
Rispetto alla prima di Ottava, oggi a Piazza Affari sembra esserci molto più movimento. Fin dal primo minuto di scambi, infatti, sono evidenziare forti vendite sul settore bancario con Intesa Sanpaolo e Banco BPM che, dopo circa mezzora dall’avvio delle contrattazioni, spiccano con rossi attorno al 2 per cento. Essendo i titoli del settore bancario preponderanti sull’economia complessiva del Ftse Mib, non c’è da stupirsi se il paniere di riferimento di Piazza Affari nel suo insieme sta girando in negativo evidenziando un calo di circa 1 punto percentuale. Il discorso è più o meno sempre lo stesso: se su Borsa Italiana le banche vanno male allora a risentirne è tutto il Ftse Mib.
La forte contrazione dei titoli bancario (nell’articolo focalizzeremo la nostra attenzione su Intesa SP e Banco BPM ma, in realtà, sono tutte le banche ad andare male) ha lasciato stupiti gli investitori. Cosa sta accadendo e come mai i titoli bancari sembrano soffrire così tanto? Non è mia abitudine parlare di crolli per ribassi si forti ma non impressionanti e soprattutto in contesti caratterizzati da uno storico fortemente improntato al ribasso, tuttavia vedere le azioni Intesa Sanpaolo in calo dell’1,9 per cento a 5,5 euro o quelle di Banco BPM in flessione dell’1,6 per cento a 11,82 euro, qualche interrogativo lo fa sorgere.
Prima di esaminare quella che potrebbe essere una probabile spiegazione del forte ribasso, ricordiamo che soprattutto quando si è dinanzi a titoli sulla cresca dell’onda che si imbattono in una giornata negativa, si può sfruttare il calo per entrare su valutazioni più convenienti rispetto a quelle del giorno precedente. Ecco io trader che magari da tempo stavano monitorando titoli come quelli di Intesa SP e Banco BPM, oggi potrebbero avere la loro occasione.
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Azioni Intesa Sanpaolo a +9% nell’ultimo mese
Partiamo con la nostra disamina dalle azioni Intesa Sanpaolo. La banca guidata da Messina, nonostante il vistoso segno meno di oggi, scambia a +9 per cento rispetto ai valori di un mese fa. Da inizio anno il titolo ha guadagnato il 44 per cento mentre anno su anno siamo su oltre il 55 per cento.
Insomma stiamo parlando di una quotata molto in forma. Per quello che riguarda notizie potenzialmente negative sul titolo, non c’è niente da segnalare anche perchè, in borsa, il clima continua ad essere quello disteso. Uniche novità, non di valenza negativa, riguardano il piano di buyback. Intesa SP sta infatti proseguendo con decisione il proprio piano di riacquisto di azioni proprie, avviato lo scorso 2 giugno e finalizzato all’annullamento dei titoli per rafforzare la creazione di valore per gli azionisti. Nel corso delle sedute comprese tra il 4 e l’8 agosto 2025, la banca guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina ha acquistato 1.920.253 azioni, a un prezzo medio ponderato di 5,5934 euro per azione. L’operazione ha comportato un esborso complessivo di circa 10,74 milioni di euro. La quota riacquistata in questo arco temporale corrisponde a circa lo 0,01% del capitale sociale della banca.
Il programma, approvato per sostenere la politica di remunerazione degli azionisti attraverso l’annullamento dei titoli acquistati, ha già raggiunto numeri significativi. Alla data del 22 agosto 2025, infatti, il totale delle azioni proprie riacquistate dall’avvio dell’iniziativa ammonta a 225.658.799 titoli, pari a circa l’1,27% del capitale dell’istituto. Il controvalore complessivo delle operazioni effettuate in meno di tre mesi supera 1,1 miliardi di euro.
Il buyback rappresenta uno strumento strategico che Intesa Sanpaolo ha scelto di utilizzare per rafforzare ulteriormente il ritorno per i propri azionisti, affiancandosi alla tradizionale politica di distribuzione di dividendi. L’annullamento delle azioni acquistate ha infatti l’effetto di ridurre il numero complessivo di titoli in circolazione, con un conseguente incremento dell’utile per azione e una valorizzazione indiretta delle quote detenute dagli investitori.
Questa operazione si inserisce in una più ampia strategia di gestione del capitale che ha caratterizzato negli ultimi anni l’approccio della banca torinese. Intesa Sanpaolo, da tempo tra i gruppi bancari più solidi d’Europa per patrimonializzazione e capacità di generare utili, ha più volte confermato l’intenzione di destinare una quota significativa dei profitti al sostegno degli azionisti, pur mantenendo un livello di capitale elevato a tutela della stabilità finanziaria.
Il mercato guarda con attenzione all’evoluzione del programma, che proseguirà nelle prossime settimane secondo i termini già annunciati. L’istituto non ha comunicato variazioni nelle modalità operative né nella durata del buyback, che resta focalizzato sul progressivo annullamento delle azioni acquistate.
Azioni Banco BPM +12% nell’ultimo mese
Anche le azioni Banco BPM, nonostante il calo messo a segno nella seduta di oggi, restano in forte verde sia su base mensile dove evidenziano un rialzo del 12 per cento che da inizio anno dove spicca un verde del 51 per cento.
Anche in questo caso stiamo parlando di un titolo in salute e anche in questo caso non ci sono apparenti motivi per il rosso di oggi. Le uniche novità in casa Piazza Meda riguardano l’esercizio dell’opzione di rimborso anticipato su un bond subordinato da 500 milioni.
Il bond in questione è il Tier 2 denominato €500,000,000 callable subordinated Tier 2 notes due 14 September 2030, identificato dal codice ISIN 2229021261.
Il rimborso avverrà il 14 settembre 2025, cinque anni prima della naturale scadenza del titolo, originariamente fissata al 2030. L’operazione verrà effettuata alla pari, ossia al valore nominale delle obbligazioni, e comprenderà il pagamento degli interessi maturati fino alla data di rimborso e non ancora corrisposti.
I titoli subordinati Tier 2 fanno parte del capitale regolamentare degli istituti di credito e contribuiscono al rafforzamento patrimoniale in base ai requisiti stabiliti da Basilea. Sono strumenti che offrono un rendimento superiore rispetto alle obbligazioni ordinarie, in quanto comportano un rischio maggiore per gli investitori: in caso di difficoltà dell’emittente, infatti, il rimborso avviene dopo quello dei creditori senior.
La decisione di Banco BPM di procedere al rimborso anticipato segnala la solidità patrimoniale della banca, che si trova nelle condizioni di rinunciare a questa forma di capitale subordinato senza compromettere i propri indici regolamentari. L’istituto, guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna, conferma così la capacità di gestire in modo proattivo la propria struttura di capitale e di mantenere un profilo finanziario solido e sostenibile.
Per gli obbligazionisti, il rimborso anticipato rappresenta un’uscita anticipata dall’investimento con restituzione integrale del capitale e degli interessi maturati, riducendo l’orizzonte temporale dell’impegno originariamente previsto. L’operazione rientra in una prassi comune tra le banche, che spesso scelgono di esercitare le opzioni call per ottimizzare il costo del capitale e adeguare la composizione del passivo alle condizioni di mercato. E’ per questo motivo che l’impatto in borsa è assente.
Insomma sia nel caso di Intesa SP che nel caso di Banco BPM, ci sono si notizie di mercato ma l’impressione è che esse siano snobbate e che i titoli siano in ribasso solo perchè gli investitori stanno traendo profitto dopo una lunga fase di rialzo. Movimenti tecnici e nulla di più quindi.
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