
Con un Ftse Mib che, al netto del boom degli acquisti sulle azioni Buzzi, appare poco mosso anche a causa della classica attesa per l’esito della riunione di politica monetaria della BCE (anche se non ci sono dubbi sul fatto che il costo del denaro sia destinato a rimanere fermo) è guardando altrove che è possibile individuare le storie più particolari. Ad esempio sullo Star dove sta andando in scena il crollo delle azioni AVIO, società aerospaziale italiana attiva nel settore dei lanciatori e della propulsione spaziale.
Il titolo è subito finito nel tritacarne delle vendite e quando siamo arrivati a circa metà mattinata sprofonda di oltre 7 punti percentuali precipitando sotto ai 33 euro. Per entità si tratta di un rosso che non ha bisogno di commenti. Tra l’altro con una pioggia di vendite simile, inevitabili sono anche le ripercussioni sul trend dell’ultimo mese che ora evidenzia un ribasso del 2,5 per cento. La corsa a vendere azioni AVIO in atto oggi potrebbe indurre a pensare che il titolo se la stia passando male nel 2025. Soprattutto i trader che magari non hai mai investito su questa quotata potrebbero fare un simile ragionamento. La realtà, però, è completamente diversa e sta agli antipodi.
Guardando ai grafici, infatti, emergono due verdi impressionati: quello sull’anno in corso e quello su base annua. Nel 2025 le azioni AVIO hanno infatti registrato un balzo del 135 per cento che sale al 166 per cento rispetto a un anno fa. Numeri record che si spiegano in un solo modo: la corsa del settore difesa e aerospazio. AVIO è tra le quotate che, sia pure in modo indiretto, stanno quindi traendo guadagno dalla tensione geopolitica internazionale.
E allora, alla luce proprio del trend di medio e lungo termine, il crollo delle azioni AVIO è da leggere come una naturale fase di realizzo dopo un rally a tripla cifra? Di certo il forte apprezzamento ha favorito le prese di profitto e su questo non si può dire nulla. Tuttavia si farebbe un errore a pensare che gli investitori, sazi dei guadagni, abbiano all’improvviso deciso di vendere soprattutto perchè, come dimostrato dal rally di ieri delle Leonardo, a causa della questione droni russi in Polonia, l’appeal sul comparto difesa è tornare ad essere alto. Insomma, visto il contesto, AVIO si sarebbe dovuta muovere al rialzo e invece è crollata.
Come mai?
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C’è un possibile aumento di capitale dietro al crollo di AVIO?
Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, AVIO potrebbe presto rafforzare la propria base finanziaria con un aumento di capitale fino a 300 milioni di euro. La notizia, circolata nelle ultime ore sui principali organi di stampa italiani, non è stata ancora confermata ufficialmente dai vertici della quotata, ma potrebbe essere discussa a breve dal consiglio di amministrazione, chiamato ad approvare i risultati del secondo trimestre 2025. In questa circostanza potrebbero quindi esserci novità concrete. Limitandoci ai soli rumors apparsi sui media questa mattina, l’operazione di ricapitalizzazione avrebbe come obiettivo quello di consolidare la posizione dell’azienda in un mercato sempre più competitivo, sostenendo sia i programmi legati ai lanciatori Vega sia lo sviluppo di nuove tecnologie connesse alla propulsione tattica e ai satelliti. Insomma, stando ai rumors, l’aumento di capitale sarebbe al servizio della crescita di AVIO. In teoria un’operazione concepita con simili finalità dovrebbe avere un impatto positivo ma le azioni AVIO invece crollano e anche in malo modo.
C’è allora dell’altro.
E infatti è la seconda parte delle indiscrezioni a fomentare i venditori. Affermano le fonti che nonostante la portata strategica di un simile rafforzamento patrimoniale, ci sarebbero non poche divergenze di vedute tra i principali azionisti della società quotata sullo STAR. In particolare Leonardo, che con circa il 29 per cento rappresenta il socio di riferimento di AVIO, non sarebbe ben disposta dinanzi alla ricapitalizzazione. Il colosso italiano della difesa, infatti, resta orientato a privilegiare altri capitoli del piano industriale, come il potenziamento del programma satellitare a bassa quota, piuttosto che una ricapitalizzazione.
Parliamo di rumors ma se dovesse essere confermato che AVIO sta pensando ad un aumento di capitale e che Leonardo non lo supporta, si tratterebbe di una notizia decisamente negativa perchè comporterebbe, in caso di aumento di capitale, un ridimensionamento significativo di tutta l’operazione con il rischio di diluire la quota del gruppo in un’impresa considerata strategica non solo per l’Italia, ma anche per l’Europa.
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L’aumento di capitale di AVIO nel contesto di crescita del gruppo
L’eventuale aumento di capitale di AVIO non può essere ridotto solo ad una operazione finanziaria, ma deve essere inteso come una leva per sostenere la stessa crescita della quotata in un settore, quello della difesa, in cui gli investimenti richiesti sono ingenti e i competitor internazionali sempre più agguerriti.
Tra l’altro AVIO, attraverso la propria divisione di propulsione tattica (nel 2024 circa il 16 per cento del fatturato totale), potrebbe beneficiare delle potenziali commesse relative agli investimenti che rientrano nel nuovo fondo europeo Safe e quindi una ricapitalizzazione mozzata non sarebbe di certo un biglietto da visita. Ma non lo sarebbe neppure fuori dall’Europa. Da tempo infatti AVIO è impegnata nello sviluppo di motori di nuova generazione per l’esercito Usa e in passato si è parlato anche della eventuale realizzazione di un impianto produttivo direttamente negli Stati Uniti, con un investimento stimato tra i 300 e i 500 milioni di euro nei prossimi anni. Una scelta che permetterebbe ad AVIO di rafforzare ancora di più la sua posizione strategica a livello internazionale.
Ora non è necessario essere degli esperti di borsa per intuire che proprio le divergenze interne sull’opzione aumento di capitale rischierebbero quantomeno di allentare un percorso di sviluppo che, in base a quello fin qui detto, appare ricco di potenzialità.
Chi oggi sta vendendo azioni AVIO in modo massiccio sembra proprio aver fiutato tutto questo.
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