i trader potrebbero essere troppo fiduciosi circa la possibilità di un futuro inasprimento nei prossimi mesi.

Conferenza stampa Lagarde ottobre 2023: quali saranno i temi toccati?

Visto che è dato quasi per assodato che non dall’EuroTower arriverà una conferma dei tassi in essere, l’attenzione non può che essere rivolta a quelle che saranno le tematiche di cui la Lagarde si occuperà nella sua solita conferenza stampa che fa seguito alla riunione del board. Chi è solito investire in borsa lo sa bene che a volte a fare la differenza possono essere anche delle semplici parole oppure il tono utilizzato.

Dalle parole della governatrice sarà possibile capire quanto l’EuroTower sia effettivamente preoccupato per un possibile ritorno del rischio inflazione in scia alla crisi geopolitica in Medio Oriente.

Due numeri su tutti: i prezzi europei del gas sono aumentati del 35 per cento nel corso del mese corrente e la quotazione petrolio è a 93 dollari al barile. I rialzi di entrambe le materie prime energetiche spingono verso l’alto l’inflazione.

Per Chris Jeffrey di Legal & General Investment Management, essendo l’Europa una regione importatrice di energia, è logicamente vulnerabile degli Stati Uniti a un picco di inflazione causato dalle tensioni in Medio Oriente. L’esperto si è detto convinto che la Lagarde non si farà trascinare nella discussione sui prezzi dell’energia finché a quando non ci saranno chiare linee di tendenza su questo fronte.

Per un altro analista, Cluse di UBS, i prezzi dell’energia non possono essere considerati un punto di svolta nelle prospettive di inflazione visto che sono in atto forti effetti base disinflazionistici.

Tuttavia secondo Colin Graham, responsabile delle strategie multi-asset di Robeco, la BCE dovrebbe considerare la possibilità di alzare ancora i tassi visto che l’inflazione non può assolutamente dirsi sotto controllo. Per l’esperto, infatti, la minaccia non viene solo dai potenziali effetti della guerra in Medio Oriente con possibili impennate dei prezzi energetici ma anche dalla reale entità della ripresa della Cina che potrebbe mettere sotto pressione la domanda di materie prime nonchè dalla possibile crsii di altre commodities a partire da quelle alimentari come il riso.

Ricordiamo che la BCE prevede che l’inflazione complessiva passi da una media del 5,6 per cento nel 2023 al 3,2 per cento l’anno prossimo. Vedremo se dal discorso della Lagarde del 26 ottobre arriveranno altri spunti su questo punto.

Come fare trading cavalcando la riunione BCE del 26 ottobre 2023

I mercati più condizionati dalle decisioni di politica monetaria della BCE e dalle parole della Lagarde sono due: borse europee e valutario (forex).

Si tratta di mercati giganteschi e, per quello che riguarda il forex, anche molto liquidi. Per cogliere tutte le occasioni è consigliabile usare uno strumento derivato come i CFD. I Contratti per Differenza riflettono l’andamento di un sottostante senza però che ci sia il possesso fisico dell’asset. Essendo poi basati sulle differenza di prezzo, permettono di speculare sia al rialzo (long) che al ribasso (short).

Inoltre possono essere negoziati da una stessa piattaforma a prescindere da quello che è il sottostante. In pratica con un solo account si può fare trading CFD su tutte le coppie forex e su tutti gli indici di borsa. Insomma tanti vantaggi e allora la sola cosa che un investitore deve fare è prestare attenzione nella scelta del broker da usare: sempre meglio privilegiare quelli affidabili. Eccone due tra i migliori:

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