Piano salvataggio Banca Carige: senza ok assemblea rischio liquidazione

Altro passettino in avanti verso l’attuazione del piano di salvataggio di Banca Carige. L’autorità di vigilanza della Banca Centrale Europea ha dato il suo via libera all’operazione. L’ok della BCE era indispensabile per il passaggio alla fase esecutiva dell’operazione che ha come obiettivo quello di salvare Banca Carige mettendo in sicurezza i suoi conti. 

Ma cosa avverrà a questo punto? Il piano di salvataggio di Banca Carige è stato approvato al termine di una lunga fase di incertezza durante la quale non sono mancati momenti critici che hanno portato la banca ligure ad un passo dalla messa in liquidazione. Adesso, però, sembra essere tornato il sereno e tutto è pronto per mettere in cantiere le misure previste per salvare Banca Carige. 

Dopo il via libera da parte della vigilanza BCE, la banca genovese potrà ora procedere con la convocazione del dell’assemblea degli azionisti. L’assise sarà chiamata ad esprimersi proprio sul piano di salvataggio. E’ evidente che non ci siano altre strade alternative all’approvazione. Il via libera al piano di salvataggio da parte dell’assemblea degli azionisti è quindi indispensabile. Un voto contrario significherebbe salto nel vuoto per Banca Carige visto e considerato che non ci sono alternative sul tavolo. 

Il Sole 24 Ore ha fatto il punto proprio sull’assemblea degli azionisti chiamata a deliberare su questo provvedimento a cui è legato il futuro stesso della banca ligure. Secondo il quotidiano di Confindustria il primo scoglio dell’assemblea è quello del quorum. Per essere valida all’assemblea degli azionisti dovrà partecipare almeno il 20 per cento del capitale. C’è poi un secondo scoglio che è quello relativo ai voti necessari per l’approvazone. Affinchè il piano di salvataggio di Banca Carige passi, infatti, è necessario che due terzi dei presenti si esprimano a favore dell’operazione stessa. Il Sole 24 Ore ritiene che, alla luce di quella che è la composizione dell’azionariato di Banca Carige, il voto a favore non sia scontato. Per il quotidiano di Confindustria tutto è nelle mani della famiglia Malacanza che ha in mano ben il 27,5 per cento del capitale di Banca Carige. Senza il via libera dei Malacalza non ci sarà alcun via libera al piano di salvataggio e a questo punto si aprirebbe la strada ad un pericoloso salto nel vuoto.

Per avere un’idea della portata della partita si può fare riferimento alla recente analisi degli esperti di Moody’s. Gli analisti hanno dato il loro parere positivo al piano di salvataggio di Banca Carige aggiungendo che le sole alternative possibili a questo piano di ricapitalizzazione sarebbero la risoluzione o la liquidazione dell’istituto. In poche parole o passa questo piano oppure per Banca Carige è tutto perso. 

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