Il risiko del settore bancario italiano sembra essersi davvero riattivato almeno sulla stampa. Dopo la diffusione di rumors sull’ipotesi fusione Banco BPM – Monte dei Paschi a cui il governo guarderebbe con molto favore (ma i tempi di una eventuale realizzazione sarebbero comunque lunghi), ecco subito la risposta da parte della fin qui grande esclusa da tutte le operazioni: Unicredit. La banca di Piazza Gae Aulenti dopo il fallimento dell’operazione su Banco BPM (fortemente osteggiata dal governo), potrebbe vedere nell’integrazione con BPER Banca una strada alternativa da seguire.
Anche su questa ipotesi, comunque, non ci sono indicazioni certe ma si tratta solo di voci di corridoio. E anche in questo caso non c’è neppure il classico fattore sorpresa perchè nel novero degli scenari di fusione tra le banche italiane che erano circolati nei mesi scorsi c’è era anche quella Unicredit – BPER Banca. A riportarle al centro del dibattito è stato il quotidiano La Stampa che evidentemente punta a battere l’argomento risiko improvvisamente tornato caldo dopo essersi raffreddato nei mesi scorsi. Il punto è che, dando un occhio a quella che è la reazione dei due titoli coinvolti, da parte degli investitori non sembra esserci grande interesse. A dirlo non siamo noi ma i numeri: dopo circa un’ora dall’apertura degli scambi le azioni Unicredit sono addirittura nelle retrovie del Ftse Mib con un ribasso dell’1,4 per certo contro il -0,8 per cento del paniere di riferimento; le azioni BPER Banca invece registrano un calo dello 0,15 per cento di certo più contenuto ma sempre di rosso si tratta. Insomma forse ci si poteva attendere qualcosa in più come è anche avvenuto in passato ogni qualvolta si è fatto riferimento al risiko bancario ma, evidentemente, non c’è effetto sorpresa e lo stesso sentiment di mercato non è favorevole.
Tuttavia ciò non significa che non possa esserci più in là una qualche reazione. Per questo diamo vediamo più da vicino cosa dicono queste indiscrezioni sulla fusione BPER Banca – Unicredit.
Fusione Unicredit – BPER Banca: le indiscrezioni
Secondo quanto riportato da La Stampa, il gruppo guidato da Andrea Orcel starebbe valutando concretamente l’opportunità di muoversi su BPER, mentre dall’altra parte Unipol, che della banca modenese è azionista di riferimento, avrebbe invece iniziato a cercare forme di protezione per conservare il controllo dell’asset. La strada della fusione tra Unicredit e BPER parte quindi già in salita.
Ad ogni modo proprio per impedire a Piazza Gae Aulenti di farsi avanti, il numero uno di Unipol Carlo Cimbri avrebbe preso contatti con Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo. Un incontro che, secondo il quotidiano, avrebbe toccato anche il tema Arca SGR, controllata dal gruppo BPER dal 2019. L’idea sarebbe stata quella di verificare un possibile interesse di Intesa a sostenere una sorta di “fronte comune” per raffreddare le ambizioni di Unicredit. Da Messina, però, non solo niente sponda ma anzi la conferma della linea già espressa nei mesi precedenti: Intesa SP non intende partecipare a nessun nuovo ciclo di consolidamento, né bancario né assicurativo.
Ed ecco quindi che dinanzi a Unicredit si profilerebbe una strada più spianata per serrare su BPER anche perchè non ci sono particolari motivi per cui si può pensare che il governo possa essere contrario all’operazione. A differenza di istituti come Banco BPM o MPS, BPER Banca, infatti, non è un perno strategico per il governo Meloni né per le aree di influenza della Lega e di Fratelli d’Italia. Quindi, secondo il quotidiano torinese, la possibilità di interventi tramite golden power è molto bassa. Piazza Gae Aulenti avrebbe quindi le mani più libere sulla banca modenese.
Tutto ciò, però, non significa che una eventuale fusione Unicredit – BPER Banca sia semplice. L”operazione, infatti, resterebbe sempre molto cara e Orcel dovrebbe sempre mettere sul tavolo un premio importante per convincere Unipol a cedere il controllo. Ora è vero che, a seguito del recente andamento di borsa BPER ha perso terreno rispetto a Unicredit, tuttavia questo aspetto, nella situazione attuale, non significa praticamente nulla anche perchè parliamo sempre di due quotate che nel 2025 sono rimaste sulla cresta dell’onda (+60 per cento la prestazione di Piazza Gae Aulenti e +70 quella della banca modenese).
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La reazione fredda dei trader su Unicredit e BPER Banca
Sono lontani i tempi in cui bastavano delle indiscrezioni di stampa su uno dei tanti capitoli del risiko bancario per accendere l’euforia degli investitori. A causa anche del generale clima negativo che caratterizza Piazza Affari sia le azioni Unicredit che le BPER passano in rosso. A pesare è anche il fatto che il tema ripreso da La Stampa non sia affatto nuovo. I trader con la memoria più lunga ricorderanno che, appena poche settimane fa, era stato Il Sole 24 Ore a parlare del possibile ritorno del dossier BPER Banca nell’ambito di una più vasta nuova ondata dal risiko bancario italiano evidenziando che dopo la delusione per la mancata riuscita dell’OPS Unicredit su Banco BPM, proprio la banca modenese poteva tornare protagonista. Semplice indiscrezioni anche in questo caso che però, di questo va dato atto, avevano creato un terreno migliore.
La verità è che il quadro resta fluido e che tra ambizioni industriali, resistenze degli azionisti e un contesto politico meno rigido, la possibile fusione tra Unicredit e BPER Banca potrebbe davvero rappresentare il prossimo, vero banco di prova del consolidamento bancario nazionale. La storia di questa integrazione, però, resta tutta da scrivere.
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