Le azioni Eni tornano su livelli che mancavano da inizio febbraio. Mentre scriviamo la quotazione Eni, grazie ad un rialzo dell’1,88%, ha riagguantato quota 14 euro attestandosi, più precisamente, a 14,084 euro. Dal grafico intraday del titolo Eni emerge che la società ha toccato un massimo giornaliero oggi a quota 14,09 euro mentre il minimo di seduta è stato raggiunto a 13,782 euro. Massimo e minimo del valore Eni di oggi sono corrisposti a momenti completamente diversi. Il minimo intraday risale alla prima parte dell’ultima di Ottava mentre il massimo si è sviluppato dopo le comunicazioni sul nuovo piano strategico 2018-2021. Il forte rialzo di Eni oggi è il miglior segnale dell’apprezzamento da parte del mercato verso contenuti e target del nuovo piano del Cane a Sei Zampe che è stato presentato durante una conference call che si è tenuta a Londra. 

La parte più interessante del piano è quella relativa al dividendo. Stupendo il mercato, l’amministratore delegato della società Descalzi ha reso noto quello che sarà l’ammontare del dividendo sull’esercizio 2018 ossia sull’anno fiscale attuale. Giusto per non fare confusione si sta parlando di quello che viene indicato, per praticità, come dividendo Eni 2019 proprio perchè verrà staccato il prossimo anno. Descalzi ha comunicato che la cedola in distribuzione nel 2019 sarà pari a 0,83 euro, il 3,75% in più rispetto al dividendo Eni 2018.  Tutto il dividendo verrà pagato agli azionisti per cassa e questo è ovviamente un ottimo segnale sullo stato dei conti dell’azienda. Riguardo all’aumento della cedola, l’ad di Eni Descalzi ha così commentato: “l’incremento della cedola che annunciamo oggi rientra nel nostro impegno per una politica di remunerazione progressiva. E’ il risultato dei miglioramenti finanziari e di business ottenuti e rispecchia la nostra fiducia in un’ulteriore crescita di valore“.

Oltre a parlare del prossimo dividendi, Descalzi nel corso della conference call ha anche fornito una serie di aggiornamenti su quelli che sono gli scenari più caldi in cui la società opera. In particolare il manager ha affermato che, come previsto dal piano strategico, Eni non andrà via dalla Libia ma i livelli di produzione nel paese nordafricano sono destinati a scendere nei prossimi anni. I target prevendono che alla fine dell’anno, quindi nel 2021, la produzione di Eni in Libia sia scesa ad appena 200.000 barili dagli attuali 320.000 barili. La scelta di tagliare la produzione in Libia si è rivelata inevitabile poichè, a causa del caos il cui quel paese è precipitato, non è stato possibile fare altri investimenti. 

Lo scenario Libia è da tenere in considerazione nell’elaborazione di una stratagia trading su Eni. Vanno tenuti anche in debito conto anche i pilastri del piano strategico oggi presentato a Londra. Nell’upstream Eni punta a scoprire 2 miliardi di barili di olio equivalente di nuove risorse, con un incremento della produzione a un tasso medio annuo del 3,5%. In questo comparto, centrale nelle strategie di Eni, la società punta ad investire in esplorazione circa 3,5 miliardi di euro nel quadriennio 2018-2021 in oltre 25 Paesi. Sono numeri impegnativi che confermano le solide fondamenta di Eni. 

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