Azioni Telecom Italia crollano! Fuga e stallo dal dossier cessione. E ora, cosa fare?

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Il titolo Telecom Italia è il protagonista in negativo della seduta di borsa di oggi. L’ex colosso delle telecomunicazioni ha aperto le contrattazioni in forte ribasso per poi consolidare le perdite nel corso della mattinata. Alle ore 12 la flessione delle azioni Telecom Italia ammonta al 2 per cento circa con i prezzi delle azioni tornati a 0,26 euro. Se si tiene conto che il Ftse Mib oggi sembra essere orientato al rialzo (sia pur minimo) si può intuire che i motivi alla base dell’ennesimo crollo delle azioni TIM siano del tutto domestici.

E infatti dietro al tracollo di Telecom Italia c’è una notizia di cronaca ben precisa: la decisione della Cassa Depositi e Prestiti di ritirare la sua offerta per TIM e il contestuale stallo che sembra essersi delineato dopo che Macquarie ha detto chiaramente di no all’ipotesi di un’offerta congiunta con il fondo Usa KKR. Ovviamente se un potenziale acquirente si ritira e gli altri non si mettono d’accordo per una proposta congiunta è evidente che si entra in una situazione di stand-by difficile da sbrigliare. Il mercato ha fiutato tutto questo e da qui il crollo verticale delle azioni Telecom Italia nella seduta di oggi.

Nel prossimo paragrafo faremo il punto sulle ultime novità. Prima però sveleremo un modo, che probabilmente non tutti conoscono, grazie al quale (anche se sembra assurdo) è possibile sfruttare anche il crollo di un titolo per speculare.

Cosa fare quando un titolo crolla in borsa?

La prima tentazione che si può avere nel momento in cui un titolo registra un ribasso come quello che sta segnando oggi Telecom Italia, è quella di lasciar perdere tutto. Sicuramente su una scelta simile impattano anche fattori di ordine psicologico anche perchè l’ex monopolista non è nuovo a tensioni di questo genere e i piccoli investitori oramai da tempo stanno pagando lo scotto per questa situazione.

In realtà, però, quando un titolo crolla si creano gli estremi per comprare a prezzi più bassi del solito. Ad esempio chi da tempo ha messo nel mirino un certo asset, può approfittare del ribasso per entrare a prezzi vantaggiosi. Questo approccio è sempre valido in teoria ma poi bisogna vedere anche all’atto pratico cosa succede. In altre parole se il titolo non ha margine per un apprezzamento, allora potrebbe anche verificarsi un ulteriore calo rispetto alle già depresse negoziazioni.

Tuttavia si può investire anche se le prospettive sono per un nuovo calo. In che modo? Attraverso lo short trading sui Contratti per Differenza. I CFD sono strumenti a leva di tipo derivato che non implicano il possesso dell’asset sottostante. Quindi si può tranquillamente andare short venendo CFD sulle azioni e sfruttando crollo e stime ribassiste.

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CDP si ritira dalla corsa per Telecom Italia

La notizia bomba è arrivata ieri pomeriggio anche se era nell’aria già da alcuni giorni: la Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di ritirare l’offerta per l’acquisizione della NetCo di TIM dopo che il management dell’ex monopolista aveva rifiutato anche una nuova proposta di acquisizione, nonostante questa fosse migliorativa di circa 1 miliardo rispetto all’offerta originale. Anche la nuova proposta della Cassa Depositi e Prestiti era stata giudicata insufficiente rispetto a quello che è considerato il valore dell’asset.

Poco dopo la notizia del passo indietro della Cassa Depositi e Prestiti, è arrivato il secondo colpo: il fondo australiano Macquarie, alleato della stessa CDP nell’offerta, ha risposto negativamente alla proposta del governo italiano di combinare CDP e il fondo americano KKR nell’operazione di acquisto della NetCo.

Il “no” è stato motivato da aspetti di natura legale che riguardano il patto tra gli azionisti di Open Fiber che, tra l’altro, vede la stessa CDP e Macquarie come co-investitori. Il fondo australiano ha fatto capire abbastanza chiaramente di non essere intenzionato a unire le forze con un concorrente diretto del private equity che ultimamente ha mostrato di essere settore delle telecomunicazioni.

Ricordiamo che la scadenza per le nuove offerte è stata posticipata al 9 giugno, tuttavia ad oggi non è stata comunicata ancora alcuna decisione da parte di KKR. Ad ogni modo, stando ad alcune indiscrezioni riportate dalla Reuters, il fondo sarebbe disponibile a prendere in considerazioni ulteriori sulla propria offerta, dopo che l’ex monopolista ha rifiutato la vecchia proposta di 19 miliardi di euro a cui si aggiungono 2 miliardi di earn-out.

Cosa può succedere adesso?

La storia insegna che quando si parla del dossier Telecom Italia tutto è possibile ma soprattutto il colpo di scena è sempre dietro l’angolo.

Premesso questo, se la CDP e Macquarie dovessero decidere di ritirare in modo congiunto la loro offerta per la NetCo, resterebbe sul tavolo solo la proposta di KKR. Tra l’altro bisogna sempre tenere conto della posizione dei francesi di Vivendi, oramai da tempo il principale azionista di Tim, che già due anni fa aveva detto di “no” ad un’offerta da parte del fondo americano per l’acquisizione del 100 per cento delle azioni TIM a un prezzo di 0,505 euro per azione (per la cronaca, oggi lontanissimo dalle quotazioni attuali).

I francesi, a scanso di equivoci, hanno sempre detto chiaro e tondo che il loro obiettivo è avere una valutazione che comprende anche il debito di oltre 30 miliardi di euro di TIM. Oggettivamente si tratta di una pretesa che difficilmente può essere soddisfatta da KKR e CDP. Proprio perchè consapevole di tutto questo, il governo sta cercando di trovare in tutti i modi un’unione tra le due parti in campo in modo tale che si possa arrivare ad un’offerta più congrua e ridurre così il debito di TIM.

Azioni Telecom Italia crollano del 14 per cento in un mese

Il crollo di oggi di TIM si va a sommare a quelli dei giorni passati con il risultato che Telecom Italia è un titolo che nell’ultimo mese ha perso ben il 14 per cento del suo valore come si può vedere dal grafico in alto. Anche su base annua, la performance di TIM è negativa con un ribasso del 5 per cento.

Insomma un titolo che è sicuramente a sconto ma le cui prospettive di incertezza non aiutano certamente. La speranza è che se ne possa sapere qualcosa in più a giugno.

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