
Tutto il Ftse Mib si sta muovendo in ribasso nell’ultima di Ottava. Le minacce di nuovi ribassi da parte di Trump hanno spinto tutti i titoli in rosso con pochissime eccezioni (a metà mattinata sono tinte di verde solo le azioni Pirelli). Tra le quotate che più stanno soffrendo c’è Iveco che, a metà mattinata, segna un calo del 2,4 per cento rischiando seriamente di tornare sotto al muro dei 16 euro. Le forti vendite che stanno interessando Iveco determinano un allargamento al 4 per cento del rosso accumulato su base mensile. Tuttavia è soprattutto la dinamica delle ultime sedute ad essere molto interessante. L’Ottava in corso è infatti iniziata con i prezzi in forte aumento ed è proseguita anche meglio tanto che, al termine della seduta di mercoledì, erano necessarie 17,57 euro per comprare una azione Iveco. Il crollo di ieri e quello di oggi hanno tagliato i prezzi fin quasi a 16 euro. In pratica, stando alla situazione attualmente in corso, nel giro di una seduta e mezza Iveco ha bruciato qualcosa come 1,5 euro per azione. E’ quindi evidente che il discorso dazi Usa centri fino ad un certo punto e che, al contrario, ci siano dei motivi più domestici alla base del repentino crollo di Iveco.
Onde evitare fraintendimenti precisiamo subito che la netta impostazione ribassista in atto su Iveco non deve spaventare. I prezzi si sono in calo e una discesa sotto ai 16 euro aprirebbe la porta verso altre vendite ma anno su anno le azioni Iveco restano apprezzate per il 48 per cento.
In generale, quindi, la situazione è stimolante e questa è una buona notizia per i trader che ora possono investire anche sulle azioni Iveco attraverso lo strumento di trading nazionale di recente lanciato dal broker eToro. Si tratta di una funzionalità molto popolare in Italia. Scopri perchè seguendo il link in basso.
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Crollo azioni Iveco: cosa sta succedendo al titolo?
Come abbiamo avuto modo di evidenziare ad inizio articolo, è un dato di fatto che nella prima metà della settimana le azioni Iveco abbiano corso tanto. I realizzi messi a segno a partire da ieri, e in prosecuzione anche oggi, sono quindi normali.
L’assist che ha spinto e spinge gli investitori a vendere riguarda la cessione di Iveco Defence. Il dossier rischia di perdere appeal dopo che si sono diffuse delle indiscrezioni di stampa in merito alla possibilità che Leonardo possa offrire non oltre 1,6 miliardi di euro per rilevare IDV. Se confermato si tratterebbe di un prezzo più basso rispetto a quello sperato dal mercato ma soprattutto della chiusura ad ogni ipotesi di gara al rialzo tra più offerenti. Il discorso, dal punto di vista degli investitori, è molto semplice: se non ci sarà competizione per Iveco Defence, allora l’appeal cala. Proprio da questa equazione derivano le vendite su Iveco che da ieri ne stanno causando il crollo.
Come evidenziano gli analisti di Equita, se la decisione fosse quella di vendere a Leonardo per 1,6 miliardi il deal sarebbe quasi neutrale per Iveco mentre sarebbe positivo per Leonardo che potrebbe beneficiare di un entry price più che ragionevole (Enterprise Value/Ebitda 2025-2026 di circa 10,5/9x ed Enterprise Value/Ebit di circa 12/10x) inglobando anche l’upside delle potenziali sinergie industriali.
Vero è che, in precedenza, a farsi avanti su Iveco Defence erano stati anche il gruppo franco-tedesco Knds e Czechoslovak Group, entrambi con proposte attorno a 1,9 miliardi di euro, tuttavia è la vendita a Leonardo la soluzione più semplice per Iveco secondo Bloomberg. Solo una cessione a Leonardo, infatti, consentirebbe ad un settore strategico per l’interesse nazionale, di restare sotto l’ombrello statale.
Il problema è che, come evidenziato da Intermonte, Iveco Defence può valere ben 2,1 miliardi, sopra l’ipotesi dell’offerta di 1,6 miliardi avanzata da Leonardo.
Previsioni deboli sulla trimestrale Iveco
A dare ulteriore vigore alle vendite rafforzando la tendenza al ribasso in atto su Iveco sono anche le indicazioni deboli in vista della pubblicazione dei conti trimestrali. I risultati verranno resi noti il 30 giugno ma le stime stanno già iniziando a circolare adesso. Proprio secondo Intermonte, i numeri deboli di Trucks (65 per cento dei ricavi totali) e Powertrain (8 per cento) dovrebbero impattare in modo negativo sui ricavi di Iveco visto che sarebbero solo in parte compensati dalla buona performance di Bus (17 per cento) e Defence (7 per cento).
Proprio alla luce di queste considerazioni, Intermonte vede i ricavi di Iveco a 3,7 miliardi in ribasso del 5 per cento anno su anno e l’Ebit adjusted a 228 milioni di euro in calo del 23 per cento su base annua.
Proprio a causa delle attese per un Ebit adjusted relativo a tutto il primo semestre a quota 380 milioni ovvero il 28 per cento in meno anno su anno, gli esperti non escludono che ci possa essere una revisione al ribasso della guidance 2025 (range attuale 980-1.030 milioni), verso la parte bassa dell’attuale forchetta.
Dinanzi a una prospettiva simile, l’approccio prudenziale sarebbe il minimo sindacale. Se la molla della cessione di Iveco Defence dovesse venire meno (con accordo con Leonardo) e le previsioni non brillanti sui conti trimestrali dovesse essere confermate, per Iveco lo spazio di visibilità di andrebbe a ridurre anche perchè, a quel punto, la crescita dell’ultimo anno verrebbe considerata eccessiva dal mercato.
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