Azioni Eni diventano calde: quale strategia dietro l’acquisizione di asset Exxon in Norvegia?

Spesa grosso per Eni in Norvegia. La società del Cane a Sei Zampe ha reso noto di aver siglato un accordo con Exxon per la cessione di asset in Norvegia. Il corrispettivo dell’acquistizione, destinata ad entrare nella storia del Cane a Sei Zampe, è stato fissato in 4,5 miliari di euro.

La notizia dell’operazione era nell’aria già da alcune settimane. Era stata infatti la società Usa ExxonMobil a confermare ad agosto l’interesse attivo del gruppo di Descalzi per alcuni asset strategici messi in vendita in Norvegia.

E’ probabilmente proprio per questo motivo se il prezzo delle azioni Eni oggi, pur in rialzo, non è stato al centro di un vero e proprio rally.

Mentre è in corso la scrittura del post, le quotazioni Eni su Borsa Italiana registrano una progressione dello 0,82 per cento a quota 14,04 euro. Nel corso della mattinata il titolo del Cane a Sei Zampe ha raggiunto un massimo intraday a 14,092 euro per poi ripiegare leggermente. La notizia dell’acquisizione degli asset Exxon in Norvegia ha comunque avuto un impatto significativo dal punto di vista dell’analisi tecnica visto che il titolo, dopo alcune sedute di sofferenza, è tornato sopra quota 14 euro. Tra l’altro, grazie al rialzo di oggi 27 settembre, il prezzo delle azioni Eni, ha ulteriormente migliorato la sua performance su base mensile che ora è positiva per il 6,37 per cento. 

Eni acquisizione asset Exxon in Norvegia

Cosa prevede l’accordo siglato per la cessione degli asset Exxon in Norvegia ad Eni? Al di là delle cifre dell’accordo tra il Cane a Sei Zampe e l’americana ExxonMobil, l’intesa consentirà ad Eni di prendere il controllo di 20 giacimenti produttivi. Un effetto immediato dell’acquisizione sarà l’incremento dell’output di Eni di qualcosa come 150mila barili di petrolio al giorno. L’accordo non è stato chiuso direttamente da Eni e da ExxonMobil ma bensì dalla controllata VAR Energi per Eni e dal fondo di private equity HitecVision per Exxon. 

La decisione del consiglio di amministrazione di Eni di chiudere l’accordo con Exxon per gli asser in Norvegia non è fine a se stessa ma è in linea con quelli che sono gli obiettivi strategici del Cane a Sei Zampe. Grazie all’operazione, infatti, Eni rafforzerà ancora di più la sua presenza nell’area scandinava. 

Commentanto la chiusura della tratattiva, Il Sole 24 Ore ha ricordato che la Norvegia in futuro diventerà una  delle economie più importanti nell’ambito della produzione Oil&Gas affincandosi a nazioni che sono riserve naturali di petrolio e gas come gli Emirati o l’Egitto.

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